Appunti per il corso: Fisica del plasma di quark e gluoni (A.A. ... - Infn
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Ma la relazione <strong>per</strong> l’impulso totale <strong>del</strong> protone da<br />
e quin<strong>di</strong><br />
ɛu + ɛd = 1 − ɛg<br />
24<br />
(2.92)<br />
ɛg = 0.46 (2.93)<br />
Dunque circa <strong>il</strong> 50% <strong>del</strong>l’impulso totale <strong>del</strong> protone è dovuto a particelle neutre, ai <strong>gluoni</strong>. Questo tipo <strong>di</strong> particelle<br />
è una pre<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> QCD.<br />
III. CROMODINAMICA QUANTISTICA (QCD)<br />
Nelle Sezioni precedenti abbiamo visto che la rappresentazione che ci siamo fatti <strong>del</strong> protone come costituito da<br />
particelle cariche puntiformi, identificate come <strong>quark</strong>, è ben suffragata dai dati s<strong>per</strong>imentali. Abbiamo anche mostrato<br />
che devono <strong>per</strong>ò esistere anche degli oggetti neutri all’interno <strong>del</strong> nucleone, i <strong>gluoni</strong>. Nel mo<strong>del</strong>lo a <strong>quark</strong> avevamo<br />
mostrato l’esigenza <strong>di</strong> un nuovo grado <strong>di</strong> libertà, <strong>il</strong> colore. All’inizio degli anni 70 cominciarono ad affermarsi le<br />
teorie <strong>di</strong> Yang e M<strong>il</strong>ls <strong>per</strong> la descrizione <strong>del</strong>le interazioni deboli. Apparve allora naturale cercare <strong>di</strong> applicare queste<br />
idee anche alle interazioni forti. Le teorie <strong>di</strong> Yang-M<strong>il</strong>ls sono una generalizzazione <strong>del</strong>la teoria elettromagnetica nel<br />
seguente senso. Si è visto che l’elettromagnetismo descrive particelle cariche in interazione con <strong>il</strong> potenziale <strong>di</strong> gauge<br />
Aµ(x). La forma <strong>di</strong> questa interazione risulta dettata dall’invarianza <strong>di</strong> gauge, cioè dall’invarianza <strong>del</strong>la teoria rispetto<br />
alle seguenti trasformazioni combinate agenti sulla funzione d’onda <strong>del</strong>la particella carica e sul potenziale e.m.<br />
φ(x) → φ ′ (x) = e iα(x) φ(x), Aµ(x) → Aµ(x) − 1<br />
q ∂µα (3.1)<br />
Questa invarianza si impone, partendo da una lagrangiana invariante sotto la trasformazione globale, cioè con α<br />
in<strong>di</strong>pendente da x ed effettuando poi la sostituzione minimale<br />
∂µ → ∂µ + iqAµ<br />
Nella <strong>di</strong>scussione <strong>del</strong> mo<strong>del</strong>lo a <strong>quark</strong> abbiamo mostrato come si possano avere <strong>del</strong>le situazioni in cui si hanno<br />
simmetrie interne, cioè simmetrie sotto trasformazioni che non coinvolgono né lo spazio né <strong>il</strong> tempo. Per esempio<br />
l’isospin <strong>per</strong> <strong>il</strong> nucleone o la simmetria SU(3) <strong>di</strong> Gell-Mann e Néeman <strong>per</strong> i <strong>quark</strong> u, d, s. In questi casi le funzioni<br />
d’onda sone <strong>del</strong>le quantità complicate che oltre ad avere in<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> spin hanno anche in<strong>di</strong>ci corrispondenti ad ulteriori<br />
numeri quantici. Per esempio, i <strong>quark</strong> u, d, s colorati sono descritti da una funzione d’onda a 36 componenti complesse<br />
(3.2)<br />
ψα,a,i(x), α = 1, · · · , 4, a = u, d, s, i = R, W, B (3.3)<br />
dove α è l’in<strong>di</strong>ce spinoriale <strong>di</strong> Dirac, a corrisponde alla scelta tra i tre <strong>quark</strong> u, d, s, o come si <strong>di</strong>ce alla scelta dei<br />
flavors (sapori), mentre i sceglie <strong>il</strong> colore. Il primo in<strong>di</strong>ce è legato alla simmetria spazio-temporale <strong>di</strong> Lorentz, mentre<br />
gli altri due sono legati a simmetrie interne. Ovviamente simmetria significa che effettuando una data trasformazione<br />
sulla funzione d’onda, l’equazione da questa sod<strong>di</strong>sfatta non cambia. Nel caso che stiamo considerando, limitandosi<br />
alle simmetrie interne, si possono fare <strong>del</strong>le trasformazioni sull’in<strong>di</strong>ce a con matrici <strong>di</strong> SU(3)<br />
oppure <strong>del</strong>le trasformazioni agenti su i<br />
ψα,a,i(x) → Vabψα,a,i(x), V ∈ SU(3) (3.4)<br />
ψα,a,i(x) → Uijψα,a,i(x), U ∈ SU(3) (3.5)<br />
dove U è ancora una matrice <strong>di</strong> SU(3). Questo SU(3) deve <strong>per</strong>ò essere pensato <strong>di</strong>stinto dall’altro, ed a questo scopo<br />
lo denoteremo con SU(3)c. Si può anche fare una trasformazione combinata, detta <strong>di</strong> SU(3) ⊗ SU(3)c in quanto le<br />
due trasformazioni agiscono in modo in<strong>di</strong>pendente<br />
ψα,a,i(x) → VabUijψα,a,i(x) (3.6)<br />
Le due trasformazioni sono su basi completamente <strong>di</strong>verse. Le trasformazioni <strong>di</strong> tipo V non sono simmetrie <strong>del</strong>le<br />
equazioni <strong>del</strong> moto. Infatti queste contengono dei termini che non sono invarianti. Sappiamo <strong>per</strong> esempio, che le<br />
masse dei barioni all’interno <strong>del</strong>l’ottetto o <strong>del</strong> decupletto non sono uguali. Consideriamo come <strong>il</strong>lustrazione <strong>il</strong> caso