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Sintesi della Relazione - Relazione sullo Stato Sanitario del Paese ...

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<strong>Sintesi</strong> <strong><strong>del</strong>la</strong> <strong>Relazione</strong>Sebbene l’ipoacusia continui a permanere aiprimi posti, anche se con trend costantementein diminuzione, le malattie più diffusein tutti i settori produttivi con circa18.000 casi risultano essere le malattie osteoarticolarie muscolotendinee, in particolarele affezioni dei dischi intervertebrali persovraccarico biomeccanico e per artrosi e letendiniti; queste ultime, negli anni compresidal 2003 al 2007, hanno mostrato una crescita<strong>del</strong> 131%.Le malattie respiratorie hanno mostratouna lieve flessione numerica, essendo passatea 2.353 nel 2009 a fronte <strong>del</strong>le 2.450pervenute nel precedente anno.Per le patologie tumorali, escluse le neoplasieda asbesto, le denunce hanno riguardato1.132 casi relativamente all’anno 2009,mentre per le malattie causate dall’asbestocostituite da neoplasie, asbestosi e placchepleuriche si sono registrate nello stesso anno2.043 denunce, con una lieve riduzionenel quinquennio rispetto ai 2.133 casi nel2005.Appare tuttora prioritario facilitare l’emersione<strong>del</strong>le “malattie professionali perdute”attraverso un miglioramento <strong>del</strong> livello <strong>del</strong>leconoscenze <strong>del</strong> personale medico sulle problematicheconnesse all’identificazione e gestione<strong>del</strong>le malattie professionali e, in particolare,degli ex-esposti a cancerogeni professionali.La ricerca sanitaria nel settore<strong>del</strong>le “malattie lavorative emergenti” appareessere ugualmente importante sia per il ritornodi conoscenze in termini di prevenzione,sia per assicurare una giusta tutela previdenziale,a oggi non sempre sufficientementegarantita.2.14. Malattie infettive emergenti o riemergentiNumerose malattie infettive emergenti sonoarrivate all’attenzione <strong>del</strong>l’opinione pubblicadurante il 20° e 21° secolo, causando spessopaura e angoscia nella popolazione.Esempi recenti sono rappresentati dalla variante<strong><strong>del</strong>la</strong> malattia di Creutzfeld-Jakob(vCJD), malattia neurologica cronica degenerativacausata da un “agente infettivo” responsabile<strong>del</strong>l’encefalopatia spongiformebovina, meglio conosciuta come malattia<strong><strong>del</strong>la</strong> “mucca pazza”. Dal 2000 al 2010 sonostati segnalati in Italia circa 1.100 casi dimalattia di Creutzfeldt-Jakob, solo uno deiquali causato dalla nuova legata alla “muccapazza”.Anche l’influenza aviaria ha rappresentato,e rappresenta tuttora, un’importante malattiaemergente. Dal 2003 ad aprile 2011l’OMS ha segnalato 530 casi e 313 decessinell’uomo in tutto il mondo. Il 24 aprile2009 l’OMS ha lanciato l’allerta sul possibilerischio connesso alla diffusione di unnuovo virus influenzale di tipo A/H1N1nell’uomo e al suo potenziale pandemico.L’Italia ha potenziato e attivato diversi sistemiper monitorare l’andamento <strong><strong>del</strong>la</strong>pandemia, il suo impatto e l’efficacia <strong>del</strong>lemisure di mitigazione e contenimento messein atto, attraverso una stretta sinergia diazioni di sorveglianza epidemiologica traMinistero <strong><strong>del</strong>la</strong> Salute e Regioni. L’Italia èstata, inoltre, il primo <strong>Paese</strong> europeo ad attivarela campagna di vaccinazione per lanuova influenza. I dati raccolti attraversoil sistema di sorveglianza attiva evidenzianoche le fasce di età più colpite sono risultatequelle dei bambini di età tra 0 e 4 anni(incidenza cumulativa: 232 per 1.000 assistiti)e tra 5 e 14 anni (271 casi per 1.000assistiti). In totale, dal 19 ottobre 2009 allafine di aprile 2010 il 9% <strong><strong>del</strong>la</strong> popolazioneitaliana si è ammalato. Sono stati segnalati260 decessi in casi confermati soprattuttonella fascia di età 15-64 anni, in cui normalmentenon si rileva un’elevata letalità.Tra le malattie infettive ri-emergenti vi è latubercolosi. L’Italia è un <strong>Paese</strong> a bassa prevalenza(< 10 casi per 100.000 abitanti),anche se esistono significative differenzetra Nord e Sud <strong>del</strong> <strong>Paese</strong> e tra persone natein Italia e persone nate all’estero. Negli ultimiventicinque anni il trend è stato sostanzialmentestabile (intorno ai 7 casi per100.000 abitanti). Il tasso di incidenza nel2008 era 7,66 casi per 100.000 residenti.Nell’ultimo decennio si sono osservati unaprogressiva diminuzione <strong>del</strong>l’incidenza negliultrasessantacinquenni (8 casi per 100.000)e un lieve e progressivo incremento tra i giovani(classe di età 15-24 anni: 9 casi per100.000). Gli immigrati hanno un rischioXLVI

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