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IL CARTEGGIO “GENESIS” - PROJECTUAP-ITALIA index

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<strong>IL</strong> <strong>CARTEGGIO</strong> <strong>“GENESIS”</strong> Dr. Massimo Teodorani, Ph.D. – Luglio 2012<br />

rileverebbe il contrario e con la stessa precisione: minime diminuzioni di luminosità dovute al transito del pianeta<br />

extrasolare davanti alla sua stella. Il sensore PDA è ovviamente molto sensibile anche nel rilevare diminuzioni di luce.<br />

In merito alla teoria della “Panspermia” e al ruolo importante dei plasmi nel meccanismo della Vita<br />

Non essendo un biochimico io non mi posso pronunciare con competenza su questo aspetto, ma come astronomo (ho<br />

fatto quasi sempre il lavoro dell’astronomo, ma sono in realtà un astrofisico, cioè: più fisico che matematico) posso<br />

confermare che lo spazio interstellare è una specie di grembo materno: si formano molecole complesse, nell’ambito di<br />

un gioco meraviglioso di fattori che comportano la fase calda e la fase fredda dei gas interstellari, le polveri, e la<br />

radiazione fotoionizzante delle stelle immerse in tali nebulose. Nel caso delle nebulose planetarie (ciò che resta alla fine<br />

della vita di una stella come il Sole, dopo la fase di gigante rossa) sono state scoperte molecole di Fullerene dalle<br />

proprietà di simmetria incredibili e dalla struttura perfettamente geodetica, come ad esempio le cosiddette “Buckyballs”:<br />

http://www.newscientist.com/blogs/shortsharpscience/2010/10/buckyballs-abound-in-space.html<br />

In base alle recentissime scoperte (anche grazie alla mia vecchia amica di Bologna quando eravamo giovani, e valente<br />

collega, Dr. Letizia Stanghellini, da tempo negli USA), proprio queste molecole potrebbero aver portato al loro interno<br />

molti degli elementi che costituiscono le basi della Vita, piovendo direttamente sulla Terra. Sulla questione dei Virus che<br />

nascono direttamente nello spazio non ho per ora elementi per esprimere un parere. Una cosa è certa: sono state<br />

trovate (perfino sulla Terra) forme di vita anche molto più evolute dei Virus che riescono a vivere in condizioni<br />

assolutamente proibitive, senza ossigeno e a temperature di 400°. Per cui non mi meraviglierei che alcuni virus possano<br />

essersi formati anche nello spazio, forse portati dalle comete nel loro passaggio vicino al Sole.<br />

Io penso che esista una elevata probabilità che in tutto questo un ruolo determinante sia giocato dall’interazione tra gas<br />

e polveri nello spazio interstellari. Il gas è sostanzialmente un plasma a bassa temperatura e bassa densità, ma possono<br />

esserci “grumi di plasma” (plasma più denso) che interagendo con la polvere iniziano da soli a innescare strutture in tutto<br />

identiche al DNA sia per via della struttura morfologica che per via delle capacità di replicazione e moltiplicazione. Qui<br />

uno studio prominente pubblicato sul prestigioso New Journal of Physics da scienziati tedeschi e russi:<br />

http://iopscience.iop.org/1367-2630/9/8/263/fulltext<br />

La mia impressione (ma la cosa va ancora dimostrata) è che queste “impalcature della Vita” vengano prima iniziate dal<br />

plasma (se certe condizioni sono rispettate, cioè quando il plasma interagisce con le polveri fini) e poi replicate alla<br />

materia densa fino a creare molecole sempre più complesse.<br />

Eppure proprio gli studi di Tsytovich et al. (2007) mostrano che il binomio plasma+polveri potrebbe creare vere e proprie<br />

strutture vitali indipendenti (cioè senza necessità di portare a forme organiche). E, come ben sai, questo dove porta? Alle<br />

“luci di Hessdalen”, dove il binomio plasma-polveri sembra perfettamente realizzato.<br />

In merito all’importanza del monitoraggio degli “Space Debris”<br />

Per poter effettuare un monitoraggio serio è necessario un sistema non-stop che monitora il cielo in qualunque<br />

momento della giornata. Penso senz’altro che il sistema di monitoraggio migliore debba fare uso di antenne<br />

radioastronomiche/radar, dal momento che questo monitoraggio sarebbe l’unico operativo 24 ore su 24 e non solo di<br />

notte.<br />

Monitoraggio non solo degli oggetti che ci girano in testa (ultimissimo conteggio: 22.000), ma anche degli oggetti che<br />

impattano altri oggetti in orbita (come è successo ad esempio al satellite UARS americano, che sembra sia caduto da<br />

qualche parte in Canada e con molti più pezzi interi di quei pochi che erano stati calcolati). Una volta noto il numero degli<br />

oggetti in orbita, i loro parametri orbitali, le loro dimensioni e il loro peso è possibile elaborare un modello numerico a Ncorpi<br />

in grado di fare simulazioni attendibili e perfettamente attinenti alla situazione realistica. Quindi, non solo<br />

monitoraggio: ma anche (e forse soprattutto) simulazioni numeriche più sofisticate di quelle che ci sono già oggi. Ad<br />

esempio la simulazione sulla caduta di UARS del 23-09-2011 si è rivelata quasi completamente sbagliata. E necessario<br />

scrivere un modello software molto migliorato e più flessibile. Se in mano abbiamo un modello di simulazione realmente<br />

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