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La nascita di Gesù nel Corano<br />

Alle origini della sintesi coranica, operata principalmente da Maometto nel settimo secolo d.C.,<br />

deve essere riconosciuta la volontà, non tanto di creare una nuova religione, ma di rivelare che<br />

l’autentico creatore dell’universo e dell’umanità, Allah, era lo stesso unico dio in cui avevano<br />

già creduto uomini come Abramo, Mosè e Gesù. Il concetto primitivo dell’Islam era quello che<br />

Maometto si inserisse in questa serie di profeti, come messaggero di Allah, e che tutto ciò<br />

potesse essere accettato anche dagli ebrei e dai cristiani, coi quali condivideva l’ideale<br />

monoteistico e molte delle tradizioni antiche. Maometto aveva sentito parlare delle antiche<br />

scritture degli ebrei e dei cristiani, la Torah (Tawrat) e il Vangelo (Injil), anche se,<br />

probabilmente, non conosceva le lingue in cui erano scritte, ebraico, greco, latino, e non le<br />

aveva lette di persona. Ciò nonostante Maometto avrebbe derivato parte del suo pensiero<br />

teologico proprio dalle tradizioni ebraica e cristiana. Si pensa che abbia potuto attingere, per<br />

quanto riguarda il cristianesimo, a testi come il “Vangelo arabo sull’infanzia del Salvatore”<br />

piuttosto che ai Vangeli canonici. L’antagonista naturale del pensiero di Maometto,<br />

inizialmente, era il politeismo arabo preislamico, ovverosia la molteplice religiosità tribale<br />

adottata dai popoli che abitavano nella penisola araba.<br />

Certo è che l’islam non ha mai potuto accogliere la credenza che un uomo in carne ed ossa,<br />

come Gesù si sarebbe manifestato, potesse condividere la natura umana e quella divina, o che<br />

potesse essere figlio esclusivo di dio, dal momento che Allah è considerato uno, unico, distinto<br />

dagli uomini, e non ha figli specifici. L’islam nega dunque la concezione teologica trinitaria,<br />

tipica del cristianesimo, e l’idea che Gesù fosse il “figlio di dio”.<br />

L’ambizione di una sintesi che potesse conciliare tutti i popoli del libro fu presto disillusa e non<br />

ci volle molto perché sorgessero aperti conflitti con gli ebrei e coi cristiani. Ciò nonostante, il<br />

Corano contempla Gesù fra i grandi profeti di Allah, riconoscendogli un ruolo privilegiato, al<br />

pari di un “novello Adamo”, in quanto non avrebbe avuto un padre umano, ma sarebbe stato<br />

generato miracolosamente attraverso un intervento diretto di dio.<br />

La differenza fondamentale fra il Gesù evangelico e quello coranico non è tanto nella nascita,<br />

quanto nella morte. Il cristianesimo, infatti, crede nella resurrezione di Gesù, dopo la morte per<br />

crocifissione, mentre l’islam non solo non ammette il racconto evangelico della resurrezione,<br />

considerata inaccettabile nel suo principio, e delle successive apparizioni, ma rifiuta il fatto<br />

stesso che Gesù sia stato crocifisso, affermando che qualcun altro, al suo posto, avrebbe subito<br />

l’atroce esecuzione. Gesù, al contrario, sarebbe stato innalzato al cielo, verso Allah.<br />

Nel Corano Gesù è definito Isa ibn Maryam, `abd-Allāh (Gesù figlio di Maria, servo del<br />

Signore), mentre Giovani Battista è definito Yahya ibn Zakariyya (Giovanni figlio di Zaccaria).

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