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IL CARTEGGIO “GENESIS” - PROJECTUAP-ITALIA index

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<strong>IL</strong> <strong>CARTEGGIO</strong> <strong>“GENESIS”</strong> Dr. Massimo Teodorani, Ph.D. – Luglio 2012<br />

vengono eventualmente trovati all’interno dei vari database disponibili, e si tenta di calcolare la<br />

traiettoria dei possibili “candidati ETV” una volta noti almeno due o tre punti nello spazio. Una volta<br />

ottenuta la traiettoria si tenta di agganciare questi oggetti e metterli in tracking utilizzando<br />

soprattutto telescopi infrarossi (a terra o dallo spazio), ottici e radiotelescopi. Nell’ipotesi che<br />

esistano anche curve di luce di tali oggetti (infrarosse o ottiche), le si confrontano con le curve di luce<br />

di asteroidi e di comete, al fine di dedurne in maniera indiretta eventuali strutture geometriche. Lo<br />

scopo è di verificare se grandi sonde o “arche Dysonship” di eventuale provenienza extraterrestre<br />

siano in procinto di giungere o siano già giunte all’interno del sistema solare (Riferimenti Bibliografici<br />

di pertinenza tutti alla fine).<br />

Metodologia, Procedure e Strategie per il Raggiungimento dell’Obiettivo<br />

Per raggiungere l’obiettivo si effettuerebbero procedure articolate sostanzialmente in 4 fasi:<br />

1. Analizzare attentamente i database tuttora esistenti in merito alle varie “survey” che sono state<br />

effettuate negli ultimi 30 anni nella banda infrarossa sia dallo spazio (IRAS, ISO, Spitzer) che da<br />

terra (UKIRT, VLT, ecc..), confrontandole con le survey ottiche e radio degli stessi campi di cielo<br />

(ed eventualmente anche con le survey nelle bande ultraviolette, X e Gamma), al fine di<br />

verificare se, sulla base di più survey fatte a distanza di tempo degli stessi campi di cielo, questi<br />

oggetti si siano spostati nel tempo. Se si ottengono almeno 2 punti viene calcolata la traiettoria,<br />

tentando di stabilire in che punto del sistema solare (o appena fuori di esso) questi oggetti si<br />

trovino al momento attuale. In particolare, si prendono in esame tutti i presunti “falsi allarmi”<br />

rilevati dalle osservazioni SETI effettuate nel mondo fino ad oggi, ovvero quei segnali registrati<br />

una sola volta e non più ripetuti, sospettando che la ragione della breve durata di tali segnali (con<br />

ogni probabilità, di natura non intenzionale) sia dovuta al fatto che tali sorgenti di onde radio<br />

abbiano cambiato rapidamente le loro coordinate (uscendo quindi dal lobo dell’antenna). Si<br />

confrontano le coordinate rilevate nella banda radio con oggetti ad elevato moto proprio<br />

eventualmente rilevati in passato nel corso di survey astronomiche di cielo in tutte le bande<br />

disponibili.<br />

NOTA – Il lavoro sui database relativo a questa ricerca specifica (SETV) potrebbe essere<br />

agevolmente accompagnato dal lavoro sui database relativo alla ricerca proposta in precedenza<br />

(SETT-SETI), dal momento che in entrambi i casi si cercano sorgenti con forte emissione infrarossa<br />

e possibile controparte ottica. L’unica differenza è che nella ricerca SETV si cercano sorgenti ad<br />

elevato moto proprio, mentre nel caso della ricerca SETT-SETI questo requisito non sussiste. In<br />

conclusione, per quello che riguarda la prima fase, entrambe le ricerche potrebbero procedere di<br />

pari passo (“due piccioni con una fava”): ciò potrebbe ottimizzare i tempi e ridurre i costi, nel caso<br />

si intendesse eseguire entrambe le ricerche.<br />

2. Una volta determinata la traiettoria si progetta di coordinare il puntamento di questi oggetti<br />

usando soprattutto telescopi ottici a grande apertura, radiotelescopi di tipo SETI, telescopi ottici<br />

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