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costume ebraico. Secondo alcuni si tratterebbe proprio della tomba di Yuz Asaf, il saggio che, dopo<br />

aver molto sofferto in Israele, sarebbe vissuto e morto in Kashmir lasciando anche una discendenza.<br />

In vicinanza della tomba un bassorilievo scolpito sulla roccia ritrae l’impronta dei piedi del santo,<br />

con l’evidente traccia delle ferite lasciate dai chiodi della crocifissione. Numerosi autori hanno<br />

speculato anche sul fatto che l’apostolo Didimo Giuda Tommaso, considerato fratello gemello del<br />

Messia, avrebbe compiuto opera missionaria in India, e questo rinforzerebbe l’idea che Gesù lo<br />

abbia raggiunto e si sia soffermato in Kashmir.<br />

La questione di Gesù in India sembra basata su presupposti molto evanescenti e, a mio parere, ha i<br />

caratteri di una bellissima leggenda, anche se esistono testimonianze serie di un contatto fra<br />

l’ebraismo e la religiosità indo buddista. Una di queste ce la fornisce lo stesso Giuseppe Flavio, nel<br />

momento in cui descrive il discorso finale che Eleazar ben Jair avrebbe tenuto agli assediati di<br />

Masada, ormai condannati ad una imminente sconfitta da parte dei romani, nel 73 d.C., per<br />

convincerli ad effettuare un suicidio di massa 202 . Non sappiamo come abbia fatto Giuseppe a<br />

conoscere le parole di Eleazar, visto che non si trovava a Masada in quei giorni, ma a Roma, e che<br />

gli assediati morirono tutti (circa novecento persone).<br />

Se anche il discorso fosse un’invenzione di Giuseppe, ci dimostra comunque che egli era<br />

perfettamente al corrente di certi usi e costumi funebri degli indù, come le cremazioni che venivano<br />

effettuate su grandi cataste di legna presso le rive del Gange. Il presunto discorso di Eleazar non si<br />

limitava a descrivere questi riti, ma entrava nel merito della concezione religiosa, secondo cui<br />

l’anima aspettava di svincolarsi dal corpo mentre la vera sofferenza era costituita dalla vita<br />

materiale piuttosto che da quella spirituale. Personalmente, se volessi difendere l’ipotesi di Gesù in<br />

India, darei più peso a certi parallelismi filosofici e religiosi, anziché fidarmi dei racconti e delle<br />

presunte reliquie.<br />

La parte del presunto manoscritto buddista contenente indicazioni sulla nascita di Gesù è il capitolo<br />

IV, che riportiamo integralmente qui di seguito:<br />

“[1] Giunse l’ora scelta dal Giudice di Clemenza per incarnarsi in un essere umano. [2] E<br />

lo Spirito Eterno, che dimorava in uno stato d’inazione completa e di suprema beatitudine,<br />

si destò e si distaccò, per un periodo indeterminato, dall’Essere Eterno, [3] onde indicare,<br />

rivestendo un’immagine umana, i mezzi d’identificarsi con la Divinità e di pervenire<br />

all’eterna beatitudine. [4] E per mostrare, col suo esempio, come si possa giungere alla<br />

purezza morale e separare l’anima dal suo sviluppo corporeo materiale per poter<br />

raggiungere la perfezione necessaria al passaggio nel regno dei Cielo, che è immutabile, e<br />

dove regna la felicità eterna. [5] Un fanciullo meraviglioso nacque allora nella terra di<br />

202 Giuseppe Flavio, Guerra giudaica, VII, 8.

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