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Appunti per il corso: Fisica del plasma di quark e gluoni (A.A. ... - Infn

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I. IL MODELLO A QUARK<br />

Per giustificare l’introduzione <strong>del</strong> mo<strong>del</strong>lo a <strong>quark</strong> occorre risalire all’introduzione <strong>del</strong>l’isospin in fisica nucleare.<br />

Nel 1932 Heisenberg aveva formulato l’ipotesi che la <strong>di</strong>fferenza tra <strong>il</strong> protone ed <strong>il</strong> neutrone fosse dovuta alle sole<br />

forze elettromagnetiche, e che avessero invece lo stesso comportamento rispetto alle interazioni forti responsab<strong>il</strong>i <strong>del</strong><br />

legame nucleare. Questo ipotesi era basata sull’idea che protone e neutrone avevano circa la stessa massa (mp =<br />

938.272 MeV , mn = 939.57 MeV ), ma fu successivamente rinforzata dall’osservazione che i legami nucleari tra<br />

neutrone-protone, protone-protone e neutrone-neutrone, erano con buona approssimazione identici. Questa simmetria<br />

tra protone e neutrone (<strong>per</strong> altro solo approssimata dato che è rotta certamente dalle forze e.m.) poteva essere descritta<br />

immaginando <strong>il</strong> protone ed <strong>il</strong> neutrone come gli stati <strong>di</strong> polarizzazione <strong>di</strong> una particella <strong>di</strong> spin 1/2. Veniva dunque<br />

immaginata una simmetria rotazionale in uno spazio astratto, detto <strong>di</strong> isospin, nel quale <strong>il</strong> protone ed <strong>il</strong> neutrone<br />

vengono pensati come le due componenti <strong>di</strong> un isospinore, <strong>il</strong> nucleone:<br />

<br />

p<br />

N =<br />

(1.1)<br />

n<br />

L’insieme <strong>del</strong>le trasformazioni unitarie ed a determinante uno o<strong>per</strong>anti sugli isospinori forma <strong>il</strong> gruppo SU(2) <strong>di</strong> isospin<br />

(ricordarsi che quando si considerano gli spin seminteri occorre considerare le trasformazioni <strong>di</strong> SU(2) piuttosto che<br />

<strong>di</strong> O(3), le rotazioni nello spazio tri<strong>di</strong>mensionale). Dunque <strong>il</strong> nucleone è la rappresentazione <strong>di</strong> spin 1/2 <strong>del</strong> gruppo<br />

SU(2) <strong>di</strong> spin isotopico. Il protone è l’elemento <strong>di</strong> questo doppietto con la componente 3 <strong>del</strong>l’isospin (T3) uguale ad<br />

1/2, mentre <strong>il</strong> neutrone è la componente con T3 = −1/2. Possiamo anche osservare che la carica elettrica <strong>del</strong> protone<br />

e <strong>del</strong> neutrone possono essere espresse tramite la relazione<br />

Q = T3 + 1<br />

2<br />

in unità e (la carica elettrica <strong>del</strong> protone).<br />

Nel 1934 Yukawa introdusse i pioni carichi (π ± ), e successivamente nel 1938 Kemmer <strong>il</strong> pione neutro π 0 come<br />

responsab<strong>il</strong>i <strong>del</strong>le interazioni forti. Nel linguaggio dei grafici <strong>di</strong> Feynman le interazioni tra nucleoni erano dunque<br />

rappresentate come in Fig. 1.<br />

n<br />

p<br />

p<br />

p p<br />

p<br />

π<br />

−<br />

n p<br />

n n n<br />

p<br />

π<br />

n n<br />

π π<br />

0 0<br />

n n<br />

Figura 1 Gli scambi <strong>di</strong> pioni che danno origine alle forze tra nucleoni<br />

L’interazione è analoga a quella <strong>del</strong>l’elettro<strong>di</strong>namica, ma <strong>il</strong> pione, contrariamente al fotone ha spin 0 ed inoltre è<br />

psudoscalare. Quin<strong>di</strong> l’interazione ha una forma<br />

<br />

d 4 x jπ(x) · φπ(x) (1.3)<br />

+<br />

t<br />

2<br />

(1.2)

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