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Appunti per il corso: Fisica del plasma di quark e gluoni (A.A. ... - Infn

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con autovalore EA = ɛ0 − ɛ1. Si può <strong>di</strong>mostrare che ɛ1 < 0 e quin<strong>di</strong> lo stato fondamentale è quello simmetrico |S〉.<br />

Come risultato avremo una osc<strong>il</strong>lazione quantistica. Possiamo esprimere gli stati |R〉 e |L〉 in termini degli autostati<br />

<strong>del</strong>l’energia<br />

|R〉 = 1<br />

√ 2 (|S〉 + |A〉)<br />

|L〉 = 1<br />

√ 2 (|S〉 − |A〉) (5.23)<br />

Supponiamo <strong>di</strong> preparare uno stato ponendo una particella nel minimo <strong>di</strong> destra.<br />

<strong>del</strong>l’energia e quin<strong>di</strong> osc<strong>il</strong>lerà con una evoluzione temporale<br />

Questo non è un autostato<br />

|R, t〉 = 1<br />

<br />

√ e<br />

2<br />

−iESt<br />

<br />

|S〉 + e<br />

−iEAt<br />

|A〉 = 1<br />

<br />

√ e<br />

−iESt<br />

|S〉 + e<br />

2 −it∆E <br />

|A〉<br />

(5.24)<br />

con ∆E = EA − ES. Dunque <strong>per</strong> t = π/∆E lo stato |R〉 si trasforma nello stato |L〉. L’osc<strong>il</strong>lazione avviene con un<br />

<strong>per</strong>iodo<br />

T = 2π<br />

∆E<br />

In natura ci sono sistemi finiti come la molecola <strong>di</strong> zucchero che sembrano esibire una rottura spontanea <strong>del</strong>la simmetria.<br />

Infatti si osservano molecole <strong>di</strong> zucchero sia destrorse che sinistrorse. La spiegazione è che <strong>il</strong> <strong>per</strong>iodo <strong>di</strong><br />

osc<strong>il</strong>lazione è in questo caso molto lungo, <strong>del</strong>l’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> 10 4 − 10 6 anni.<br />

La separazione <strong>del</strong>lo stato fondamentale dal primo stato eccitato decresce con l’altezza <strong>del</strong>la barriera <strong>di</strong> potenziale<br />

tra i due minimi quin<strong>di</strong>, <strong>per</strong> sistemi infiniti l’altezza <strong>del</strong>la barriera <strong>di</strong>venta infinita e si può avere rottura spontanea.<br />

Per esempio, nel caso <strong>del</strong> campo scalare, segue dall’invarianza traslazionale <strong>del</strong> vuoto<br />

56<br />

(5.25)<br />

〈0|φ(x)|0〉 = 〈0|e iP x φ(0)e −iP x |0〉 = 〈0|φ(0)|0〉 = v (5.26)<br />

e la <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> energia tra <strong>il</strong> massimo a φ = 0 e <strong>il</strong> minimo aφ = v, <strong>di</strong>venta infinita nel limite <strong>di</strong> volume infinito<br />

<br />

H(φ = 0) − H(φ = v) = − d 3 x<br />

2 µ<br />

2 v2 + λ<br />

4 v4<br />

<br />

= µ4<br />

<br />

4λ<br />

d 3 x = µ4<br />

V<br />

4λ<br />

(5.27)<br />

A. Esempio <strong>di</strong> rottura spontanea <strong>del</strong>la simmetria<br />

V<br />

Abbiamo visto come i fenomeni <strong>di</strong> creazione e <strong>di</strong>struzione <strong>di</strong> particelle <strong>di</strong>ano luogo a termini non-lineari nelle funzioni<br />

d’onda <strong>del</strong>le varie particelle. Questo non significa ovviamente che gli stati quantici non hanno più una struttura <strong>di</strong><br />

spazio vettoriale, ma semplicemente che lo spazio <strong>di</strong> H<strong>il</strong>bert che si deve considerare è lo spazio <strong>di</strong> tutte le particelle<br />

che intervengono nel processo. Per esempio, nel deca<strong>di</strong>mento <strong>del</strong> µ si ha uno stato iniziale che è uno stato <strong>di</strong> particella<br />

singola, mentre lo stato finale è uno stato a tre particelle. Entrambi questi stati vanno considerati come appartenenti<br />

ad uno spazio <strong>di</strong> H<strong>il</strong>bert costituito dallo stato senza particelle, <strong>il</strong> vuoto, gli stati ad una particella, gli stati a due e<br />

cosí via. La matrice T è allora un o<strong>per</strong>atore lineare che mappa, nel caso <strong>del</strong> deca<strong>di</strong>mento <strong>del</strong> µ, uno stato <strong>di</strong> particella<br />

singola in uno stato a tre particelle. In generale quando si ha questa struttura mult<strong>il</strong>ineare nelle funzioni d’onda<br />

significa semplicemente che si sta considerando uno stato a molte particelle in questo spazio <strong>di</strong> H<strong>il</strong>bert allargato, detto<br />

anche spazio <strong>di</strong> Fock. Questo lungo <strong>di</strong>s<strong>corso</strong> serve <strong>per</strong> introdurre anche <strong>per</strong> le particelle scalari la possib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> termini<br />

<strong>di</strong> autointerazione, quali φ 3 , φ 4 , ecc., che daranno luogo a vertici tr<strong>il</strong>ineari, quadr<strong>il</strong>ineari e cosí via. Descriveranno<br />

cioè una transizione da una particella in due, due in due o una in tre, ecc. Il fatto nuovo che emerge <strong>per</strong> gli scalari<br />

è la possib<strong>il</strong>ità, nel caso <strong>di</strong> autointerazioni, che ci siano <strong>del</strong>le soluzioni costanti <strong>per</strong> le funzioni d’onda, e che quin<strong>di</strong><br />

l’espansione in onde piane sia <strong>del</strong>la forma<br />

V<br />

φ(x) = c + onde piane (5.28)<br />

Come vedremo, la costante <strong>per</strong>metterà <strong>di</strong> generare la massa <strong>per</strong> i bosoni vettoriali in una teoria <strong>di</strong> gauge. Poiché una<br />

soluzione costante c = 0 corrisponde a pµ = 0 (∂µc = 0), la si associa ad una struttura non banale <strong>del</strong> vuoto. Per<br />

contrasto <strong>il</strong> caso c = 0, corrisponde ad una struttura <strong>di</strong> vuoto banale (assenza <strong>di</strong> campo). Consideriamo allora una<br />

lagrangiana <strong>per</strong> φ <strong>del</strong>la forma<br />

L = ∂µφ ⋆ ∂ µ φ − V (|φ| 2 ) (5.29)

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