14.06.2013 Views

Inferno - Letteratura Italiana

Inferno - Letteratura Italiana

Inferno - Letteratura Italiana

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Canto XIV: settimo cerchio, secondo girone; la pianura<br />

arida; gli empi; il gigante Capanèo; Virgilio<br />

racconta del grande vecchio di Creta<br />

Riprendendo il cammino, i due poeti giungono ai<br />

margini di una pianura arida, dove una pioggia di<br />

fuoco punisce numerose schiere di anime. I bestemmiatori<br />

giacciono supini per terra, gli usurai siedono<br />

tutti rannicchiati, i sodomiti camminano senza mai<br />

fermarsi. Dante nota un dannato che non cura la<br />

pioggia di fuoco e che giace a terra sprezzante e torvo.<br />

Accortosi di essere guardato, Capanèo grida che,<br />

com’era da vivo, così è da morto, ed esprime tutto il<br />

suo disprezzo verso Giove, che con i fulmini lo uccise.<br />

Virgilio gli rivolge parole dure, come non aveva<br />

mai fatto: proprio perché la sua empietà non si spegne,<br />

sente maggiormente la punizione; nessun’altra<br />

pena sarebbe adeguata. Poco dopo i due poeti incontrano<br />

un fiumicello d’un rosso raccapricciante. È il<br />

Flegetónte. Dante chiede informazioni alla sua guida.<br />

Virgilio racconta che in mezzo al mare si trova<br />

l’isola di Creta, dove sorge il monte Ida. Dentro il<br />

monte sta dritto un grande vecchio, che ha la testa<br />

d’oro fine, le braccia ed il petto d’argento puro, la<br />

parte inferiore di rame, le gambe di ferro scelto,<br />

tranne il piè destro, che è di terracotta, e si appoggia<br />

più su questo che sull’altro. Ciascuna parte, fuorché<br />

la testa d’oro, è rotta da una fessura che goccia lacrime.<br />

Esse scendono tra le rocce fino a questa valle,<br />

dove formano l’Acherónte, lo Stige e il Flegetónte,<br />

che scorre davanti ai loro occhi. Poi scendono ancora,<br />

fino al centro dell’inferno, dove formano il lago<br />

gelato di Cocìto. Finita la spiegazione, i due poeti si<br />

allontanano dal bosco dei suicidi.<br />

Canto XV: settimo cerchio, terzo girone; la pianura<br />

arida; i sodomiti; Brunetto Latini; le predizioni sul<br />

futuro di Dante<br />

Lungo l’argine di pietra del Flegetónte i due poeti<br />

incontrano una schiera di anime (=i sodomiti). Tra<br />

esse Dante riconosce il suo antico maestro, Brunetto<br />

Latini, il quale chiede al discepolo che cosa lo ha<br />

condotto all’inferno prima della morte. Il poeta risponde<br />

che si era smarrito in una valle e che Virgilio<br />

lo riconduce a casa. Il dannato continua: se Dante segue<br />

la sua stella, otterrà senz’altro fama e gloria; tuttavia<br />

deve guardarsi dal popolo fiorentino, che è ingrato<br />

e malvagio e che perciò gli diverrà nemico.<br />

Dante allora dice che avrebbe voluto che il maestro<br />

vivesse più a lungo, perché ha ancora impressa nella<br />

memoria la cara e buona immagine paterna di Brunetto,<br />

che gli ha insegnato come l’uomo si eterna con<br />

la fama qui sulla terra. Ricorderà le predizioni del<br />

maestro e le metterà con le altre che ha già sentito<br />

sulla sua vita futura; ma egli è già pronto ai colpi<br />

della Fortuna. Quindi chiede a Brunetto chi sono i<br />

suoi compagni. Egli risponde che sono troppi, per<br />

nominarli tutti: sono uomini di Chiesa e letterati<br />

grandi e di gran fama. E nomina il grammatico Prisciano,<br />

il giurista Francesco d’Accorso e il vescovo<br />

Andrea de’ Mozzi. Poi gli raccomanda il suo Tesoro,<br />

Divina commedia. <strong>Inferno</strong>, a cura di P. Genesini 106<br />

nel quale vive ancora, e raggiunge di corsa la sua<br />

schiera.<br />

Canto XIX: ottavo cerchio, terzo girone; le pareti e il<br />

fondo del cerchio; i simoniaci; papa Niccolò III Orsini;<br />

l’invettiva di Dante contro i papi simoniaci<br />

Dante vede le pareti ed il fondo della bolgia pieni di<br />

fori, dai quali sporgono i piedi accesi e le gambe dei<br />

peccatori. Il poeta chiede alla sua guida chi è colui<br />

che è lambìto da una fiamma più grande. Virgilio<br />

prende in braccio il poeta e lo porta vicino al pozzetto<br />

di quel dannato. Dante chiede all’anima trista di<br />

parlare. Questa lo scambia per il papa Bonifacio<br />

VIII. Il poeta risponde che non è Bonifacio VIII.<br />

L’anima (è Niccolò III) dice di aver indossato il<br />

manto papale e di essere un Orsini. Per i nipoti imborsò<br />

denaro; lì ha imborsato se stesso. Quando arriverà,<br />

Bonifacio VIII lo caccerà più giù nella roccia;<br />

di lì a poco anche il papa successivo (=Clemente V)<br />

avrebbe ricoperto lui e Bonifacio VIII. Dante allora<br />

esplode in una violentissima invettiva contro gli uomini<br />

di Chiesa che si sono macchiati di simonia, ricordando<br />

che Cristo non chiese denaro a Pietro,<br />

quando gli affidò le chiavi della Chiesa; né Pietro né<br />

gli altri apostoli chiesero denaro a Matìa, quando<br />

questi prese il posto di Giuda Iscariota; perciò Niccolò<br />

III è punito a dovere. E, se non lo fermasse la<br />

riverenza per le somme chiavi, userebbe parole ancor<br />

più dure, perché l’avarizia dei papi corrompe il<br />

mondo, calpesta i buoni e solleva i malvagi. Il poeta<br />

quindi rivolge parole amare verso l’imperatore Costantino,<br />

la cui donazione (=Roma e i territori circostanti)<br />

a papa Silvestro I fu causa di tanti mali. Le<br />

invettive di Dante piacciono a Virgilio, che le ascolta<br />

con volto lieto e che poi riporta il poeta sull’argine.<br />

Canto XXI: ottavo cerchio, quinta bolgia; lo stagno<br />

pieno di pece; i barattieri; i Malebranche; l’anziano<br />

di santa Zita; le trattative di Virgilio con Malacoda; il<br />

drappello dei diavoli; il segnale della partenza<br />

Dante e Virgilio scendono nella bolgia dei barattieri.<br />

Virgilio richiama l’attenzione di Dante: un diavolo si<br />

avvicina al ponte. Su una spalla porta un dannato,<br />

che scaraventa giù nella pece. Informa i suoi compagni<br />

che è uno degli anziani di santa Zita, barattiere<br />

come tutti i lucchesi, e che sarebbe sùbito ritornato<br />

indietro a prendere altra merce. Il dannato precipita<br />

nella pece, poi riemerge. I demoni lo deridono e lo<br />

invitano a rubare nascosto sotto la pece. Virgilio dice<br />

a Dante di nascondersi dietro una roccia, che avrebbe<br />

trattato con i diavoli: li conosce bene. Dante si nasconde.<br />

Virgilio chiede ai diavoli di parlamentare<br />

con uno di loro. Poi essi potevano uncinarlo, se volevano.<br />

Si fa avanti Malacoda. Virgilio dice che il<br />

viaggio di Dante è voluto dal cielo, perciò che li lascino<br />

passare. Malacoda cede immediatamente. Virgilio<br />

allora invita Dante ad uscire dal nascondiglio.<br />

Dante gli si avvicina tutto timoroso e per niente rassicurato<br />

dal comportamento dei demoni, che minacciano<br />

di uncinargli il groppone. Malacoda dice che i

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!