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Un modello territoriale per l'analisi economica sull'uso dell ... - Inea

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giacché, in genere, non variano con l’acqua erogata e sono ripagate da quote fisse dei<br />

pagamenti che non influiscono sulle scelte d’allocazione <strong>dell</strong>a risorsa nel breve <strong>per</strong>iodo.<br />

Dall’altra parte, i pagamenti sono stati ricostruiti applicando i criteri di calcolo dei<br />

contributi irrigui alle colture, alle su<strong>per</strong>fici o, dove previsto, ai volumi d’acqua usati dagli<br />

agricoltori in quegli anni. 10 La tabella 3.1 riporta i valori assoluti dei pagamenti irrigui<br />

agricoli e quelli dei costi <strong>dell</strong>a distribuzione idrica, totale e <strong>per</strong> metro cubo d’acqua.<br />

Tabella 3.1 - Rapporto tra contributi irrigui e costi d’esercizio <strong>dell</strong>a distribuzione<br />

idrica<br />

Consorzi<br />

Contributi irrigui<br />

(000 €)<br />

Contributi<br />

Costi <strong>per</strong><br />

<strong>per</strong> metro Costi di esercizio<br />

metro cubo<br />

cubo (000 €)<br />

utilizzato (€)<br />

utilizzato (€)<br />

Contributi<br />

Costi<br />

CO 1.599,5 0,0261 1.709,7 0,0279 0,94<br />

VAB 916,9 0,0583 791,5 0,0504 1,16<br />

BM 4.160,1 0,0372 4.123,4 0,0343 1,01<br />

DS 953,7 0,0119 670,5 0,0084 1,42<br />

I risultati mostrano che la struttura del sistema influenza la composizione e l’entità<br />

dei costi. Così, nel Destra Sele i costi al metro cubo sono minori poiché prevale la<br />

distribuzione <strong>per</strong> gravità che non usa energia elettrica. Sempre nel Destra Sele la diffusione<br />

<strong>dell</strong>’irrigazione, svolta su molte colture in successione, contribuisce ad abbassare i costi<br />

unitari. Infine, i costi d’esercizio crescono quando vanno gestiti, direttamente o<br />

10 Nel momento in cui si è svolta l’analisi, i quattro Consorzi calcolavano i contributi irrigui <strong>dell</strong>e<br />

aziende agricole con sistemi diversi. Il Vulture applicava un canone fisso <strong>per</strong> ettaro attrezzato con<br />

impianti consortili e calcolava i contributi variabili con criteri diversi. In alcuni distretti li calcolava<br />

in base all’uso <strong>dell</strong>’acqua, rilevato da contatori e moltiplicato <strong>per</strong> un parametro di costo al metro<br />

cubo. In altri applicava il criterio <strong>dell</strong>’ettaro/coltura, definito in base alle stime sui fabbisogni idrici<br />

<strong>dell</strong>e colture, al sistema d’adacquamento adottato in azienda e alla necessità di sollevare l’acqua<br />

nelle varie zone. Anche il Bradano aveva un sistema binomio. In una parte del territorio la quota<br />

variabile si calcolava in base agli scaglioni di consumo, alle tecniche d’irrigazione, alla qualità del<br />

servizio fornito dalla rete e alle condizioni di reddito <strong>dell</strong>’area, <strong>per</strong> favorire le zone svantaggiate. Nel<br />

resto del territorio i contributi variavano solo in base al livello dei consumi. Nel momento in cui si è<br />

svolta l’analisi, <strong>per</strong>ò, lo stato <strong>dell</strong>a rete impediva di rilevare i consumi e, cosi, il Consorzio adottava<br />

ovunque un sistema forfettario di scaglioni che attribuiva il 90% dei pagamenti allo scaglione di<br />

180,76 € a ettaro. Anche il Campidano aveva un elemento fisso dei contributi irrigui <strong>per</strong> pagare la<br />

manutenzione degli impianti. <strong>Un</strong> altro elemento finanziava i costi d’esercizio ed era calcolato col<br />

criterio <strong>dell</strong>’ettaro/coltura, distinguendo in base ai consumi medi <strong>dell</strong>e colture. Il Destra Sele<br />

applicava un canone fisso a ettaro indipendente dall’uso <strong>dell</strong>’acqua. Il canone dei vari distretti era<br />

diverso <strong>per</strong> considerare le condizioni <strong>dell</strong>a rete e, quindi, <strong>dell</strong>a fornitura idrica.<br />

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