Appunti per il corso: Fisica del plasma di quark e gluoni (A.A. ... - Infn
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Figura 4 Il decupletto dei barioni<br />
S<br />
0<br />
− 1<br />
− 2<br />
− 3<br />
Δ<br />
− 3/2<br />
Decupletto Decupletto dei dei barioni barioni , , B=1, B=1, B=1 , J= J= 3/2<br />
3/2<br />
−<br />
0<br />
+<br />
Σ<br />
*−<br />
Δ<br />
Ξ<br />
*−<br />
Σ<br />
*0<br />
Ω<br />
−<br />
Δ<br />
Ξ<br />
*0<br />
Σ<br />
*+<br />
− 1 − 1/2 0 1/2 1<br />
costruire tutte le altre tramite prodotti tensoriali. Per SU(2) si ha<br />
Δ<br />
++<br />
3/2<br />
T<br />
3<br />
2 ⊗ 2 = 1 ⊕ 3 (1.16)<br />
che riesprime in termini <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni <strong>del</strong>le rappresentazioni <strong>il</strong> fatto che 2 spin 1/2 danno luogo allo spin 0 ed allo<br />
spin 1. Per SU(2) si ha infatti che la <strong>di</strong>mensione n <strong>del</strong>la rappresentazione <strong>di</strong> spin j è uguale a 2j + 1. Nel caso <strong>di</strong><br />
SU(3) si può mostrare che valgono le seguenti regole <strong>per</strong> <strong>il</strong> prodotto <strong>di</strong> rappresentazioni<br />
3 ⊗ 3 ⋆ = 1 ⊕ 8 (singoletto ⊕ ottetto) (1.17)<br />
3 ⊗ 3 ⊗ 3 = 1 ⊕ 8 ⊕ 8 ⊕ 10 (singoletto ⊕ 2 ottetti ⊕ decupletto) (1.18)<br />
ve<strong>di</strong>amo dunque che la classificazione empirica degli adroni in ottetti e decupletti trova una sua giustificazione in<br />
termini <strong>di</strong> rappresentazioni <strong>di</strong> SU(3). Naturalmente SU(3) non è una simmetria esatta <strong>del</strong>le interazioni forti <strong>per</strong>ché<br />
le masse degli adroni all’interno <strong>di</strong> ogni singola rappresentazione non sono identiche. Infatti Gell-Mann e Okubo nel<br />
1961 proposero un preciso schema <strong>di</strong> rottura <strong>di</strong> questa simmetria. In questo schema non solo era possib<strong>il</strong>e rendere<br />
conto <strong>del</strong>le masse osservate in termini <strong>di</strong> 3 parametri, ma si poteva anche prevedere la massa <strong>del</strong>l’Ω − , uno dei membri<br />
<strong>del</strong> decupletto (ve<strong>di</strong> Fig. 4), che a quel tempo non era stata ancora osservata. Il valore teorico risultava<br />
M th<br />
Ω− = 1685 MeV (1.19)<br />
Nel 1964 questa particella fu sco<strong>per</strong>ta nei laboratori <strong>di</strong> Brookhaven in un processo molto spettacolare, ottenendo un<br />
valore <strong>per</strong> la massa<br />
M exp<br />
Ω − = 1686 ± 12 MeV (1.20)<br />
Inoltre le proprietá <strong>di</strong> deca<strong>di</strong>mento risultavano consistenti con <strong>il</strong> valore previsto <strong>di</strong> S = −3 (ve<strong>di</strong> Fig. 5).<br />
Abbiamo già osservato che i vari spin si possono ottenere combinando in modo opportuno degli spin 1/2. Partendo<br />
da questa idea, Fermi e Yang nel 1949, proposero un mo<strong>del</strong>lo <strong>per</strong> i pioni come composti dei nucleoni:<br />
π + ≈ p¯n, π − ≈ ¯pn, π 0 ≈ ¯pp − ¯nn (1.21)<br />
Questi sono infatti le tre componenti <strong>di</strong> isospin 1 che si formano a partire da due isospin 1/2. Poiché la fondamentale<br />
<strong>di</strong> SU(3) contiene tre componenti, Sakata nel 1956 propose una generalizzazione <strong>del</strong> mo<strong>del</strong>lo precedente ai mesoni<br />
strani, aggiungendo una terza particella a protone e neutrone, <strong>il</strong> barione Λ0 . Cioè Sakata identificava le componenti<br />
<strong>del</strong>la rappresentazione fondamentale <strong>di</strong> SU(3) con le seguenti particelle<br />
⎡<br />
ψα = ⎣ p<br />
n<br />
Λ0 ⎤<br />
⎦ , α = 1, 2, 3 (1.22)<br />
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