la nuova leadership - Asam
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VISIONI ARCHITETTONICHE<br />
NEI LORO SOGNI PIU’ PAZZI<br />
Una delle prime visioni dell’azienda del ventunesimo<br />
secolo si ebbe nel 1926: l’epica del film muto di Fritz<br />
Lang Metropolis è ambientato al giorno d’oggi,<br />
nell’anno 2000.<br />
Lang, al <strong>la</strong>voro in Germania, creò una città<br />
futuristica incentrata su una società meccanizzata:<br />
un esercito di <strong>la</strong>voratori - vestiti in modo monotono<br />
e simile - vivono e <strong>la</strong>vorano sotto terra, dove sono<br />
schiavi di macchine gigantesche; il loro <strong>la</strong>voro è<br />
ripetitivo, noioso e pericoloso; il Capo del<strong>la</strong><br />
Metropoli ed altri proprietari vivono in grattacieli<br />
enormi e di lusso.<br />
Un’immagine effettivamente dura e aspra.<br />
Tuttavia, l’Età Industriale sobillò, sul futuro, sia<br />
ottimismo sfrenato che pessimismo.<br />
In Things to Come - il film di H.G.Wells del 1936 - fu<br />
rappresentata l’era di una Rete mobile e sempre<br />
disponibile - come Internet.<br />
Venne però <strong>la</strong>sciato agli architetti il compito di<br />
dare forma all’ottimismo. Essi impiegarono le<br />
innovazioni dell’epoca - come il rivoluzionario<br />
ascensore OTIS - per costruire sempre più in alto ed<br />
adattarono l’organizzazione gerarchico-sociale<br />
del processo industriale per progettare i luoghi di<br />
<strong>la</strong>voro.<br />
Così, sia l’esterno che l’interno dei loro edifici<br />
rifletteva l’ordine sociale di quei giorni: per tutti noi<br />
sono oggi rappresentazioni ovvie, ma era<br />
rivoluzionario che superfici identiche venissero<br />
impi<strong>la</strong>te l’una sull’altra per 20,40,60 piani,ospitando<br />
gli uffici dei proprietari in cima, poi quelli dei<br />
manager e da ultimo,in basso quelli degli impiegati;<br />
là, sotto, enormi eserciti di segretarie <strong>la</strong>voravano a<br />
scrivanie allineate in formazione,quasi una catena<br />
di montaggio.<br />
L’azienda era organizzata verticalmente e gli<br />
architetti progettavano gli edifici a sua immagine<br />
e somiglianza.<br />
Il progetto per il grattacielo Mile-High di Frank Lloyd<br />
Wright - che si stagliava esattamente 5,280 piedi<br />
sopra Chicago - rappresentava l’esaltazione<br />
dell’ottimismo americano del dopoguerra e degli<br />
anni Cinquanta: l’edificio non so<strong>la</strong>mente “grattava”<br />
il cielo ma penetrava persino le sfere celesti.<br />
Abbozzandolo nel 1956,Wright vi mise il commercio<br />
in cima e gli appartamenti sotto, ipotizzando che<br />
ascensori ad energia atomica avrebbero scagliato<br />
le persone ad un miglio nel cielo.<br />
Il Mile-High non fu mai costruito, però incarnava,<br />
comunque, un’audace immagine del futuro.<br />
Un anno più tardi l’architetto britannico James<br />
Dartford progettò un aeroporto sopra <strong>la</strong> città - il<br />
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Dubbed Skyport One -, un’enorme superficie di<br />
atterraggio sostenuta da tre alti pi<strong>la</strong>stri avvolti nel<br />
vetro. Gli ascensori posti nei pi<strong>la</strong>stri di vetro<br />
trasportavano le persone verso il basso,ad un hotel,<br />
agli uffici e al parcheggio per aerop<strong>la</strong>ni e<br />
automobili privati: a George Jetson - conduttore<br />
dello show televisivo degli anni Sessanta - che, per<br />
andare a <strong>la</strong>vorare vo<strong>la</strong>va al<strong>la</strong> Spacely Sprockets<br />
Inc., tutto questo sarebbe di certo piaciuto<br />
moltissimo.<br />
METROPOLIS,<br />
IL FILM MUTO DEL 1926 DI FRITZ LANG,<br />
DIVENUTO ORAMAI UN CLASSICO,<br />
ATTRIBUISCE AL CAPITALISMO<br />
CARATTERI DEUMANIZZANTI.<br />
I SET DEL FILM FURONO ISPIRATI<br />
DAI GRATTACIELI DI NEW YORK.