<strong>Sintesi</strong> <strong><strong>del</strong>la</strong> <strong>Relazione</strong>vernare i momenti di criticità <strong>del</strong>le scortedurante la stagione estiva, garantire l’utilizzoappropriato degli emoderivati, e la promozione<strong><strong>del</strong>la</strong> qualità e sicurezza dei prodottie <strong>del</strong>le prestazioni erogate dai servizitrasfusionali, <strong>del</strong>le attività svolte dagli stessinell’ambito <strong><strong>del</strong>la</strong> raccolta e conservazione<strong>del</strong>le cellule staminali emopoietiche, ivi inclusile banche di sangue da cordone, la fi<strong>del</strong>izzazionedei donatori e il progressivo abbattimento<strong>del</strong>le donazioni occasionali.2.8. Assistenza agli anzianiLe sempre più favorevoli condizioni di sopravvivenzahanno fatto registrare nel tempoun incremento <strong>del</strong>le persone di 65 anni epiù, che rappresentano ormai il 20,2% <strong><strong>del</strong>la</strong>popolazione italiana e risultano essere imaggiori utilizzatori <strong>del</strong>le risorse sanitarie.Questa situazione ha indotto il Servizio <strong>Sanitario</strong>italiano a un’attenta riflessione circala necessità di ripensare culturalmente e riconsiderarestrutturalmente le prestazionisanitarie e la loro modalità di erogazione,favorendo l’integrazione tra prevenzione ecura da una parte e risposta ai bisogni sociosanitaridall’altra, con la consapevolezzache per risultare efficace un intervento sanitarionecessita di un’adeguata continuità dicura ospedale-territorio e di risposta multidisciplinare<strong>del</strong>l’assistenza territoriale. Il sistemasociosanitario deve predisporre adeguatemodalità di intervento sia nei confronti<strong>del</strong>l’anziano che vive una “sana” vecchiaia,sia nell’approccio all’anziano con patologia,generalmente di natura cronico-degenerativa,sia nell’approccio all’anziano confragilità, con l’obiettivo di ridurre al minimogli esiti negativi ottimizzando il funzionamento<strong>del</strong>le capacità residue. L’organizzazione<strong>del</strong>l’assistenza deve prevedere l’ingressonel sistema attraverso i Punti Unici di Accesso(PUA), intesi come il luogo deputato alricevimento e decodifica <strong><strong>del</strong>la</strong> domanda inizialee al coordinamento <strong>del</strong>l’erogazione deiservizi previsti dal piano assistenziale.Nel 2009 i dati relativi ai ricoveri ordinaridi anziani ultrasessantacinquenni registranoun valore assoluto in diminuzione (3.190.247a fronte dei circa 3.600.000 <strong>del</strong> 2006), maun contemporaneo aumento <strong><strong>del</strong>la</strong> percentualesul totale dei ricoveri riferiti all’interapopolazione, passando dal 40,4% <strong>del</strong> 2006al 42,1% attuale. La degenza media, pari a7,8 e 9,1 giornate rispettivamente per le dueclassi 65-74 e 75+, si è abbassata rispetto aidati precedenti.L’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) èun’attività in progressivo sviluppo nella retedei servizi, anche se il suo grado di diffusionerisulta ancora diverso tra le realtà regionali.La percentuale dei soggetti ultrasessantacinquennisul totale dei pazientitrattati in ADI è <strong>del</strong> 91,7% in Liguria e <strong>del</strong>90,6% in Emilia Romagna; i livelli di minorepresenza di anziani sul totale dei casiin ADI si registra invece nelle Province Autonomedi Bolzano e di Trento (rispettivamente57,4% e 55,4%). Ugualmente moltovariabili sul territorio nazionale sono le oredi assistenza erogate per caso trattato. Per ipazienti non assistibili a domicilio, i postiresidenziali censiti nel 2009 dal Sistema informativosono 162.590. Ospitano una popolazionedi 237.000 persone, per un totaledi oltre 53 milioni di giornate di assistenzae una media di 224,7 giornate per utente. Ilnumero sia dei posti sia degli utenti è sensibilmentepiù alto nelle Regioni <strong>del</strong> Nord,con la Lombardia al primo posto.Il sistema di rilevazione <strong>del</strong>le attività semiresidenzialiviene implementato con minorecompletezza da parte <strong>del</strong>le Regioni e mostramolti vuoti di informazione. In qualchemodo testimonia la necessità di un potenziamentodei servizi territoriali, che potrebbecontribuire a contenere la domandadi assistenza residenziale più complessa.In base a quanto fin qui esposto, e in relazioneal dibattito aperto nel <strong>Paese</strong>, si ritengonoprioritarie le seguenti indicazioni diprogrammazione:■■favorire l’invecchiamento attivo <strong><strong>del</strong>la</strong> personaper migliorarne lo stato di salute eprevenire condizioni patologiche con ladiffusione di comportamenti che prevedanouna dieta sana, l’attività fisica adattata,l’eliminazione dei principali fattori dirischio per la salute (fumo, alcool);■■implementare la diffusione di proceduredi presa in carico unitarie e dei PUApresso i Distretti Sanitari;CVI
<strong>Sintesi</strong> <strong><strong>del</strong>la</strong> <strong>Relazione</strong>Figura. Tasso di ospedalizzazione per classe d’età (dimessi per 1.000 abitanti) [Anno 2009].65-74 anni ≥ 75 anni Tutte le etàPiemonteValle d’AostaLombardiaPA di BolzanoPA di TrentoVenetoFriuli Venezia GiuliaAbruzzoBasilicataCalabriaCampaniaEmilia RomagnaLazioLiguriaMarcheMolisePugliaSardegnaSiciliaToscanaUmbriaItaliaDimessi per 1.000 abitantiFonte: Ministero <strong><strong>del</strong>la</strong> Salute – Sistema Informativo <strong>Sanitario</strong> – Scheda di Dimissione Ospedaliera.■■favorire la conoscenza e l’utilizzo di strumentiquali la valutazione multidimensionale,particolarmente indicati per lacorretta identificazione dei bisogni <strong>del</strong>lepersone anziane;■■implementare le attività formative deglioperatori nell’ambito <strong><strong>del</strong>la</strong> prevenzione,cura e gestione <strong>del</strong>l’anziano nei suoiaspetti clinico-assistenziali, anche al finedi garantire la continuità assistenziale,soprattutto per gli anziani fragili;■■potenziare e qualificare sempre di più sial’ADI sia l’assistenza nelle strutture residenzialie semiresidenziali;■■favorire lo scambio di conoscenze tra isoggetti responsabili <strong>del</strong>l’assistenza e ilmondo <strong><strong>del</strong>la</strong> ricerca scientifica, ancheper quanto riguarda in particolare laproblematica <strong><strong>del</strong>la</strong> poliassunzione di farmacida parte <strong>del</strong>l’anziano e la frequenteesclusione <strong>del</strong>l’anziano con comorbiditàdagli studi clinici randomizzati.2.9. La presa in carico <strong>del</strong>le condizioni difragilità e di non autosufficienzaLe persone non autosufficienti sono coloroche hanno subito la perdita permanente,totale o parziale, <strong>del</strong>le abilità fisiche, psichiche,sensoriali, cognitive e relazionali,alla quale consegue l’incapacità di svolgerele azioni essenziali <strong><strong>del</strong>la</strong> vita quotidianasenza l’aiuto di altri. La fragilità è intesacome maggiore vulnerabilità <strong>del</strong>l’individuoallo stress; comporta una limitazione <strong>del</strong>leattività quotidiane dovuta alla presenza dipluripatologie e un deterioramento <strong><strong>del</strong>la</strong>salute e <strong>del</strong>lo stato funzionale, che predisponea esiti negativi. In particolare si trattadi soggetti anziani con comorbilità e instabilitàclinica, disabilità e rischio di eventiavversi, con elevata incidenza di ospedalizzazionee/o morte. La presa in carico <strong>del</strong>soggetto con fragilità e/o <strong>del</strong> soggetto nonautosufficiente ha assunto un ruolo prioritarionella programmazione degli interventisanitari negli anni recenti, proprio in virtù<strong>del</strong>le peculiari caratteristiche bio-psicosocialidi tali soggetti.Centrali, a tale proposito, sono il momento<strong><strong>del</strong>la</strong> valutazione multidimensionale e laformulazione di un progetto di cura e assistenzaindividuale finalizzato a tutelare ladignità <strong><strong>del</strong>la</strong> persona.Il Piano Individuale di Assistenza (PAI) sociosanitariointegrato definisce gli obiettivie i risultati attesi nei termini di manteni-CVII