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Rivista n.3 consultabile - Dipartimento Funzione Pubblica

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isogni hanno finito col travolgerlo, e l’opinione pubblica ha cominciato a farsi l’idea che i pubblici dipendenti<br />

fossero, per la maggior parte, dei “fannulloni”, gente abituata ormai da tempo a considerare il proprio impiego<br />

una comoda sinecura, protervamente decisi a sottrarsi con ogni pretesto ai loro doveri, intenti a perseguitare<br />

quasi sadicamente i cittadini con mille pretese astruse, con ogni sorta di arbitri e maltrattamenti, dimostrando la<br />

più totale indifferenza verso le loro legittime istanze.<br />

Le cose non stanno proprio così, e lo so benissimo, tanto è vero che mi sono subito prodigato a mettere in<br />

evidenza anche i tanti aspetti positivi del settore pubblico in Italia: i progetti che hanno prodotto o possono<br />

produrre miglioramenti effettivi, l’ottima preparazione di base della grande maggioranza del personale, le<br />

potenzialità del sistema in termini di risparmi realizzabili e di concreto sostegno per le imprese e la produttività.<br />

Tuttavia non potevo, per le mie responsabilità di ministro di questa repubblica, tacere, come qualche mio illustre<br />

predecessore ha in parte fatto, anche i difetti attuali del sistema: la sua rigidità, le tante progettazioni incompiute<br />

o soltanto annunciate, il progressivo disinteresse di troppi verso il proprio lavoro e di conseguenza la loro<br />

crescente mancanza di rispetto verso i cittadini e verso gli stessi colleghi (e il rispetto reciproco è importante se<br />

si vuole imparare a fidarsi l’uno dell’altro). Dovevo essere impietoso nell’analisi e nei primi rimedi perché, non<br />

apparendo sin da principio come il “sindacalista” del pubblico impiego (con tutto il rispetto per i sindacalisti veri<br />

e sinceri, e posso ben dirlo io, che per tanti anni ho diretto la Fondazione Brodolini ∗ ), solo così potevo<br />

accreditarmi presso la maggior parte dei cittadini come il promotore di un nuovo patto tra loro e la loro pubblica<br />

amministrazione, fatta anch’essa di cittadine e cittadini con i loro diritti, i loro progetti, le loro speranze.<br />

Per questo sono state avviate tante iniziative che hanno in comune lo scopo molto concreto di modificare in<br />

maniera strutturale il rapporto delle persone, dei cittadini-clienti con i servizi pubblici di ogni genere, dalla<br />

previdenza alla scuola, dalle finanze alla salute, dall’industria alla sicurezza. Abbiamo avviato l’”Operazione<br />

∗ La Fondazione Giacomo Brodolini, istituita nell’aprile del 1971, svolge attività di ricerca e promozione culturale incentrate su diversi temi: economia, sociologia e<br />

diritto del lavoro, politiche formative, pari opportunità, sviluppo locale, relazioni industriali, storia. Promuove e organizza seminari, convegni e dibattiti, cura diverse<br />

pubblicazioni per consentire la diffusione delle idee elaborate e dei risultati conseguiti nell’attività di studio, ma anche per animare il confronto, lo scambio di esperienze<br />

e l’approfondimento.

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