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Fratelli e sorelle di Gesù.<br />

Nel paragrafo relativo alla natività di Matteo abbiamo già affrontato il problema dei fratelli e delle<br />

sorelle di Gesù, in un contesto finalizzato a mostrare che il presupposto della verginità di Maria<br />

appartiene ad uno strato della redazione evangelica successivo a quello che vide la primitiva stesura<br />

del Vangelo secondo Marco. Abbiamo visto numerose citazioni presenti in tutti i testi canonici,<br />

dalle quali scaturiscono complessivamente quattro nomi: Giacomo, Joses (Giuseppe), Giuda e<br />

Simone.<br />

Evidentemente, quando venivano scritte queste cose, non si era ancora formata la convinzione che<br />

Gesù fosse nato da un parto verginale, e la composizione reale della sua famiglia non suscitava<br />

alcun imbarazzo. Addirittura nel Vangelo secondo Marco, la figura del padre non esiste, il<br />

falegname è Gesù stesso: “Non è costui [Gesù] il carpentiere?” 145 , e la madre, forse una vedova,<br />

accompagna spesso i figli nei loro movimenti al seguito di Gesù.<br />

Ma, già nel Vangelo secondo Matteo, le cose sono leggermente cambiate: “Non è egli forse il figlio<br />

del carpentiere?” 146 . Si noti un fatto importante: Matteo conosce il nome del padre di Gesù,<br />

Giuseppe, solo nella natività, dove costui è nominato ben otto volte. Ma nel ministero della vita<br />

pubblica il nome del padre è totalmente sconosciuto e la sua figura è citata una sola volta, come<br />

carpentiere, in quella che sembra un’alterazione deliberata della fonte marciana da cui ha attinto<br />

l’autore di Matteo. È abbastanza naturale pensare che, in questo testo, le discrepanze fra la natività e<br />

il ministero della vita pubblica, a riguardo delle figure di Maria e di Giuseppe, della loro importanza<br />

e della loro condizione, siano dovute al fatto che la natività appartiene ad una redazione posteriore,<br />

che è stata inserita successivamente nel Vangelo secondo Matteo.<br />

Luca esegue un altro passo avanti, nel suo Vangelo la frase diventa: “non è il figlio di<br />

Giuseppe?” 147 ma, si noti bene, esattamente come nel Vangelo secondo Matteo, il padre non è mai<br />

più citato nel ministero della vita pubblica, né per nome, né anonimo. Compare solo nella natività e,<br />

se non fosse per la modifica rispetto al testo di Marco, anche questa volta il buon padre di Gesù non<br />

esisterebbe affatto.<br />

Come abbiamo già detto, in tutte le citazioni evangeliche riguardanti i fratelli, il termine greco<br />

usato, adelphos, è quello specifico per indicare proprio i fratelli, non i cugini, pertanto l’obiezione<br />

posta da alcuni, che si trattasse dei figli di un fratello o di una sorella di Maria o di Giuseppe, cade<br />

automaticamente. Rimane, ovviamente, l’ipotesi che si trattasse di fratellastri, ovverosia di figli<br />

avuti da Giuseppe in un precedente matrimonio.<br />

145 Mc VI, 3.<br />

146 Mt XIII, 55.<br />

147 Lc IV, 22.

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