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IL CARTEGGIO “GENESIS” - PROJECTUAP-ITALIA index

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<strong>IL</strong> <strong>CARTEGGIO</strong> <strong>“GENESIS”</strong> Dr. Massimo Teodorani, Ph.D. – Luglio 2012<br />

rimanga inevitabilmente dell'idea che queste fenomenologie avvengano solamente dentro il cervello degli<br />

"addotti", magari innescati come fatto allucinatorio da qualche causa elettromagnetica nelle onde molto lunghe (o<br />

da campi magnetici) di natura locale: queste cose possono succedere più spesso di quanto non si creda e sono<br />

state dimostrate in laboratorio in Canada già da diversi anni.<br />

Se invece questi accadimenti sono reali e non uno stato allucinatorio, allora verrebbe da pensare che i fenomeni di<br />

“abduction” non siano altro che la punta di un immenso iceberg sommerso, capace di manovrare molti di noi, se<br />

non tutti, come pupazzi appesi ad un filo. Che società sono in grado di costruire degli uomini che non sono liberi?<br />

Beh, le evidenze qui sono sotto gli occhi di tutti, penso: basta guardarci attorno. Puta caso che un giorno la scienza<br />

riesca veramente a metterci le zampe, se il fenomeno fosse verificabile forse potrebbe diventare automaticamente<br />

controllabile, ovvero *schermabile*. Del resto vivere sotto l’influsso costante di parassiti di varia natura, ammesso<br />

che esistano veramente, piacevole non è. E se riuscissimo a cavarceli veramente di dosso, magari costruendo una<br />

… “macchina” specificamente adibita all’uso, a prescindere dalle presunte “abduction”, come diventerebbe la<br />

società in cui viviamo? Malanga asserisce di liberare gli addotti da queste zecche (e probabilmente dalle bugie che<br />

raccontano alle loro vittime). E’ anche probabile. Ma nell’ipotesi si trovasse una furbata tecnologica (derivata da<br />

certe eventuali misure scientifiche) in maniera tale da schermare le persone da quella che se vera sarebbe la più<br />

grande delle minacce a cui è andata soggetta l’umanità nel corso di tutta la sua storia, direi che questo<br />

risparmierebbe i sacrifici e le sofferenze di tanti in un colpo solo. In ogni caso, mi pare ovvio che senza la prima<br />

fase (quella già gestita da Malanga con i suoi studi “epidemiologici” così a lungo protratti), non ci sarebbe una<br />

seconda fase (quella tecnologica).<br />

Ovviamente il 99% dei miei colleghi, penso di tutte le branche, non accetterebbe mai di condurre esperimenti del<br />

tipo di quelli che ho preliminarmente suggerito io: direbbero che è tempo perso o che è da coglioni. Forse hanno<br />

ragione, forse no. Io sono abituato a fare i peli alle mosche, loro no: sembra si preoccupino di più “su cosa dice la<br />

gente poi…” che non di puntare il faro contro il buio (con cui preferiscono conviverci, piuttosto che fare luce). Ma<br />

se qualcuno di noi facesse certi esperimenti (in gran segreto, ovviamente), e poi li presentasse in maniera<br />

adeguata alla comunità accademica, credo davvero che tutti gli altri dovrebbero accettare il fatto compiuto. Penso<br />

che solo allora inizierebbe realmente a muoversi qualcosa.<br />

A prescindere dal fatto che con i suoi studi sulle abduction inevitabilmente Malanga si è trovato (controvoglia<br />

immagino) a scantonare anche nell’esoterismo, mi domando cosa lo abbia spinto a persistere in quella maniera,<br />

delegandovi così tanto del suo tempo. Visto che lui è tutto fuorchè pazzo, ci deve essere una più che valida ragione<br />

per la quale abbia deciso di imbarcarsi in una impresa (rischiosa, per tante ragioni) come quella. Come scienziato e<br />

come persona, ho il dovere di prenderne atto.<br />

Insisto nel ritenere che non saranno gli esorcisti a continuare a liberare le persone da certe brutture, e che prima o<br />

poi la Scienza l’avrà vinta anche in questo campo. La questione poi, della “Coscienza” che lo stesso Malanga ha<br />

trattato a più riprese nelle sue interessanti ipotesi di lavoro, è una questione sempre più dibattuta in ambito<br />

scientifico (ho partecipato anche ad alcuni congressi tecnici di questo tipo) e prima o poi, penso e spero, la<br />

tireremo su dal fondo dell’acquitrino come un pesciolino, da osservare, pesare, valutare con obiettività. Ma questo<br />

è meglio non dirlo in pubblico (la mia esperienza mi insegna), se no quelli attaccano ancora con la storia che<br />

“scienza e religione vanno unite”. A mio parere non si tratta di unire tra loro le due cose, ma di espandere la prima<br />

eliminando una volta per tutte la seconda. Io penso che sia possibile essere “atei” anche credendo profondamente<br />

nella spiritualità, nell’esistenza dell’anima e perfino nella *vita dopo la morte* (questo, a mio parere, di<br />

importanza molto più focale della vecchia quanto improbabile storia delle visite di extraterrestri, quando si parla di<br />

“intelligenze aliene”), così come nel fatto sensato di vivere e operare nel bene e per il bene. La questione di “dio” è<br />

un non senso che non ci porta da nessuna parte, se non in un vicolo cieco o vizioso, e a volte anche alla violenza e<br />

al fanatismo. Fermo restando il mio assoluto rispetto per chi ha “fede” in “dio” (quando non vengono manipolate<br />

le menti), io preferisco avere fede semmai nella concretezza del sacrificio di Gesù, uomo concreto, spirituale e<br />

guida per tutti noi, anche senza il bisogno di concepire l’idea di un “suo padre” o, ancor peggio, i suoi biechi<br />

strumentalizzatori e l’istituzione millenaria che ci hanno messo in piedi, non di rado a nostro danno. La spiritualità<br />

io la vedo come una *forza* che spinge le nostre azioni, tra le quali quella scientifica penso che sia la più<br />

importante ai fini del nostro benessere (e non certo della cadrèga del barone di turno) e del nostro tentare di<br />

vedere chiaro nelle cose, tutte le cose, non solo le galassie e i quasar. In questa luce, certamente, mi sento molto<br />

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