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preleva gratis copia pdf - Nostra Terra

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agazzi e con Maria una ragazza che facevano la stessa strada. Ed ecco che<br />

improvvisamente dalla grotta uscirono molti draghi: i ragazzi, vedendoli, furono presi<br />

da gran timore e gridarono. Allora Gesù scese dal grembo di sua madre, e stette dritto<br />

sui suoi piedi davanti ai draghi: essi allora adorarono Gesù e se ne andarono via da<br />

loro. Si adempì allora quanto era stato detto dal profeta David, con le parole: Dalla<br />

terra lodate il Signore, o draghi, draghi e abissi tutti. Ma egli, il bambinello Gesù,<br />

camminando davanti ad essi, ordinò loro di non fare più male a nessun uomo. Maria e<br />

Giuseppe temevano assai che il bambinello fosse leso dai draghi. Ad essi, perciò Gesù<br />

disse: - Non temete, e non pensate che io sia un bambinello. Io infatti sono sempre stato<br />

perfetto e lo sono tuttora: è necessario che tutte le bestie selvatiche davanti a me<br />

diventino mansuete.” 177 .<br />

In queste ultime righe possiamo notare il concetto dell’incarnazione divina. Il piccolo dichiara<br />

apertamente di mostrarsi come bambino solo nell’aspetto esteriore, ma di essere, in realtà, un<br />

principio perfetto eterno, incarnato e manifestato. Possiamo capire quanto sarebbe stato impossibile<br />

che un giudeo, come il presunto autore Matteo, presentasse un’idea simile, del tutto estranea alla<br />

religiosità ebraica, che pone una distanza incolmabile fra la natura divina e quella umana. Il dio<br />

degli ebrei interviene spesso nelle vicende umane, ma sempre dall’alto della sua superiorità<br />

incorporea. Gli uomini possono essere scelti, favoriti, aiutati, protetti, o puniti e fatti oggetto di<br />

vendetta. Mai comunque la natura divina e quella umana possono mescolarsi, come è comune in<br />

altre concezioni religiose pagane. Da qui anche il divieto di creare rappresentazioni idolatre del dio<br />

in forma animale o umana.<br />

Alcuni scritti apocrifi si dilungano su avvenimenti dell’infanzia di Gesù, ovverosia su quel periodo<br />

oscuro che la letteratura canonica sfiora semplicemente col breve episodio del bambino dodicenne<br />

fra i dottori del tempio. In essi la tendenza a rappresentare Gesù come artefice di miracoli si<br />

moltiplica a dismisura facendo compiere al fanciullo ogni genere di prodigi, e finendo per<br />

dipingerlo come una sorta di stregone. Assai spesso la sostanza di questi racconti decade verso<br />

fantasie di gusto macabro che deteriorano l’immagine di Gesù come principe della saggezza e della<br />

misericordia, perché gli attribuiscono tutti gli impulsi dell’orgoglio, della rabbia e della vanità<br />

umana, lasciando apparire le sue facoltà sovrannaturali come se fossero abilità diaboliche piuttosto<br />

che attributi della divinità. Si nota così come, nella redazione di questi scritti, abbia prevalso il<br />

desiderio di colpire l’emotività popolare con le suggestioni dei prodigi, lasciando scadere il valore<br />

spirituale. In effetti, in epoca medievale, questi scritti apocrifi, pur essendo ufficialmente dichiarati<br />

176 Papiro Bodmer V; XIX, 1 – XX, 4. Apocr. del N. T., op. cit.<br />

177 Vangelo dello pseudo Matteo, XVIII, 1; Apocr. del N. T., op. cit.

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