la nuova leadership - Asam
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A Futuretown i ragazzi frequentano scuole orientate<br />
al “profit”; gli insegnanti ricevono il loro<br />
addestramento tecnologico dagli specialisti<br />
mandati da IBM; dei giovani insegnanti ed altri<br />
professionisti emergenti, che cercano alloggi a<br />
prezzi abbordabili, si accalcano nei pressi del<br />
complesso residenziale del Wal-Mart Riverview<br />
mentre gli anziani residenti si fanno control<strong>la</strong>re<br />
l’udito alle cliniche EarCare fondate dagli Abbott<br />
Laboratories - produttori degli Ensure, integratori<br />
nutrizionali per anziani -; “avvoltoi” culturali<br />
guardano con aria assopita <strong>la</strong> scultura<br />
contemporanea ospitata dall’American Express<br />
Museum of Modern Art locale.<br />
Futuretown può ben essere tutta indaffarata, ma<br />
dove ha termine l’influenza aziendale e dove ha<br />
inizio il tessuto sociale? Nei decenni a venire,<br />
predice Marian Salzman - direttore dell’Intelligence<br />
Factory, dipartimento dell’agenzia pubblicitaria<br />
Y&R Inc. - “le comunità saranno luoghi molto più<br />
orientati alle attività commerciali”in cui le imprese<br />
mostreranno in vetrina i loro prodotti per richiamare<br />
i clienti e per attrarre e trattenere stimati ed<br />
apprezzati dipendenti.<br />
Sebbene Futuretown possa rappresentare una<br />
visione inverosimile del<strong>la</strong> città ridotta a impresa, e<br />
se si considera come i concreti uomini americani<br />
si accingano già al patrocinio aziendale del<strong>la</strong><br />
televisione pubblica,dei centri per <strong>la</strong> cura infantile<br />
e realizzino piani del tipo “adotta una strada”, lo<br />
scenario chiosato dal logo aziendale descritto<br />
dal<strong>la</strong> Salzman non sembra poi così tanto bizzarro.<br />
In effetti, sostiene Anne S. Habiby - vicepresidente<br />
esecutivo del<strong>la</strong> Initiative for a Competitive Inner<br />
City (ICIC),una entità non-profit con sede a Boston<br />
- “si stanno sfuocando i confini di ciò che<br />
tradizionalmente consideravamo i domini aziendali<br />
e sociali”.<br />
Quei confini potrebbero diventare ancora più<br />
confusi fra 10 o 20 anni quando le aziende,guidate<br />
da necessità ed illuminato interesse individuale,<br />
diventeranno i principali motori delle iniziative<br />
sociali.<br />
Nei due decenni passati, il ridimensionamento e i<br />
tagli al budget hanno intaccato <strong>la</strong> capacità dello<br />
Stato di fornire anche so<strong>la</strong>mente i servizi di base,<br />
come scuole adeguatamente sicure e ben<br />
attrezzate.<br />
L’ECOSISTEMA AZIENDALE<br />
Sebbene ora <strong>la</strong> prosperità possa riempire le casse<br />
statali, gli americani hanno perso fiducia nel<strong>la</strong><br />
capacità del settore pubblico di fronteggiare<br />
alcune questioni, mentre gruppi pubblici e di nonprofit<br />
fanno sempre più assegnamento sulle aziende<br />
affinché devolvano denaro e competenza a<br />
problematiche sociali.<br />
Naturalmente,se l’economia dovesse balcanizzarsi,<br />
anche <strong>la</strong> generosità aziendale potrebbe<br />
velocemente inaridirsi, come avvenne negli anni<br />
Ottanta.<br />
Forse <strong>la</strong> motivazione più importante di tutto ciò si<br />
trova nel ristretto mercato del <strong>la</strong>voro.<br />
Visto che gli impiegati passano sempre più tempo<br />
sul campo,è lì che vogliono fare esperienze ancora<br />
più significative e ritengono siano le aziende a<br />
dover fornire loro occasioni concrete di impegno<br />
sociale - nel caso essi non riescano a trovarle in<br />
modo autonomo. In mancanza di <strong>la</strong>voratori<br />
qualificati - una situazione che nel futuro potrà solo<br />
acuirsi - i datori di <strong>la</strong>voro, ignorando tali richieste,<br />
correranno rischi e pericoli.<br />
Per trattenere il personale valido in azienda essi<br />
dovranno far sì che le agevo<strong>la</strong>zioni per svolgere<br />
attività di volontariato diventino un “compenso<br />
fuori busta”; sempre più frequentemente gli<br />
impiegati, specialmente i giovani, “vorranno<br />
conoscere <strong>la</strong> cultura aziendale e le opportunità di<br />
<strong>la</strong>vorare saltuariamente nel<strong>la</strong> comunità” dice<br />
Vanessa Kirsch - fondatrice di New Profit Inc., un<br />
fondo che investe in attività non-profit innovative.<br />
“SENSO DI ORGOGLIO”. La proliferazione di<br />
programmi di volontariato esploderà nel nuovo<br />
secolo poiché so<strong>la</strong>mente in questo modo le<br />
imprese riusciranno trattenere i loro dipendenti<br />
realizzando valore.<br />
Il volontariato “ti dà un senso di orgoglio e ti rende<br />
fiero”dice Lisa Boone - contabile di Prudential che<br />
aiutò uno sco<strong>la</strong>ro di quarta elementare a Newark<br />
(New Jersey) durante lo scorso anno sco<strong>la</strong>stico -,<br />
“è importante per me che l’azienda restituisca<br />
qualcosa al<strong>la</strong> comunità”.<br />
In effetti Prudential Insurance Inc. ha alimentato<br />
sforzi tanto intensi nelle re<strong>la</strong>zioni comunitarie da<br />
costituirsi come un’agenzia di servizi sociali virtuale<br />
per il centro di Newark, dove si trova <strong>la</strong> sua sede:<br />
i programmi vanno da un servizio di tutoring per i<br />
dipendenti ad investimenti aziendali in un’industria<br />
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