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Gesù non era caduto nell’oblio. Sebbene totalmente ridisegnato nel suo profilo ideologico e<br />

spirituale, aveva offerto il punto di riferimento per un nuovo culto e una nuova religione, che<br />

aggiungevano alle già terribili disgrazie degli ebrei un’ulteriore mole di difficoltà e di<br />

sofferenze. Prima fra tutte quella di essere odiati per il semplice fatto di essere ebrei.<br />

Nacquero allora racconti e tradizioni a carattere denigratorio che, con tutta probabilità,<br />

circolavano già, in forma orale e forse anche scritta, nel secondo secolo. Abbiamo una<br />

testimonianza di Giustino martire (giustiziato a Roma intorno al 168 d.C.), il quale ha scritto nel<br />

suo “Dialogo con Trifone” che gli ebrei mandavano in giro predicatori che mettessero in guardia<br />

gli israeliti contro l’inaccettabile eresia cristiana. Non sappiamo cosa ciò significhi esattamente,<br />

ma ne possiamo dedurre comunque un impegno attivo degli ebrei contro il cristianesimo. In<br />

questo impegno dobbiamo individuare le radici primitive di ciò che, alcuni secoli più tardi,<br />

prenderà la forma di una tradizione scritta sotto il nome di Toledoth Jeshu (le storie di Gesù),<br />

nella quale si attribuisce al sedicente messia una nascita illegittima, un’attività da “mago”, e una<br />

morte disonorevole. Noi sappiamo che questi libri esistevano senz’altro nel nono secolo perché,<br />

a quell’epoca, un certo Agobardo 192 , vescovo di Lione, ne ha testimoniato l’esistenza. Le prime<br />

redazioni dovevano essere state composte in aramaico, ma poi ne furono prodotte versioni in<br />

ebraico, giudeo persiano, arabo, yiddish e giudeo spagnolo, che ebbero ampia circolazione in<br />

Europa e nel vicino oriente.<br />

Per lungo tempo i cristiani hanno ignorato queste opere, non solo nel senso di non attribuire loro<br />

alcuna importanza, ma anche in quello di non conoscerne nemmeno l’esistenza. Poi, nel<br />

tredicesimo secolo, un certo Raimondo Martì 193 si prese cura di tradurle in latino. Le reazioni<br />

del mondo cristiano furono di estremo scandalo e, non raramente, furono usate come pretesto<br />

per fomentare il rancore antisemita: la teoria opportunistica era quella che, non solo gli ebrei<br />

avevano provocato la morte di Gesù, ma continuavano a indirizzargli calunnie vergognose,<br />

mostrando così una natura irrimediabilmente perversa.<br />

La prima edizione stampata delle Toledoth Jeshu fu quella del 1681, curata da Wagenseil, che<br />

definiva l’opera come “nefandum et abominabilem libellum”, “cacatus a Satana”. Nel 1705 fu<br />

pubblicata da Huldreich un’altra versione, diversa. E nel 1902 un’altra versione ancora, da parte<br />

di Krauss, che eseguì un importante studio filologico su questi scritti ebraici.<br />

Confrontando le versioni, possiamo notare quanto siano diverse le interpretazioni dei fatti che<br />

avrebbero riguardato il concepimento di Gesù da parte di Maria, anche se l’elemento comune è<br />

quello di far apparire Gesù come il frutto di una relazione illegittima. Compare sempre il nome<br />

192 Agobardus Lugdunensis (778-840 d.C.), De Iudaicis Superstitionibus.<br />

193 Raimondo Martì o Martini, nato intorno al 1215 nei pressi di Barcellona, forse di origini ebraiche e convertito al<br />

cristianesimo, ma si tratta di un’ipotesi non confermata. Fu frate domenicano impegnato nel tentativo missionario di<br />

conquistare musulmani ed ebrei alla fede cristiana.

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