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“In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di<br />

tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria<br />

Quirinio. Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. Anche Giuseppe,<br />

che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret e dalla Galilea salì<br />

in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con<br />

Maria sua sposa, che era incinta. Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono<br />

per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e<br />

lo depose in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo.” 132 .<br />

Ma la quantità di commenti che queste poche righe possono sollevare è ricca. Innanzitutto abbiamo<br />

già fatto notare quanto emerge dai primi due periodi, relativi al censimento, in merito al problema<br />

della datazione e del contrasto che si genera con la natività di Matteo. Ora, se andiamo avanti, ci<br />

troviamo dinanzi ad un’affermazione alquanto discutibile, secondo la quale le persone avrebbero<br />

dovuto essere censite non nel luogo dove vivevano ed esercitavano attività redditizie, ma nel luogo<br />

di origine della famiglia. Si tratta di un’assurdità, dovuta al fatto che l’evangelista doveva in<br />

qualche modo giustificare la nascita di Gesù nella città di Betlemme, soddisfacendo così un<br />

requisito messianico, non ostante che i fidanzati risiedessero in Galilea, a Nazaret.<br />

Se le persone avessero dovuto essere censite nel luogo di nascita, o di origine della famiglia, la<br />

realizzazione del censimento avrebbe prodotto un caos indescrivibile. Folle oceaniche avrebbero<br />

dovuto spostarsi per tutta la Palestina, magari per dichiarare che i loro interessi economici erano<br />

lontani decine o centinaia di km più a nord o a sud. Sarebbe successivamente stata inviata loro una<br />

cartella delle tasse, via posta?<br />

Ma le cose si sono svolte in modo completamente diverso. I romani avevano assoldato un buon<br />

numero di giudei compiacenti, i cosiddetti pubblicani, che conoscevano il territorio e la<br />

popolazione, avevano accesso ad utili informazioni e si occupavano di scovare le persone là dove si<br />

trovavano e generavano redditi significativi 133 . Per questo i pubblicani erano così odiati dagli ebrei,<br />

perché si comportavano come autentici collaborazionisti e traditori. Prendiamo allora la notizia col<br />

giusto scetticismo e procediamo nell’analisi del breve ma intenso passo.<br />

Giuseppe avrebbe dovuto spostarsi a Betlemme perché era originario di quel villaggio, situato poco<br />

a sud di Gerusalemme, che mille anni prima aveva dato i natali al grande re Davide. Le profezie<br />

131<br />

Regola della Comunità VIII, 13-14.<br />

132<br />

Lc II, 1-7.<br />

133<br />

“Lo Schűrer sostiene infatti che in un censimento provinciale romano finalizzato all’imposizione dei tributa capitis<br />

et soli, le motivazioni genealogico tribali avanzate nel vangelo di Luca per spiegare l’iscrizione a Betlemme di<br />

Giuseppe e Maria, i quali abitavano a Nazaret in Galilea, non potrebbero trovare spazio alcuno di credibilità.”<br />

(G.Firpo, Il problema cronologico della nascita di Gesù, Paideia, Brescia, 1983)

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