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Inferno - Letteratura Italiana

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domita diventa sinonimo di omosessuale. Furono punite<br />

da Dio con una pioggia di fuoco e zolfo (Gn 18,<br />

20 e 19, 24-25). Il vizio però non fu estirpato.<br />

Caorso, da Cahors, una città francese della regione<br />

del Quercy. Nel Medio Evo gli abitanti praticavano<br />

alti tassi di sconto, tanto che caorsino divenne sinonimo<br />

di usuraio.<br />

Aristotele di Stagira (384-322 a.C.) è il maggiore<br />

filosofo e scienziato del mondo antico. Organizza la<br />

sua scuola, il Liceo, in modo tale che i suoi collaboratori<br />

ricoprano tutti gli ambiti del sapere. Scrive<br />

moltissime opere: sulla logica, l’Organon; sulla fisica<br />

o filosofia della natura, la Fisica, il Cielo, la Meteorologia,<br />

la Generazione degli animali; i 14 libri<br />

della Metafisica; sull’etica, la politica e la retorica,<br />

l’Etica a Nicomaco, l’Etica a Eudemo, la Politica, la<br />

Costituzione degli ateniesi. Le varie discipline sono<br />

tra loro correlate e interdipendenti, poiché la realtà è<br />

tale. L’opera di Aristotele pervade la filosofia, la teologia,<br />

la logica, la fisica e l’astronomia europee grazie<br />

ai commenti di Averroè (1126-1198), uno scienziato<br />

arabo di Cordova, tradotti in latino, e soprattutto<br />

grazie alla fusione con il pensiero cristiano, basato<br />

sulla rivelazione, che riesce a farne Tommaso<br />

d’Aquino (1225-1274). Tale sintesi diventa la filosofia<br />

e la teologia ufficiale della Chiesa.<br />

Nel Genesi Dio crea l’uomo e poi la donna e li pone<br />

nel paradiso terrestre, affinché lo lavorassero e lo custodissero<br />

(Gn 2, 15); quando li caccia, li condanna a<br />

lavorare con il sudore della fronte (Gn 3, 19).<br />

Commento<br />

1. Mentre l’olfatto di Dante si abitua al fetore della<br />

bolgia, Virgilio spiega l’ordinamento dell’inferno nei<br />

tre cerchi sottostanti. Così si evita anche di perdere<br />

tempo. Tre ne erano già stati percorsi. La stessa situazione<br />

si presenta quando Virgilio spiega l’ordinamento<br />

del purgatorio (Pg XVII, 82-139). L’ordinamento<br />

del paradiso è esposto in Pd IV, 28-41.<br />

2. La malizia è termine tecnico: mala actio, cioè la<br />

mala azione, l’azione cattiva o malvagia, l’azione rivolta<br />

verso il male, compiuta con intenzioni maligne.<br />

L’ingiuria (o ingiustizia) è l’iniuria, cioè il non ius,<br />

la violazione del diritto e della legge in cui il diritto si<br />

attua. Il pensiero medioevale ha una sensibilità eccezionale<br />

verso le distinzioni e le catalogazioni. Gli ordinamenti<br />

delle tre cantiche mostrano quanto Dante<br />

condivida questa mentalità classificatoria.<br />

3. In questo canto Dante riconosce il debito che ha<br />

verso le teorie di Aristotele. Tale debito era emerso<br />

fin da quando il poeta chiede a Virgilio se i dannati<br />

soffriranno di più, di meno o altrettanto dopo il giudizio<br />

universale (If VI, 100-111). E Virgilio lo rimanda<br />

al pensatore greco: più un essere è perfetto,<br />

più sente il bene e il dolore. Dopo il giudizio universale<br />

i dannati avranno anche il corpo, quindi saranno<br />

più perfetti, perciò soffrirono di più.<br />

4. L’ordinamento dell’inferno e di conseguenza anche<br />

del purgarono risentono radicalmente delle posizioni<br />

etiche di Aristotele, rilette attraverso Tommaso<br />

d’Aquino. Le eccezioni sono unicamente gli eretici e<br />

i bestemmiatori. Esse si possono considerare o di po-<br />

Divina commedia. <strong>Inferno</strong>, a cura di P. Genesini 45<br />

co conto o fare rientrare senza difficoltà, come ulteriore<br />

contributo, nella prospettiva aristotelica: non<br />

può rispettare le istituzioni politiche e le leggi chi<br />

non rispetta nemmeno la divinità. In Aristotele il cittadino<br />

non poteva prendersela né bestemmiare la divinità,<br />

perché questa era ai bordi estremi del mondo,<br />

non si occupava del mondo, immersa com’era nel<br />

pensiero di se stessa. Nella realtà dominava il caso o<br />

la fortuna. Nella visione cristiana invece Dio crea il<br />

mondo, lo fa sovrintendere dalla Provvidenza, perciò<br />

può facilmente essere considerato responsabile<br />

del male o dei disguidi della vita quotidiana in quanto<br />

non li impedisce. Dante confuta questa tesi in Pd<br />

XVII, 37-42. Di qui un duplice peccato: l’atteggiamento<br />

di empietà verso di Lui; e la bestemmia contro<br />

di Lui.<br />

5. Le teorie di Aristotele hanno un impatto straordinario<br />

sul pensiero medioevale, affamato di libri e di<br />

sapere. I motivi sono questi: esso è sistematico, si<br />

estende a tutti i campi del sapere e li coordina in un<br />

unico grande sistema. L’universo è visto come un<br />

grande organismo, che può essere conosciuto soltanto<br />

elaborando un sistema teorico capace d’individuarne<br />

l’unità (la filosofia con l’idea di essere) e<br />

studiarne le varie parti (le varie scienze con la conoscenza<br />

empirica). Tra la fisica (o filosofia naturale o<br />

filosofia seconda) e la filosofia prima (o metafisica,<br />

cioè riflessione che si fa dopo la fisica) s’interponeva<br />

il mondo umano dell’etica e della politica.<br />

Questa triplice distinzione del sapere, che risulta uno<br />

e trino, si trova peraltro anche nelle altre correnti del<br />

pensiero greco, dai cinici agli epicurei agli stoici,<br />

anche se poi nei contenuti le differenze potevano essere<br />

significative. L’universo era un grande organismo,<br />

in cui l’uomo era inserito; la città era un altro,<br />

più piccolo, organismo, in cui l’uomo era inserito e<br />

dentro il quale realizzava le condizioni che gli permettevano<br />

di vivere. Aristotele più di altri pensatori<br />

dà importanza alla vita teoretica (Dio è pensiero di<br />

pensiero). Ma la tendenza del pensiero greco non è<br />

questa, bensì quella che dà priorità alla vita attiva,<br />

all’etica: la filosofia è amore della sapienza, cioè di<br />

un sapere che serve a vivere, che permetta di capire<br />

che cosa l’uomo deve fare e perché, come conosce,<br />

com’è l’ambiente naturale e sociale e come s’inserisce<br />

in esso.<br />

5.1 Il Medio Evo fa propria questa seconda visione,<br />

e non poteva fare diversamente, poiché il cristianesimo<br />

era nato non come filosofia speculativa, ma<br />

come proposta pratica di vita. La disarticolazione di<br />

questa visione unitaria del mondo e del sapere avviene<br />

a partire dal Cinquecento: in politica N. Machiavelli<br />

(1469-1527) propone l’autonomia della<br />

scienza politica rispetto all’etica ed afferma il primato<br />

della politica sull’etica; in astronomia N. Copernico<br />

(1473-1543) propone la teoria eliocentrica e in<br />

fisica G. Galilei (1564-1642) il matematismo.<br />

6. L’impatto di Aristotele e, più in generale, della<br />

filosofia greca, unito al carattere di filosofia pratica<br />

del Cristianesimo, spingono Dante ad una valutazione<br />

strettamente sociale e profondamente organica dei<br />

peccati. Il mondo è un sistema ordinato, cioè organi-

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