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Sintesi della Relazione - Relazione sullo Stato Sanitario del Paese ...

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<strong>Sintesi</strong> <strong><strong>del</strong>la</strong> <strong>Relazione</strong>camente significativo anche per esposizioniprolungate a concentrazioni di radon medio-basse,che non superano i 200 Bq/m 3 .L’ISS ha stimato che i casi di morte per cancropolmonare attribuibili al radon in Italiasono circa 3.200 (IC 95% 1.100-5.700) l’anno,la maggioranza dei quali tra i fumatori acausa degli effetti sinergici di radon e fumo.Sulla base di questi risultati si stanno sviluppandonuovi approcci finalizzati a ridurrei rischi connessi all’esposizione al radon.Tali approcci non sono più incentrati esclusivamentesulla riduzione dei valori più elevatidi concentrazione di radon nelle abitazionie nei luoghi di lavoro, ma consideranogiustificati anche interventi (inclusi quellinormativi) finalizzati alla riduzione di concentrazionidi radon medio-basse, tenendoconto anche <strong>del</strong> rapporto costo-efficacia.Una <strong>del</strong>le strategie d’intervento con migliorerapporto efficacia-costo consiste nel prevederenegli strumenti urbanistici (piani dicoordinamento, PRG, regolamenti ediliziecc.) di tutti gli Enti preposti alla pianificazionee controllo <strong>del</strong> territorio (in particolarele amministrazioni comunali) la prescrizioneper i nuovi edifici di adottaresemplici ed economici accorgimenti costruttivifinalizzati alla riduzione <strong>del</strong>l’ingressodi radon e a facilitare l’installazionedi sistemi di rimozione <strong>del</strong> radon che si rendesseronecessari successivamente alla costruzione<strong>del</strong>l’edificio. Analoghe prescrizionidovrebbero essere adottate per quegliedifici soggetti a lavori di ristrutturazioneo manutenzione straordinaria che coinvolganoin modo significativo le parti a contattocon il terreno (attacco a terra).L’esposizione eccessiva alle radiazioni ultraviolette(UV) è in grado di indurre moltiprocessi patologici a carico sia <strong><strong>del</strong>la</strong> cute(eritemi, melanomi, carcinomi spinocellularie basaliomi, nonché invecchiamentoprecoce <strong>del</strong> tessuto cutaneo), sia <strong>del</strong>l’occhio(fotocheratite, cataratta). Il sole rappresentala fonte naturale più significativa diesposizione agli UV, anche se negli ultimianni sono andate grandemente aumentandosorgenti artificiali di radiazione ultravioletta,come le lampade abbronzanti. LaIARC ha aggiornato nel 2009 la sua precedenteclassificazione, che vedeva la sola radiazionesolare inclusa fra i cancerogeniper l’uomo (gruppo 1), includendo nel gruppo1 anche le radiazioni UV A, B e C inquanto tali (cioè non solo in quanto componenti<strong><strong>del</strong>la</strong> radiazione solare), così comel’esposizione alle lampade e ai lettini solariper l’abbronzatura artificiale, che precedentementeerano considerati probabilicancerogeni per l’uomo (gruppo 2A).I danni da esposizione agli UV sono documentati,anche se in misura incompleta oparziale, soltanto per le neoplasie cutaneecorrelate o correlabili con l’esposizione aqueste radiazioni. Il numero di individui chesi ammala di melanoma cutaneo è purtroppoin crescita, anche se non si può escludereuna componente legata a possibile sovradiagnosi.In Italia ogni anno muoiono circa1.500 persone a causa di questa neoplasia<strong><strong>del</strong>la</strong> cute e circa 7.000 persone ne ricevonouna prima diagnosi. Fonti Istat (2005-2006)rivelano che la mortalità per melanoma aumentacirca <strong>del</strong>l’1-2% annuo e l’incidenza<strong>del</strong>lo stesso aumenta circa <strong>del</strong> 10% annuo.È indispensabile informare sui tempi di unacorretta esposizione solare in relazione alleproprie caratteristiche fenotipiche e sullecaratteristiche <strong>del</strong>le protezioni solari. Sulversante <strong><strong>del</strong>la</strong> prevenzione occupazionale,l’esposizione alla radiazione solare deve essereconsiderata un rischio per i lavoratorioutdoor.Esiste una diffusa preoccupazione nel pubblicoper i possibili effetti nocivi per la salute<strong>del</strong>l’esposizione a campi elettromagnetici,sia a frequenze estremamente basse(ELF, es. la frequenza di 50 Hz <strong><strong>del</strong>la</strong> correnteelettrica), sia alle frequenze più elevate(radiofrequenze, RF). Un possibile ruolocancerogeno dei campi magnetici ELF è statosuggerito solo in relazione alla leucemiainfantile. Per questa patologia alcuni studiepidemiologici hanno evidenziato un’associazionestatisticamente significativa. Per itumori infantili diversi dalla leucemia, e peri tumori negli adulti, le evidenze scientifichea favore <strong>del</strong>l’ipotesi di un’associazione conl’esposizione a campi magnetici ELF sonomolto più deboli. Lo stesso si può affermareper patologie come depressione, suicidi,LXXIV

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