IL CARTEGGIO “GENESIS” - PROJECTUAP-ITALIA index
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<strong>IL</strong> <strong>CARTEGGIO</strong> <strong>“GENESIS”</strong> Dr. Massimo Teodorani, Ph.D. – Luglio 2012<br />
Loewe sui nostri computer Windows per interfacciarli con gli altri software che girano su Windows. Occorre Linux o Unix,<br />
e tutta una serie di software, e soprattutto molto tempo per lavorarci sopra, e la necessaria assistenza tecnica. Qui si<br />
tratterebbe sostanzialmente di un lavoro prettamente matematico. Sarebbe interessante che anche questo aspetto della<br />
ricerca fosse supportato da fondi adeguati. In ogni caso questo aspetto della ricerca noi l’abbiamo battezzato NLSETI<br />
(Non-Local SETI). E si rifà direttamente all’ipotesi di lavoro del Dr. Thaheld, ovvero che il cervello possa inviare messaggi<br />
“in tempo reale”, seguendo il meccanismo dell’entanglement quantistico ed evitando i limiti imposti dalla velocità della<br />
luce. Una ipotesi coraggiosa, certo: ma una ipotesi sperimentalmente testabile, testabile subito con i mezzi a nostra<br />
disposizione, che sono relativamente semplici. Se ci sono i fondi ovviamente, dato che si tratta comunque di un<br />
lunghissimo lavoro analitico.<br />
PLASMA LIFE<br />
A parte altre possibili forme di vita organica basate sul Carbonio, si ipotizza anche qualcosa che possa essere basato sul<br />
Silicio. Ma questo è davvero il meno. E le spiego il perché. Tre anni fa sul New Journal of Physics è stato pubblicato un<br />
articolo tecnico (con peer-review, ovviamente) di enorme importanza:<br />
http://iopscience.iop.org/1367-2630/9/8/263/fulltext<br />
Se davvero i plasmi (fatti di ioni e di elettroni) si comportano in particolari condizioni come il DNA umano (e questo è<br />
stato assodato sia con esperimenti di laboratorio che con simulazioni numeriche), allora il pensiero corre<br />
immediatamente alle “luci di Hessdalen” (e fenomeni in tutto simili in altre parti del mondo, Argentina inclusa). In parole<br />
povere: si potrebbe esplorare anche la possibilità che in particolari condizioni, ovunque nell’Universo, sia possibile che<br />
plasmi innescati da fenomeni naturali come ad esempio la piezoelettricità possano improvvisamente evolvere come vere<br />
e proprie forme di vita. Ho studiato abbastanza a fondo anche questo aspetto del problema e 3 anni fa ho presentato un<br />
lavoro al Naturwissenshaften di Salisburgo in Austria, un lavoro che prende in considerazione questo aspetto, e che sulla<br />
base di alcune altre assunzioni riguardanti una possibile natura quantistica del cervello (secondo la teoria di Penrose-<br />
Hameroff) e della coscienza che ne scaturisce e anche la particolare “struttura cooperativa” dei plasmi in generale (come<br />
è emerso dagli studi del fisico quantistico David Bohm, in passato), sia possibile verificare se esiste o meno una<br />
interazione tra l’uomo e queste “sfere di luce” (di fatto esiste una marea di testimonianze in tal senso, ovviamente non<br />
ancora supportate da una indagine scientifica e rigorosa). Abbiamo già preparato e pubblicato una proposta di ricerca<br />
con i test con cui verificare se questa ipotesi è vera o falsa. Ma, ovviamente anche in questo caso, non avendo nessun<br />
Istituto serio che appoggia e finanzia le nostre ricerche, per ora è stato tutto congelato. Ma è una ipotesi da valutare<br />
seriamente, per quanto apparentemente fantascientifica essa sia. Io credo che forse questo sia il progetto più<br />
importante di tutti, e anche qui la ricerca è fattibile se ci sono i fondi. E comunque è una ricerca da tenere molto<br />
“segreta” perché purtroppo sono sempre in agguato i “new agers” pronti a storpiare le cose e a farne un uso<br />
strumentale. La gente non deve sapere che noi stiamo cercando anche queste cose.<br />
Considerazioni generali su SETI, SETT, SETV e NLSETI<br />
In merito al tema più generale della “ricerca scientifica di intelligenza extraterrestre” io ho solo tentato di sondare le<br />
varie strade che fino ad ora sono riuscito a trovare, nella speranza di riuscire a capire quali sono quelle che ci possono<br />
consentire una ragionevole percentuale di successo. Se si ci concentra solamente su un aspetto, si rischia di mancare il<br />
bersaglio. Per cui si tenta di fare una specie di “volo di uccello” per vedere tutte le strade dall’alto, e dove possono<br />
portare, per poi capire qual è la più percorribile e in tempi brevi.<br />
Se lo ritiene opportuno, in una successiva lettera potrei quantificarle l’entità del finanziamento necessario per far partire<br />
presso il Suo Istituto alcune delle ricerche che le ho accennato sopra, la durata necessaria per questi studi, le strategie, le<br />
tattiche e gli strumenti da avere a disposizione, incluso il tempo di telescopio necessario (e il tipo di telescopi da usare)<br />
per la parte SETT e SETV.<br />
Potrei inoltre illustrarle tutta una serie di problemi pratici che inevitabilmente occorre affrontare e poi risolvere per fare<br />
in modo di rendere realizzabili alcuni aspetti di questa ricerca. Ad esempio, a meno che non si riesca a stabilire un<br />
qualche tipo di solido accordo con chi gestisce la “politica” dei grandi osservatori astronomici mondiali, io ritengo (anche<br />
per esperienza) che sia pressoché impensabile riuscire a ottenere tempo di telescopio sufficiente per attuare i progetti<br />
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