Un modello territoriale per l'analisi economica sull'uso dell ... - Inea
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Nella situazione esaminata, uno scadimento qualitativo <strong>dell</strong>e acque che riduca<br />
fortemente le disponibilità e, dunque, l’uso <strong>dell</strong>’acqua e <strong>dell</strong>a terra, non dovrebbe avere un<br />
impatto drammatico sui redditi. L’impatto potrebbe tuttavia essere assai più rilevante nelle<br />
aree in cui la disponibilità idrica unitaria è meno abbondante. Per converso in altri casi il<br />
deterioramento <strong>dell</strong>a qualità <strong>dell</strong>’acqua, almeno nel medio – lungo <strong>per</strong>iodo, potrebbe non<br />
necessariamente azzerare le disponibilità. In questo caso, il fenomeno potrebbe ridurre<br />
parzialmente le disponibilità e/o far aumentare i costi <strong>dell</strong>’acqua <strong>per</strong> i trattamenti necessari<br />
a raggiungere adeguati standard qualitativi.<br />
5.3 Espansione del servizio consortile ad altre aree<br />
In alcuni casi le imprese <strong>dell</strong>e aree limitrofe chiedono di entrare nello schema<br />
distributivo dei Consorzi: spesso, infatti, le disponibilità idriche di queste aree sono limitate<br />
e sono alti i costi d’approvvigionamento <strong>dell</strong>’acqua da altre fonti, su<strong>per</strong>ficiali o sotterranee.<br />
I Consorzi possono essere sensibili a questa richiesta <strong>per</strong> consolidare le loro dimensioni<br />
o<strong>per</strong>ative e sfruttare al meglio le loro dotazioni di capitali fissi. In alcuni casi, <strong>per</strong>ò, questa<br />
richiesta va valutata considerando che non è possibile acquisire altre risorse idriche da<br />
destinare alle aree cui estendere il servizio. In tali condizioni può nascere una competizione<br />
<strong>per</strong> l’uso <strong>dell</strong>’acqua tra le aziende <strong>dell</strong>e zone originarie e quelle <strong>dell</strong>e aree d’espansione. Le<br />
prime osteggerebbero l’espansione <strong>dell</strong>e aree consortili senza avere adeguate quantità<br />
aggiuntive d’acqua.<br />
La simulazione condotta nel Campidano cerca di valutare questi aspetti e riguarda<br />
un’area di espansione, il Sinis, che è piuttosto piccola rispetto all’intera area consortile, 600<br />
ettari pari al 3,6% <strong>dell</strong>a su<strong>per</strong>ficie del Consorzio. Alcune aziende <strong>dell</strong>’area praticano già<br />
l’irrigazione che assume, <strong>per</strong>ò, un peso limitato poiché gli approvvigionamenti avvengono<br />
da pozzi molto profondi, oltre 100 m, che hanno alti costi di realizzazione, manutenzione ed<br />
esercizio.<br />
Si è svolta allora una simulazione che prevede l’inclusione di questa zona nel<br />
Consorzio, che la fornisce d’acqua senza acquisire, <strong>per</strong>ò, risorse aggiuntive. I risultati<br />
indicano che gli usi <strong>dell</strong>’acqua, le su<strong>per</strong>fici irrigate e i redditi agricoli del Sinis crescono<br />
molto, tabella 5.3. In particolare, il coefficiente d’elasticità indica che l’aumento del 10%<br />
negli usi idrici <strong>dell</strong>e aziende area <strong>dell</strong>’area ne accresce i redditi del 3,4%, con un aumento<br />
assoluto dei redditi di 82,6 € <strong>per</strong> ettaro di SAU. Ciò suggerisce che i produttori <strong>dell</strong>’area<br />
possono anche contribuire a coprire una parte <strong>dell</strong>e spese di espansione <strong>dell</strong>a rete<br />
consortile.<br />
La disponibilità totale d’acqua è <strong>per</strong>ò costante e, cosi, l’intervento non ne<br />
modifica l’uso e le su<strong>per</strong>fici irrigate in tutta l’area consortile. La possibilità di<br />
riallocare l’acqua tra le aree di vecchia e di nuova irrigazione consortile ha un impatto<br />
minimo anche sui redditi agricoli totali, che restano prossimi a quelli precedenti<br />
l’intervento. Vi è invece un forte impatto distribuivo. L’intervento produce effetti<br />
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