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Il quarto Vangelo, nel suo complesso, configura una cristologia diversa da quella dei Vangeli<br />

sinottici. Si avvicina ad alcuni concetti caratteristici dello gnosticismo. Inizia con un importante<br />

riferimento al logos, identificato come l’essenza stessa del Cristo. Offre interpretazioni dell’operato<br />

di Gesù che gli sono proprie. Dedica all’ultima cena uno spazio allargato, con sviluppi teologici<br />

molto approfonditi ed originali.<br />

Dei quattro Vangeli canonici si sostiene che sarebbero stati scritti negli anni fra il 70 d.C. e il<br />

termine del primo secolo. Anche se l’esegesi cattolica pretende spesso di fissare l’origine degli<br />

scritti canonici ad un periodo precedente di venti o persino trent’anni, avvicinando così la redazione<br />

evangelica al periodo in cui è vissuto Gesù. A parte il fatto che i tentativi di confermare questa<br />

anticipazione sono sempre risultati poco consistenti, c’è un elemento fondamentale che impedisce la<br />

datazione anche del più antico dei Vangeli ad un periodo antecedente al 70. Mi riferisco al fatto che<br />

nelle parole di Gesù sono contenuti espliciti riferimenti alla distruzione del tempio, avvenuta<br />

appunto nel 70 d.C., ad opera dell’allora generale romano Tito, figlio di Vespasiano e futuro<br />

imperatore. Si tratta della cosiddetta “piccola apocalisse” di Marco 8 , poi ripresa anche dagli altri<br />

evangelisti e riproposta da Luca in termini che la legano ancora più esplicitamente alle drammatiche<br />

vicende dell’assedio e della distruzione di Gerusalemme 9 . Sono prophetiae post eventum, ovverosia<br />

brani con riferimento a fatti successivi alla narrazione, che pertanto appaiono come profezie in<br />

bocca a Gesù, ma che sono stati scritti quando gli eventi si erano già svolti.<br />

In genere, quando si argomenta sull’epoca di composizione dei Vangeli, non si tiene abbastanza<br />

conto di un fatto: i Vangeli che leggiamo oggi non possono essere considerati come il frutto di una<br />

singola operazione redazionale, attribuibile ad un preciso autore, svoltasi in un periodo<br />

relativamente circoscritto, e seguita tutt’al più da qualche piccola rifinitura nei dettagli. Al<br />

contrario, le correzioni sono consistite in rilevanti operazioni di taglio, di censura e di aggiunta,<br />

ci sono altri elementi per poterle identificare meglio. Alle due donne è attribuito un fugace ruolo da semplici comparse:<br />

“Mentre erano in cammino, entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo accolse nella sua casa. Essa aveva<br />

una sorella, di nome Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola; Marta invece era tutta presa<br />

dai molti servizi. Pertanto, fattasi avanti, disse: “Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire?<br />

Dille dunque che mi aiuti”. Ma Gesù le rispose: “Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è<br />

la cosa di cui c'è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta”” (Lc X, 38-42).<br />

8 “Mentre usciva dal tempio, un discepolo gli disse: “Maestro, guarda che pietre e che costruzioni!”. Gesù gli<br />

rispose: “Vedi queste grandi costruzioni? Non rimarrà qui pietra su pietra, che non sia distrutta”” (Mc XIII, 1-2);<br />

“Quando vedrete l'abominio della desolazione stare là dove non conviene, chi legge capisca, allora quelli che si<br />

trovano nella Giudea fuggano ai monti; chi si trova sulla terrazza non scenda per entrare a prendere qualcosa nella<br />

sua casa; chi è nel campo non torni indietro a prendersi il mantello. Guai alle donne incinte e a quelle che<br />

allatteranno in quei giorni! Pregate che ciò non accada d'inverno; perché quei giorni saranno una tribolazione, quale<br />

non è mai stata dall'inizio della creazione, fatta da Dio, fino al presente, né mai vi sarà. Se il Signore non abbreviasse<br />

quei giorni, nessun uomo si salverebbe.” (Mc XIII, 14-20).<br />

9 “Ma quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, sappiate allora che la sua devastazione è vicina. Allora<br />

coloro che si trovano nella Giudea fuggano ai monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli in<br />

campagna non tornino in città; saranno infatti giorni di vendetta, perché tutto ciò che è stato scritto si compia. Guai<br />

alle donne che sono incinte e allattano in quei giorni, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo<br />

popolo. Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri tra tutti i popoli; Gerusalemme sarà calpestata dai<br />

pagani finché i tempi dei pagani siano compiuti” (Lc XXI, 20-24).

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