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Natale.<br />

Alcuni anni fa fui invitato ad un congresso anticlericale, nel corso del quale un relatore esordì<br />

affermando, in modo categorico e sbrigativo, che le religioni sono inutili e dannose. Alla sua<br />

dichiarazione fecero seguito vivaci espressioni di entusiasmo da parte del pubblico. Provai<br />

istintivamente una sensazione fastidiosa, ebbi la percezione di un clima culturalmente scorretto,<br />

ideologicamente schierato, nel quale è facile abbandonarsi al fanatismo.<br />

Quando arrivò il mio turno per parlare, feci notare che, se dovessimo trovare un punto, nel cammino<br />

evolutivo della nostra specie, in cui possiamo immaginare che l’animale sia diventato uomo, questo<br />

potrebbe essere individuato nella fase in cui i neandertaliani iniziarono a sviluppare un complesso<br />

culto dei morti, manifestando così il senso del sacro. L’atto di nascita dell’umanità, a mio parere,<br />

piuttosto che da certi risultati del progresso tecnologico, è rappresentato dalla comparsa della<br />

spiritualità. Non ci furono contestazioni, ma un sorpreso silenzio che riconosceva il peso di queste<br />

parole, sebbene in un contesto non molto disponibile alle arringhe in difesa della spiritualità.<br />

L’uomo, essere pensante e creatura sociale, ha bisogno di simboli e di riti, e la verità ha bisogno del<br />

supporto della fantasia, la quale spesso produce immagini rappresentative, atte a comunicare e<br />

insegnare e non, come da qualche parte si vorrebbe credere, semplici bugie. È così che gli adulti<br />

insegnano ai bambini, attraverso la suggestione delle fiabe, le quali sono destinate, un giorno, a<br />

perdere la loro cornice fantastica per conservare il valore psicologico, etico e culturale in generale.<br />

Non credo che qualcuno accuserebbe di disonestà essenziale coloro che hanno creato i miti religiosi<br />

dell’antica Grecia, o di altri popoli, pensando che lo abbiano fatto con la precisa volontà di<br />

ingannare la gente. O che un’infamia di questo genere possa essere attribuita ad Omero, nel<br />

momento in cui, componendo l’Iliade e l’Odissea, le infarciva di leggenda e di magia. Così come<br />

non credo che sia stato un atto di disonestà la nascita del mito cristiano, anche se spesso si è svolto<br />

mediante una libera reinterpretazione della storia. Almeno fintantoché ciò non è diventato una<br />

strumentalizzazione ai fini del potere. Di questo, senz’altro, ci ha dato testimonianza l’ispirazione<br />

che mosse Costantino nel condurre il Concilio di Nicea, nel corso del quale fece il possibile per<br />

adattare la dottrina della chiesa alle esigenze e alle convenienze del governo dell’impero.<br />

In effetti lo spirito combattivo e la partigianeria degli anticlericali può trovare giustificazione nelle<br />

violenze effettuate sul senso del sacro, negli abusi dell’autorità religiosa, e nei dispotismi dottrinari,<br />

ma non è autorizzato per questo ad estendersi verso una pretesa radicale di eliminazione della<br />

spiritualità, una sorta di crociata abrogativa della religione.<br />

Non esiste un popolo senza religione. Non può esistere un popolo che, in un modo o nell’altro, non<br />

abbia una tradizione religiosa e un sistema di riti legati al senso del sacro. Non può esistere una

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