la nuova leadership - Asam

Nel 1999,in un drastico ripensamento della propria
struttura aziendale, Caltex ha trasferito la propria
sede da Dallas a Singapore per essere più vicino
ai clienti; ha dirottato lo sviluppo del sito Web in Sud
Africa e all’inizio del 2000, prima di spegnere
definitivamente le luci nell’ufficio di Dallas, ha
allestito la sede amministrativa di Manila: “con il
miglioramento della tecnologia e delle
comunicazioni, stiamo diffondendo centri di
eccellenza in tutto il mondo” dice William Pfluger,
General Manager dell’operazione Caltex a Manila.
Caltex si rivela all’avanguardia in una tendenza che
probabilmente rivoluzionerà i processi aziendali
del ventunesimo secolo: servizi e lavori professionali
migrano sempre più spesso da paesi ad alto costo
- come l’Europa e gli Stati Uniti - verso paesi in via
di sviluppo.
Sia i “giganti” - come General Electric - che le
aziende in fase di avviamento - come
VideoDotCom Inc. con sede in Texas - si rivolgono
ora a lavoratori qualificati di paesi anglofoni: Irlanda,
alcune remote regioni del Canada, piccoli stati
caraibici - come la Giamaica -, insieme ad India
e Filippine, le più importanti per vastità e
popolazione.
Le aziende stanno cercando personale che
assuma cariche che vanno dal classico impiegato
al contabile, dal customer support al responsabile
dei servizi legali,dal progettista di software a quello
dedicato alla ricerca scientifica e allo sviluppo
farmaceutico.
“E’ una grossa trasformazione - molto più vasta di
quella avvenuta nel mondo dei ‘colletti blu’ “
afferma il guru del management Tom Peters,
stimando che nei prossimi 10/15 anni potrebbe
essere dato in outsourcing il 90% delle mansioni
americane da “colletto bianco” e da quadro
aziendale classico.
Alcune imprese - come Caltex - stanno chiudendo
le proprie attività operative negli Stati Uniti o stanno
spostando altrove intere divisioni aziendali mentre
altre - come Verizon - stanno dando in appalto
alcune attività a dei terzisti – sia piccoli progettisti
di software che grandi squadre di consulenza,
come Andersen Consulting che a Manila opera
con 550 impiegati che lavorano per multinazionali.
La dispersione, globale, del lavoro accelererà
certamente il passo, mentre le reti di
L’ECOSISTEMA AZIENDALE
telecomunicazione e il nuovo software interattivo
renderanno sempre più frequente che ingegneri,
ragionieri o ricercatori - dalla Cina alla Scandinavia
- lavorino sugli stessi progetti all’unisono - come se
si trovassero in postazioni di lavoro adiacenti -: da
quando le funzioni di business convergono sul Web
- e i tecnici adottano standard simili in tutto il mondo
- gli analisti finanziari con sede in Messico saranno,
ad esempio, in grado di attingere alla banca dati
aggiornata in tempo reale della Nokia Corp. in
Finlandia.
Molte aziende, naturalmente, vorranno ancora
mantenere all’interno la gestione dei libri contabili,
delle proiezioni di marketing e il lavoro legale,
mentre altre spingeranno il concetto di azienda
virtuale agli estremi: daranno in outsourcing a
provider di servizi la maggior parte delle loro attività
di back-office concentrandosi solamente su ciò
che fanno meglio, come la ricerca di base o la
progettazione ed è molto probabile che a trarne
beneficio siano le economie di quei Paesi che
possono offrire lavoratori a basso costo ma ben
formati ed esperti in informatica.
Le nazioni in cui si parla inglese - la lingua del
commercio globale e di Internet - godranno di un
enorme vantaggio. Questo è il motivo per cui
l’Irlanda - la cui economia sta ora crescendo del
7,5% annualmente - ha ottenuto uno sbalorditivo
“incremento” in molti degli ultimi anni: le imprese
- da Citygroup a Microsoft - vennero attratte sia
dalla sua riserva di personale qualificato anglofono
che da generosi sgravi fiscali, rendendola così la
nazione leader nell’esportazione di software.
Ma anche l’Irlanda - con una popolazione di solo
3,7 milioni di persone - sta iniziando a sperimentare
un mercato del lavoro ormai sempre più ristretto.
La disoccupazione è scesa al 4,5% - il livello più
basso da 18 anni a questa parte - e i costi del
lavoro stanno crescendo: “a Dublino oggi non si
riesce a trovare un impiegato” rileva High Evans -
direttore della finanza e del management
performance per Deloitte Consulting in Gran
Bretagna.
Così, le aziende statunitensi ed europee stanno
ora cercando altre fonti di lavoratori all’Est. Una
delle più importanti sarà l’India, dati i suoi costi del
lavoro relativamente ridotti - ammontano a meno
di un terzo di quelli statunitensi, anche per
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