la nuova leadership - Asam

LA GRANDE TRASFORMAZIONE
Per gli “addetti ai lavori”, Carnegie e Morgan non
si piacevano.
Carnegie si risentiva per le alte tariffe sui noli imposte
dal controllo di Morgan delle ferrovie; disapprovava
inoltre chiunque amasse profondamente i piaceri
della vita e Morgan era fra quelli.
Da parte sua, Morgan considerava Carnegie una
mina vagante in grado di destabilizzare l’industria
dell’acciaio e delle ferrovie e, forse, l’intera
economia.
Per poco tempo,nel 1901,però,Carnegie e Morgan
stettero insieme - formando l’alta nobiltà nel Gotha
del capitale - avendo costituito la U.S. Steel Corp.,
il precursore di una nuova epoca industriale: la
prima azienda americana con un patrimonio di 1
bilione di dollari,U.S.Steel Corp.,possedeva ben 141
impianti metallurgici.
Alla fine del ventesimo secolo Yahoo Inc., guidata
dal CEO chitarrista Timothy Koogle, raggiunse una
capitalizzazione maggiore rispetto all’intera industria
dell’acciaio, sebbene nel 1999 avesse solo 2.000
impiegati (l’1% della forza di lavoro della U.S. Steel
nel 1901) e 58 milioni di dollari in proprietà,
stabilimenti ed impianti compresi.
Come siamo arrivati a codeste trasformazioni
economiche? La crescita dell’impresa moderna -
che prospera più sulle idee e sugli elettroni che sui
macchinari e sul sudore - fonda la propria ragione
di vita su 5 caratteristiche.
MANAGEMENT: Il ventesimo secolo ha visto
l’emergere del business manager come
professionista.
Nel tardo diciannovesimo secolo, prima della
diffusione delle ferrovie e delle smisurate imprese
industriali che seguirono, i proprietari facevano i
manager e i manager erano i proprietari.
Ma con l’avvento delle ferrovie fu necessario
introdurre una complessa ed articolata gerarchia
per coordinare quel tipo d’azienda che stava
sviluppandosi rapidamente: definirne gli obiettivi,
allocarne le risorse, controllarne le performance e
garantire gli utili.
Il potere manageriale crebbe a spese dei
proprietari fino agli anni Ottanta.Le grandi aziende
divennero sconcertantemente complesse,
popolate non solo da operai ma anche da “strati”
di ‘colletti bianchi’.
Con la diffusione della proprietà fu più difficile per
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gli azionisti avere una chiara idea di ciò che stava
accadendo - ancor meno chiaro come influenzare
le politiche strategiche.
Gli esperti di management divennero i capitani
dell’industria.
Il reperto A, naturalmente, è Alfred P. Sloan Jr., il
CEO di General Motors Corp.. La carriera di Sloan,
ingegnere per studi, illustra quanto sia
fondamentale per un dirigente poter gestire tutti
gli aspetti del lavoro aziendale, anche quelli che
non attengono alle sue caratteristiche iniziali.Sloan
permise a General Motors di essere l’azienda
automobilistica leader mondiale non solamente
perché era un profondo conoscitore del settore
produttivo ma anche perché introdusse elementi
di scientificità sia nel marketing che nel
management; Henry Ford, fu incapace di dilatare
la propria funzione in ugual misura e divenne
vulnerabile rispetto all’approccio (globale) di Sloan.
Oggi, la gerarchia aziendale viene sconvolta da
giovani di successo che idolatrano Jeffrey P. Bezos
e William H. Gates III e non hanno il tempo di
percorrere la tradizionale scala manageriale.
La sfida per il ventunesimo secolo starà
nell’equilibrare la capacità imprenditoriale con
quei concetti di finanza e management che il
tempo ha dimostrato essere vincenti.
LAVORO: Con l’emergere del Grande Business
venne fuori dopo decenni di lotta anche la grande
manodopera. Le industrie dell’acciaio e delle
automobili erano virulentemente anti-sindacato:
come disse uno dei padroni della ferreria di
Carnegie, “ho sempre avuto una regola. Se un
operaio alza la testa, colpiscila”.
Gli operai ottennero il potere in molte aziende
durante la Grande Depressione e vinsero degli
scioperi,talora sanguinosi; i sindacati “ingrassarono”
grazie ai contributi di iscrizione, impinguendosi
ancora nei 25 anni seguenti.
Molte ragioni hanno causato il declino del potere
sindacale nei due decenni scorsi: tra queste,il fatto
che la produzione sia meno importante
nell’economia di oggi e che la globalizzazione
permetta alle aziende di collocare i propri
stabilimenti produttivi ovunque nel mondo,
indebolendo la forza dei movimenti sindacali
nazionali.
Anche se il potere sindacale è svanito,non significa