IL CARTEGGIO “GENESIS” - PROJECTUAP-ITALIA index
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<strong>IL</strong> <strong>CARTEGGIO</strong> <strong>“GENESIS”</strong> Dr. Massimo Teodorani, Ph.D. – Luglio 2012<br />
Spettri ottici anomali<br />
Ho appena ricevuto uno spettro ottico da un mio collaboratore Australiano (questo non è uno scienziato, ma un bravo<br />
fotografo a cui ho insegnato a fare foto spettroscopiche, in passato avevo creato un gruppo di nome “SPECNET”, il cui<br />
scopo era di addestrare persone di tutto il mondo a prendere spettri ottici di fenomeni anomali nelle loro aree). Dopo una<br />
montagna di spettri sbagliati, questa volta mi ha mandato un spettro apparentemente molto anomalo di un presunto<br />
UFO (rilevato nell’aerea di Avalon Beach). Ma prima di dire se questo spettro è anomalo, e che cosa crea quella luce,<br />
aspetto che lui mi mandi ulteriori informazioni sulla macchina fotografica usata, la curva di sensibilità del sensore CCD,<br />
uno spettro di riferimento per la calibrazione in lunghezza d’onda e altri dettagli tecnici assolutamente indispensabili. Nel<br />
frattempo continua il gruppo di discussione con gli americani (questi: veri colleghi): a prescindere dal carattere “Yankee”,<br />
è comunque importantissimo mantenere questa collaborazione, anche a vantaggio della nostra futura ricerca a Cerro<br />
Uritorco e zone simili in Argentina. I miei colleghi americani sono competenti tecnicamente, e allora il dialogo tecnico è<br />
vantaggioso per tutti noi.<br />
Sistemi di illuminamento conosciuti e non conosciuti<br />
In linea di principio, prendere spettri sistematicamente di tutte le luci umane conosciute è un lavoro da ragazzi, che<br />
richiede una minima professionalità. E poi è anche importante avere la disponibilità delle industrie che producono questi<br />
sistemi di illuminamento. In fondo si tratta di fare la foto di uno spettro di quelle luci in una stanza buia: 10-15 secondi<br />
per ciascuna e il gioco è fatto (basta un addestramento minimo). E’ un lavoro in sé semplicissimo, ma richiede però del<br />
tempo perché occorre fare spettri a tutte queste luci. In altri casi basta disporre di questi spettri, se qualcuna di quelle<br />
industrie è disposto a mandarceli (in formato .DAT o .SPC). Senza alcun dubbio i laboratori di quelle industrie quegli<br />
spettri li hanno già fatti (in larga parte dei casi), e quindi forse basterebbe farne richiesta direttamente alle industrie,<br />
facendo ben presente che questi spettri ci servono come Database di Riferimento per una ricerca estremamente<br />
importante. Io penso che in 6-12 mesi di lavoro sistematico e costante si riesca a mettere in piedi un database<br />
ragionevolmente completo, che poi diventerebbe una Libreria all’interno del software RSPEC e anche altri. Faciliterebbe<br />
di molto il nostro lavoro di identificazione.<br />
In ogni caso, i 10 spettri più tipici di lampade di costruzione umana ci sono ben noti e sono abbastanza facilmente<br />
identificabili. Tutte le altre varianti sono dovute agli stessi tipi di lampade ma con addizionati altri elementi chimici.<br />
Quello che mi aspetto è che, se qualche extraterrestre fosse così ingenuo da utilizzare un suo sistema di illuminamento,<br />
visto che gli elementi chimici sono gli stessi in tutto il nostro Universo, ci sarebbe da aspettarsi (come giustamente mi ha<br />
sottolineato l’Ing. James Bunnell) che i loro sistemi di illuminamento possano essere simili ai nostri, anche se con<br />
addizioni diverse di altri eventuali elementi chimici (che producono luce), diverse condizioni di pressione dei gas nelle<br />
lampade, e diverse temperature (specie nel caso delle lampade a fluorescenza). Se disponiamo nei minimi dettagli degli<br />
spettri ottici di TUTTI i tipi di lampade terrestri (nell’ambito delle quali ci sono ovviamente delle costanti) come metro<br />
quantitativo di confronto, allora una peculiarità in un certo tipo di illuminamento non dovrebbe certo sfuggirci: se<br />
abbiamo già pronto il database allora qualunque peculiarità la becchiamo immediatamente e senza perdere tempo a<br />
cercare su internet. Questo, sempre che gli alieni siano così scemi da usare un sistema di illuminamento nella nostra<br />
atmosfera. Se anche così fosse, comunque, accoppiando le misure spettroscopiche con quelle in altre lunghezze d’onda<br />
(esattamente come ci accingiamo a fare al Cerro Uritorco e in altre località dell’Argentina), non solo una eventuale<br />
natura aliena non dovrebbe sfuggirci ma dalle misure dovremmo riuscire anche a dedurre qualcosa del sistema di<br />
propulsione che produce certe manifestazioni elettromagnetiche e loro probabile variabilità. In questo caso potrebbe<br />
bastare anche il solo uso della bassa-media dispersione in spettroscopia ottica (dal momento che le nostre misure<br />
verrebbero fatte usando simultaneamente più tipi di strumenti), dato che il resto lo fanno tutti gli altri strumenti.<br />
In realtà, mi sento di fare quattro ulteriori fondamentali considerazioni che riguardano proprio questa ricerca:<br />
1. E’ per me altamente improbabile che gli alieni siano così stupidi da rendere visibili le loro aeronavi utilizzando un<br />
qualche loro sistema di illuminamento;<br />
2. E’ per me MOLTO PIU’ probabile che se usano un sistema di illuminamento di tipo umano questo lo facciano al puro<br />
e semplice scopo di mimetizzazione: esistono già alcune possibili evidenze di questo (vedi sotto);<br />
3. Se non usano mimetizzazione mi aspetto comunque che il loro sistema di propulsione produca eccitazione o<br />
ionizzazione nell’aria della nostra atmosfera, e probabilmente sarebbe questa la sorgente spontanea di<br />
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