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La nascita di Gesù nella tradizione indo-buddista<br />

Fra l’episodio lucano, che colloca il Gesù dodicenne nel tempio di Gerusalemme a discutere<br />

dottamente con gli anziani, e l’episodio del battesimo sul fiume Giordano, i Vangeli lasciano il<br />

silenzio completo su quella che sarebbe stata la vita dell’aspirante Messia di Israele. Stando alle<br />

cronologie abituali si sarebbe trattato di un periodo di diciotto anni, o poco più. In realtà alcune<br />

considerazioni storiche, sull’età di Gesù all’epoca del suo ministero e della sua passione, aprono la<br />

possibilità che questo periodo sia più ampio, fino a raggiungere o superare i ventiquattro anni. Si<br />

tratterebbe dei cosiddetti “anni oscuri”, un vuoto che diversi autori hanno riempito nei modi più<br />

svariati.<br />

La tradizione comune lo immagina a Nazareth, in seno alla famiglia, intento a crescere, istruirsi e<br />

lavorare come carpentiere. Altre tradizioni lo vogliono in Egitto, a studiare con i Terapeuti; o nelle<br />

isole britanniche insieme a Giuseppe di Arimatea, dove oggi sorge Glastonbury; o nel deserto di<br />

Giuda, presso il monastero degli esseni di Qumran; o in viaggio verso l’oriente, attraverso la Persia,<br />

fino all’India brahmanica e buddista. È a quest’ultima affascinante ipotesi, probabilmente<br />

leggendaria, che vogliamo fare riferimento in questo capitolo.<br />

La figura principale a cui è associata l’idea di una presenza di Gesù in India è senz’altro quella di<br />

un aristocratico russo, Nicola Notovich (n. 1858), di origini ebree, che avrebbe visitato il Tibet<br />

meridionale (Ladhak) e, in seguito ad un incidente, sarebbe stato ospitato nel monastero buddista di<br />

Hemis. Egli sostiene che il lama superiore del tempio gli avrebbe mostrato un manoscritto tibetano<br />

tradotto dal pali (l’antica lingua dei testi buddisti): “Vita del santo Issa, migliore tra i figli<br />

dell’uomo”. Tornato in occidente, Notovich avrebbe pubblicato la traduzione del manoscritto in<br />

Francia, col titolo “La vie inconnue de Jesus Christ”, che non ha mancato di suscitare accese<br />

polemiche sulla sua autenticità. Sembra addirittura che lo stesso lama di Hemis abbia voluto<br />

sconfessare le affermazioni di Notovich.<br />

In realtà, prima ancora dell’opera dell’autore russo, nella cittadina indiana di Qadian (Punjab), era<br />

nato un movimento islamico chiamato Ahmadiyya, fondato nel 1889 da Mirza Ghulam Ahmad che,<br />

fra le tante cose, sosteneva che Yuz Asaf (Gesù) non era morto sulla croce (coerentemente con<br />

quanto insegna il Corano), e si era recato nel Kashmir, dove aveva vissuto a lungo ed era morto.<br />

Ancora oggi, recandosi nel distretto Kanjar della città di Srinagar, capitale del Kashmir, è possibile<br />

trovare una sorta di mausoleo, chiamato Rozabal, che riscuote l’interesse di ben tre comunità<br />

religiose: indù, musulmani e buddisti. In esso si trovano almeno due tombe, una di un celebre<br />

musulmano del luogo, la quale rispetta le caratteristiche richieste dalle sepolture islamiche, una più<br />

antica, di un personaggio che sembra essere ebreo, perché è sepolto secondo certi requisiti del

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