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Inferno - Letteratura Italiana

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Per l’altro modo quell’amor s’oblia<br />

che fa natura, e quel ch’è poi aggiunto,<br />

di che la fede spezial si cria;<br />

onde nel cerchio minore, ov’è ‘l punto<br />

de l’universo in su che Dite siede,<br />

qualunque trade in etterno è consunto”.<br />

E io: “Maestro, assai chiara procede<br />

la tua ragione, e assai ben distingue<br />

questo baràtro e ‘l popol ch’e’ possiede.<br />

Ma dimmi: quei de la palude pingue,<br />

che mena il vento, e che batte la pioggia,<br />

e che s’incontran con sì aspre lingue,<br />

perché non dentro da la città roggia<br />

sono ei puniti, se Dio li ha in ira?<br />

e se non li ha, perché sono a tal foggia?”.<br />

Ed elli a me “Perché tanto delira”,<br />

disse “lo ‘ngegno tuo da quel che sòle?<br />

o ver la mente dove altrove mira?<br />

Non ti rimembra di quelle parole<br />

con le quai la tua Etica pertratta<br />

le tre disposizion che ‘l ciel non vole,<br />

incontenenza, malizia e la matta<br />

bestialitade? e come incontenenza<br />

men Dio offende e men biasimo accatta?<br />

Se tu riguardi ben questa sentenza,<br />

e rechiti a la mente chi son quelli<br />

che sù di fuor sostegnon penitenza,<br />

tu vedrai ben perché da questi felli<br />

sien dipartiti, e perché men crucciata<br />

la divina vendetta li martelli”.<br />

“O sol che sani ogni vista turbata,<br />

tu mi contenti sì quando tu solvi,<br />

che, non men che saver, dubbiar m’aggrata.<br />

Ancora in dietro un poco ti rivolvi”,<br />

diss’io, “là dove di’ ch’usura offende<br />

la divina bontade, e ‘l groppo solvi”.<br />

“Filosofia”, mi disse, “a chi la ‘ntende,<br />

nota, non pure in una sola parte,<br />

come natura lo suo corso prende<br />

dal divino ‘ntelletto e da sua arte;<br />

e se tu ben la tua Fisica note,<br />

tu troverai, non dopo molte carte,<br />

che l’arte vostra quella, quanto pote,<br />

segue, come ‘l maestro fa ‘l discente;<br />

sì che vostr’arte a Dio quasi è nepote.<br />

Da queste due, se tu ti rechi a mente<br />

lo Genesì dal principio, convene<br />

prender sua vita e avanzar la gente;<br />

e perché l’usuriere altra via tene,<br />

per sé natura e per la sua seguace<br />

dispregia, poi ch’in altro pon la spene.<br />

Divina commedia. <strong>Inferno</strong>, a cura di P. Genesini 44<br />

61<br />

64<br />

67<br />

70<br />

73<br />

76<br />

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82<br />

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88<br />

91<br />

94<br />

97<br />

100<br />

103<br />

106<br />

109<br />

Ma seguimi oramai, che ‘l gir mi piace; 112<br />

ché i Pesci guizzan su per l’orizzonta,<br />

e ‘l Carro tutto sovra ‘l Coro giace,<br />

e ‘l balzo via là oltra si dismonta”. 115<br />

I personaggi<br />

Il papa Anastasio II (496-498) tenta di riavvicinare<br />

a Roma la Chiesa d’Oriente, che si era allontanata nel<br />

484 con l’eresia monofisita di Acacio, secondo cui<br />

Gesù Cristo aveva una sola natura, quella divina. Ed<br />

invita a Roma Fotino, un seguace di Acacio. Per la<br />

61. Con l’altro modo si dimentica quell’amore che<br />

la natura fa [sorgere] e quello che poi si aggiunge<br />

[con la vita comune], per il quale si crea la fiducia<br />

speciale [tra gli uomini]; 64. perciò nel cerchio minore,<br />

dove è il punto dell’universo in cui Dite<br />

(=Lucifero) siede, chiunque tradisce è consumato<br />

(=è punito) in eterno.» 67. Ed io: «O maestro, la tua<br />

spiegazione procede con molto chiarezza, e distingue<br />

molto bene questo baratro e il popolo che esso<br />

possiede. 70. Ma dimmi: quelli della palude fangosa<br />

(=gli iracondi), quelli che il vento trascina (=i lussuriosi),<br />

quelli che la pioggia batte (=i golosi), e quelli<br />

che s’incontrano [e s’insultano] con così aspre lingue<br />

(=gli avari e i prodighi), 73. perché non sono puniti<br />

dentro la città arrossata [dal fuoco](=la città di Dite),<br />

se Dio li ha in ira? E, se non li ha [in ira], perché sono<br />

castigati in tal modo?». 76. Ed egli a me: «Perché<br />

tanto delira» disse, «il tuo ingegno da quel che suole?<br />

oppure la tua mente mira altrove (=verso qualche<br />

dottrina eretica)? 79. Non ti ricordi di quelle parole<br />

con le quali l’Etica [di Aristotele che hai fatto] tua<br />

tratta compiutamente le tre disposizioni che il cielo<br />

non vuole, 82. cioè incontinenza, malizia e matta bestialità?<br />

E come l’incontinenza offende meno Dio e<br />

raccatta meno biasimo? 85. Se tu riguardi bene quest’affermazione<br />

e ti rechi alla mente chi sono quelli<br />

che sopra, fuori [della città di Dite], sostengono la<br />

penitenza, 88. tu vedrai bene perché siano divisi da<br />

questi malvagi e perché la divina giustizia li martelli<br />

[dimostrandosi] meno crucciata». 91. «O sole, che<br />

risani ogni vista turbata, tu, quando risolvi [i miei<br />

dubbi], mi accontenti a tal punto che mi rendi gradito<br />

il dubitare non meno che il sapere. 94. Vòltati ancora<br />

un po’ indietro» io dissi, «là dove dici che<br />

l’usura offende la bontà divina, e risolvi il groppo.»<br />

97. «La filosofia» mi disse, «a chi la intende, dice<br />

chiaro, e non soltanto in un’unica parte, come la natura<br />

prende il suo corso 100. dal divino intelletto e<br />

dalla sua arte. E, se tu tieni presente bene la Fisica<br />

[di Aristotele che hai fatto] tua, tu troverai, dopo non<br />

molte pagine, 103. che la vostra arte, quanto può,<br />

segue quella, come il discepolo fa con il maestro;<br />

così che la vostra arte è quasi nipote di Dio. 106. Da<br />

queste due, se tu ricordi il [libro della] Genesi agli<br />

inizi, conviene (=è necessario) che la gente prenda la<br />

sua vita e proceda. 109. L’usuraio, che tiene un’altra<br />

via, disprezza la natura per sé e per la sua seguace,<br />

poiché pone in altro la sua speranza. 112. Ma ora<br />

sèguimi, perché desidero proseguire. I Pesci guizzano<br />

(=sorgono) su per l’orizzonte, e il Carro (=l’Orsa<br />

maggiore) giace tutto sopra il Coro (=il vento maestrale),<br />

115. e si discende questa balza andando più<br />

oltre.»<br />

sua indulgenza verso l’eresia, è accusato di aver fatto<br />

propria la tesi eretica.<br />

Sodoma e Gomorra sono due città della Palestina, di<br />

cui parla la Bibbia, famose per la vita immorale dei<br />

loro abitanti, dediti alla omosessualità, tanto che so-

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