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forschungsbericht november 2008 – juli 2012 - Kunsthistorisches ...

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64 | ABTEILUNGS- UND INSTITUTSÜBERGREIFENDE PROJEKTE<br />

La città-isola come paradigma della città<br />

Fin dalle sue origini la città è caratterizzata dalla presenza di un confine: un tracciato<br />

rituale, una cinta fortificata o un limite più sfumato che separa l'insediamento urbano dalla<br />

natura circostante. L'idea stessa di città è connessa all'esistenza di un ›dentro‹ e un ›fuori‹,<br />

che implica quella di punti di passaggio fra dentro e fuori e viceversa. In quanto delimitata<br />

da un confine posto dalla natura, ma contemporaneamente manipolato dall'uomo, la<br />

città-isola può essere considerata una forma paradigmatica di città.<br />

La morfologia e l'organizzazione spaziale di ogni insediamento urbano sono fortemente improntate<br />

dai confini naturali e dai vincoli/opportunità posti dal territorio. Per le città-isole<br />

la costa come confine del territorio praticabile dall'uomo si identifica con il limite della città<br />

come organismo politico, giuridico, economico di aggregazione sociale<br />

nonché come spazio costruito e organizzato. Il confine naturale<br />

si presenta come una opportunità dal punto di vista difensivo; come<br />

un vincolo per quanto riguarda, ad esempio, i collegamenti con il territorio<br />

circostante nonché la limitata area disponibile all'urbanizzazione.<br />

I collegamenti marittimi sono d'altro canto favoriti e la città-isola<br />

si pone spesso quale ›ponte‹ fra il territorio e il mare <strong>–</strong> anch'esso<br />

spazio economico, giuridico, politico, veicolo di ricchezze e saperi,<br />

ma anche di segregazioni.<br />

La canalizzazione degli afflussi e deflussi dalla città, propria di qualunque<br />

forma di cinta muraria, non può concentrarsi, nelle città-isole,<br />

sulle porte urbane, bensì necessita di dotazioni infrastrutturali molto<br />

più impegnative come ponti e porti. Questi offrono opportunità ulteriori<br />

all'esplicazione delle esigenze rappresentative e simboliche connesse<br />

all'ingresso/egresso dalla città. La costa come confine urbano<br />

assume infatti una valenza particolare se esaminata in senso simbolico<br />

in relazione ad altre pratiche più o meno ritualizzate di definizione<br />

del limite della città. Fra gli esempi che il progetto si propone di<br />

studiare vi sono Siracusa/Ortigia, Venezia, Tenochtitlan, Stoccolma,<br />

Manhattan, ma anche città-isole in senso metaforico come la Città<br />

proibita di Pechino o la Museumsinsel di Berlino. Le isole sono un<br />

tema ricorrente della letteratura utopistica, dall'Atlantide di Platone a Tommaso Moro,<br />

Campanella e oltre. La contemporaneità ci propone nel frattempo man-made-islands come il<br />

progetto di Rem Koolhaas per Waterfront City a Dubai. Queste tematiche sono state oggetto<br />

di un workshop organizzato congiuntamente a Siracusa da KHI e Max-Planck-Institut für<br />

Wissenschaftsgeschichte, Berlin, in collaborazione con la Soprintendenza di Siracusa e il<br />

Museo Archeologico Regionale Paolo Orsi. Una pubblicazione è in preparazione.<br />

Hannah Baader<br />

Costanza Caraffa<br />

Manhattan, da: Eric W. Sanderson,<br />

Mannahatta. A natural history of<br />

New York City, New York 2009<br />

Connecting Art Histories in the Museum. The Mediterranean and Asia<br />

Research and Fellowship Program of the KHI and the Staatliche Museen zu Berlin (SMB)<br />

In Cooperation with Klaas Ruitenbeek, Director of the Museum of Asian Art; Lilla Russell-Smith,<br />

Curator in the Museum of Asian Art; Stefan Weber, Director of the Museum of Islamic Art and<br />

Moritz Wullen, Director of the Art Library<br />

Museums play a key role in the on-going redefinition of art and art history in the global perspectives<br />

of the 21 st century. The Staatliche Museen zu Berlin with their universal collections<br />

participate in this process in a particular way, offering a unique opportunity for research<br />

using multidisciplinary approaches on artefacts from different cultures and civilizations.<br />

Connecting Art Histories in the Museum is a joint project of the KHI with the Staatliche<br />

Museen zu Berlin (SMB). It started in 2009 and comprises a fellowship program for up<br />

to five young international scholars designed to promote a novel combination of distinguished<br />

research and curatorial work. The program focuses on artistic and cultural interactions<br />

in the Mediterranean area and Asia, with a focus on the period between 400 and 1650.<br />

Doctoral and post-doctoral scholars study museum objects or groups of objects, aiming at<br />

Hannah Baader<br />

Gerhard Wolf<br />

Michael Eissenhauer<br />

(Director General of the Staatliche<br />

Museen zu Berlin, SMB)<br />

Bernd Ebert<br />

(Senior Officer International<br />

Relations, SMB)<br />

Coordinator<br />

Claudia Reufer

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