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Inferno - Letteratura Italiana

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Speranza (1488) e apre la strada via mare verso le<br />

Indie, Cristoforo Colombo, che scopre l’America<br />

(1492), e Ferdinando Magellano che fa il giro del<br />

mondo (1519-21). La visione dantesca del mondo<br />

celeste riceve il colpo di grazia pochi decenni dopo,<br />

con Nicolò Copernico che propone la teoria eliocentrica<br />

(1543), Galileo Galilei che scopre nuovi corpi<br />

celesti (1609-10), infine Isaac Newton che propone la<br />

teoria della gravitazione universale (1687). Le scoperte<br />

geografiche ed astronomiche allontanano Dio<br />

dall’uomo, perché la terra e l’universo diventano<br />

sempre più vasti, e lo spazio tra la terra e il cielo<br />

sempre più vuoto. Così l’uomo passa in poco più di<br />

un secolo (1543-1687) dal mondo del pressappoco<br />

all’universo della precisione.<br />

17. Per il viaggio di Ulisse oltre le colonne d’Ercole<br />

Dante forse s’ispira ad un fatto avvenuto durante la<br />

sua giovinezza: nel 1291 i due fratelli Vivaldi di Genova<br />

oltrepassano lo stretto di Gibilterra, con il proposito<br />

di circumnavigare l’Africa. Dal viaggio non<br />

fanno più ritorno.<br />

18. La figura di Ulisse ha un grande successo nell’immaginario<br />

collettivo occidentale:<br />

a) L’Ulisse di Omero, il primo Ulisse, è astuto ed ha<br />

una curiosità insaziabile. È suo l’inganno del cavallo<br />

che permette agli achei di conquistare Troia dopo un<br />

inutile assedio durato dieci anni. È anche un valoroso<br />

guerriero, che però, prudentemente, non ama i corpo<br />

a corpo in battaglia, preferendo l’uso dell’arco. È<br />

l’ultimo a ritornare in patria: il viaggio di ritorno dura<br />

dieci anni a causa dell’opposizione di Poseidone, a<br />

cui l’eroe aveva accecato il figlio Polifemo; ma a<br />

causa anche dell’insaziabile curiosità dell’eroe acheo.<br />

Ritorna in patria da solo: i suoi compagni muoiono<br />

tutti durante il viaggio di ritorno. Qui deve scontrarsi<br />

con i nobili, che in sua assenza gli consumavano le<br />

ricchezze e gli insidiavano Penelope, la fedelissima<br />

moglie, astuta non meno di lui (aveva promesso che<br />

si sarebbe risposata quando avesse portato a termine<br />

una tela, che di giorno tesseva e di notte disfaceva).<br />

Li uccide tutti con l’arco. I suoi ideali di vita non sono<br />

però guerrieri: egli è anche famoso per la sua saggezza<br />

e sa amministrare bene il suo regno.<br />

b) L’Ulisse di Dante (1265-1321) mette in primo piano<br />

il valore e l’amore per la conoscenza rispetto ai<br />

valori familiari. Per tali valori supera le colonne<br />

d’Ercole e va incontro alla morte davanti alla montagna<br />

del purgatorio. È anche fine conoscitore dell’animo<br />

umano, che sa manipolare positivamente con<br />

una buona retorica. Il poeta lo apprezza per questi ideali,<br />

lo condanna come fraudolento.<br />

c) L’Ulisse di Ugo Foscolo (1778-1827) è «bello di<br />

fama e di sventura» ed ama la sua patria, dove infine<br />

riesce a ritornare. Come tutti gli eroi romantici, è<br />

sventurato e perseguitato da un destino avverso. Anzi<br />

più è sventurato, più è romantico e più è degno di<br />

ammirazione. Il poeta è più sventurato dell’eroe greco,<br />

perché sente che morirà in terra straniera. Perciò è<br />

più grande (A Zacinto, 1802-03).<br />

d) L’Ulisse decadente di Giovanni Pascoli (1855-<br />

1912) guida la nave da nove giorni. All’alba del decimo<br />

in lontananza vede qualcosa d’indistinto, ma è<br />

Divina commedia. <strong>Inferno</strong>, a cura di P. Genesini 80<br />

preso dal sonno. Ad Itaca il servo Eumeo presso il<br />

recinto dei porci, il figlio nel porto ed il padre nei<br />

campi fissano il mare nella speranza che egli giunga.<br />

Sulla nave i suoi compagni aprono gli otri, dove sono<br />

richiusi i venti sfavorevoli. Questi escono e riportano<br />

la nave al largo. Ulisse si sveglia, in lontananza<br />

vede ancora qualcosa d’indistinto, ma non può capire<br />

se è una nuvola o una terra. È mancato all’appuntamento<br />

che il destino gli aveva preparato. E<br />

quell’occasione, almeno in quella forma, è perduta<br />

per sempre (Poemi conviviali, Il sonno di Odisseo,<br />

1904).<br />

e) L’Ulisse decadente di Gabriele D’Annunzio<br />

(1863-1938) è un supereroe, che con i suoi compagni<br />

sfida il destino. Il poeta lo vede alla guida della<br />

nave e gli chiede di fargli provare l’arco. Se non è<br />

capace di tendere la corda, lo inchioderà alla prua<br />

della nave; se vi riesce, lo prenderà con lui. L’eroe<br />

greco non gli risponde, lo guarda soltanto per un attimo.<br />

Da quel momento il poeta sente che il suo destino<br />

è cambiato ed è divenuto diverso e superiore a<br />

quello dei suoi compagni. È nato il superuomo<br />

(Laudi del cielo, del mare, della terra e degli eroi.<br />

Maia, IV. L’incontro con Ulisse, 1903).<br />

f) Nel romanzo Ulysses (1922) lo scrittore dublinese<br />

James Joyce (1882-1941) racchiude in un’intera<br />

giornata le poco eroiche peripezie del suo Ulisse, un<br />

modesto impiegato del mondo contemporaneo, che<br />

trova anche il tempo di tradire la moglie.<br />

g) Nel breve componimento intitolato Ulisse (Canzoniere,<br />

Mediterranee, 1946) Umberto Saba (1883-<br />

1957) propone di sé l’immagine di un Ulisse sempre<br />

pronto al pericolo e che non vuole invecchiare.<br />

19. Con la figura di Ulisse Omero ha colto questo<br />

impulso all’avventura e alla conoscenza, che caratterizza<br />

la società occidentale rispetto ad altre civiltà.<br />

Essa costituisca il simbolo reso esplicito dell’impulso<br />

alla conoscenza, alla scoperta, all’apertura di nuovi<br />

mercati commerciali, che spinge l’uomo occidentale<br />

ad essere aggressivo e ad usare in modo aggressivo<br />

la sua cultura e la sua tecnologia verso le altre<br />

civiltà e le altre culture.<br />

19.1. Se si deve considerare folle il viaggio di Ulisse,<br />

si deve considerare ugualmente folle il viaggio di<br />

Marco Polo, che va e torna dalla Cina via terra<br />

(1271-95): le possibilità di successo erano semplicemente<br />

nulle ed egli parte ugualmente. Non era neanche<br />

costretto dalle necessità familiari. E compie<br />

un viaggio difficile e pericoloso anche oggi. Certamente<br />

egli ha tentato ed è riuscito, mentre moltissimi<br />

altri hanno tentato e non sono ritornati. Ma in tutti i<br />

casi il rischio è stato abbondantemente sottovalutato<br />

e l’avventura o il desiderio di conoscenza o il desiderio<br />

di ricchezza ha avuto la prevalenza sul buon<br />

senso e sul calcolo freddo delle possibilità di successo.<br />

La struttura del canto è semplice: 1) Dante lancia<br />

un’invettiva contro Firenze, che ha popolato<br />

l’inferno di ladri; poi 2) descrive la bolgia piena di<br />

fiammelle; quindi 3) incontra Ulisse che racconta la<br />

sua storia: 4) con i fidati compagni oltrepassa le co-

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