20.06.2013 Views

IL CARTEGGIO “GENESIS” - PROJECTUAP-ITALIA index

IL CARTEGGIO “GENESIS” - PROJECTUAP-ITALIA index

IL CARTEGGIO “GENESIS” - PROJECTUAP-ITALIA index

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

<strong>IL</strong> <strong>CARTEGGIO</strong> <strong>“GENESIS”</strong> Dr. Massimo Teodorani, Ph.D. – Luglio 2012<br />

A proposito di SETI, ecco l’ultima che mi giunge proprio oggi dal sito web Open SETI del vecchio amico Gerry Zeitlin (exscienziato<br />

SETI, da tempo scienziato indipendente, il che è tutto dire … : http://openseti.org/OSSIFundsEnded.html<br />

Decisamente sconfortante, direi. Magari va a finire che se gli americani chiudono i rubinetti del SETI gli Argentini li<br />

riaprono in maniera autonoma. Comunque nulla da dubitare: il progetto SETI classico è stato un globale insuccesso,<br />

proprio per la rigidità dei suoi protocolli. Ma non è detto che il nuovo telescopio OSETI non porti a dei risultati (ha<br />

caratteristiche superlative), sempre che gli americani non lo accantonino.<br />

Io penso che il progetto OSETI di Lemarchand meriti di essere finanziato, se questo debba divenire operativo in<br />

Argentina: anche perché a mio parere uno strumento del genere si presta ad essere usato anche per molte altre ricerche<br />

astronomiche (non la stessa cosa con ATA) e simil-astronomiche (tipo Giapeto, ecc…). Ma per ora niente soldi agli<br />

americani, questa per ora è la mia idea: poi si deciderebbe il da farsi solo in seguito. E poi prima di rifinanziare<br />

eventualmente ATA, è fondamentale vedere in dettaglio un report di quello che hanno combinato fino ad ora in USA con<br />

quel sistema (radio in questo caso). Se pensano che il loro rigido “protocollo” debba essere mantenuto in eterno si<br />

sbagliano di grosso: le belle chiacchiere del Dr. Shostak non convincono più nessuno. Aggiungo a tal proposito un<br />

commento che inviavo proprio ieri ad una persona mia amica in Canada:<br />

><br />

Limiti del Progetto OSETI rispetto a progetti più innovativi per cercare scientificamente l’intelligenza<br />

extraterrestre<br />

La probabilità di trovare qualcosa credo che aumenti (anche di molto in certi casi) con i progetti di monitoraggio delle<br />

anomalie luminose, ma anche con NLSETI. E poi si tratta di progetti molto più innovativi, di interesse non solo<br />

astronomico/astrofisico ma anche e soprattutto di fisica fondamentale. Lo studio delle anomalie luminose ed<br />

elettromagnetiche, anche se ci confermasse che sono solo fenomeni naturali, ci permetterebbe comunque di fare<br />

avanzamenti importanti nello studio della fisica dei plasmi. Anche in questo caso si tratterebbe di un progetto<br />

estremamente flessibile, e importante anche per la geofisica, la fisica atmosferica, e soprattutto per la fisica dei plasmi.<br />

Ma se emergesse che alcuni di questi fenomeni sono realmente la manifestazione di altre intelligenze, allora sarebbe un<br />

progetto che farebbe la storia molto di più che se si scoprisse qualcosa con OSETI: e tieni presente che in tal senso è più<br />

probabile (non so quanto più probabile, ma so per certo: è molto più probabile) scoprire qualcosa con queste vie che con<br />

OSETI. E tieni infine presente che il progetto sulle anomalie va fatto in più Fasi, a costi differenziati (relativamente bassi<br />

nella prima fase), e che la Fase II partirebbe solamente se troviamo qualcosa nella Fase I: in tal modo le spese sarebbero<br />

molto più oculate, ponderate nel tempo e graduali. Nel caso del telescopio OSETI non vedo fasi che si avvicendano in<br />

maniera graduale, ma vedo una sola grossa spesa e una sola azione da fare con continuità. Se poi non si trova niente con<br />

OSETI resta comunque il vantaggio che un telescopio del genere può essere estremamente utile per fare cose di<br />

astrofisica e astronomia, anche con un buon livello di innovazione (ma non di rivoluzione scientifica).<br />

Improbabilità della vita in galassie ad alto redshift<br />

In alcune galassie, soprattutto quelle a elevato redshift (cioè le più vicine al punto zero del Big Bang, sempre che questa<br />

teoria sia vera come si vuol far credere) la enorme densità stellare al centro e nell’alone e le inevitabili collisioni e<br />

coalescenze rendono pressoché impossibile qualunque forma di vita, e forse perfino la formazione di pianeti stabili per<br />

un tempo sufficientemente lungo da permettere la formazione di civiltà evolute. Inoltre l’enorme emissione in raggi X<br />

152

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!