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IL CARTEGGIO “GENESIS” - PROJECTUAP-ITALIA index

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<strong>IL</strong> <strong>CARTEGGIO</strong> <strong>“GENESIS”</strong> Dr. Massimo Teodorani, Ph.D. – Luglio 2012<br />

qualunque tipo di soggetto, perché questo genere di segnali ritengo che possa depositarsi su tutte le persone, forse<br />

perfino nel tracciato EEG del mio gatto Dundy.<br />

I vari livelli della classificazione di Kardashev e il progetto NLSETI<br />

Direi che la classificazione di Kardashev possa considerarsi definitiva: si ferma al Tipo III. Ovvero al controllo dell’energia<br />

delle galassie, e alla capacità di effettuare teletrasporto ovunque, e anche alla capacità di costruire “server mentali” per<br />

permettere la ricezione e la trasmissione in tempo reale di informazione usando la via non-locale a livello cosciente.<br />

Ovviamente, io ritengo che più si passa dal Tipo I al Tipo III e meno si usano le onde elettromagnetiche per comunicare.<br />

Ma è anche logico pensare che nel corso della loro evoluzione tecnologica molti di loro abbiano deciso, agli inizi, di usare<br />

le onde elettromagnetiche come facciamo noi con il SETI. Pertanto, il SETI ha un senso, comunque. Si tratta di un livello,<br />

ma ad altri livelli potrebbero essere andati molto oltre (e ne sono più che sicuro). Si tratta di vedere quanto dura l’epoca<br />

delle onde elettromagnetiche nell’ambito di una stessa civiltà e quanto dura quella con i server mentali o quella di tipo<br />

NLSETI. Dipende dalla durata. Io penso che la fase SETI standard sia quella di minor durata, e quindi quella con minor<br />

probabilità di trovare qualcosa (anche se non nulla). Quella dei server mentali: non riusciamo a concepirne la tecnologia<br />

(ma ne possiamo *vedere* i risultati con la nostra mente, a quanto sembra). Quella NLSETI: siamo in grado di esaminarla.<br />

Alla fine NLSETI è la via più conveniente per noi, perché esiste una scienza che già conosciamo (quella dell’entanglement<br />

quantistico) ed esistono algoritmi di analisi molto sofisticati di cui disponiamo. Nel caso della…. “Akasha” abbiamo solo<br />

congetture, nessuna fisica in realtà, anche se io ritengo fortemente che le “immagini mentali” vengano veicolate dal<br />

vuoto quantistico (campo di Planck) sotto forma di fluttuazioni della quantum foam. Le immagini vengono impresse su<br />

particelle virtuali del vuoto allo stesso modo in cui noi imprimiamo informazione sui microchip coi nostri computer.<br />

Quelle particelle virtuali vengono messe in stato di entanglement con la nostra mente o coscienza. Certo: sembra<br />

fantascienza estrema questa! Ma io SO che non lo è, anche se non posso ancora dimostrarlo. Io credo che qui (server<br />

Akasha ecc…) occorra lavorare sull’ipotesi di entanglement tra particelle virtuali del vuoto (vedi Feynmann) e particelle<br />

del mondo della materia ordinaria oppure la coscienza stessa direttamente. Avrei molte cose da dire in più, anche per<br />

spiegare le apparenti incongruenze. Mi accorgo di avere una vaga idea di come funziona questa cosa, ma mi interessa più<br />

capire come fare una macchina che rileva e registra questo tipo di informazione. Qui ci sarebbe da dire tantissimo, ma<br />

non c’è il tempo.<br />

Oltre a questo (Tipo III), non si tratta più di civiltà “fisiche” ma di altri tipi di entità che non vivono più in questo dominio<br />

di esistenza, ma “nell’altro”: cose esotiche, ma possibili. Ma non alla portata della nostra scienza. Eppure sono convinto<br />

che anche quelli usino una scienza. E che usino anche veicoli per spostarsi. Ma qui non si finirebbe più di parlare e mi è<br />

venuto sonno.<br />

La grande “biblioteca non-locale” cercata dal progetto NLSETI confrontata con le strategie del progetto SETI<br />

Potrebbe davvero trattarsi di una immensa enciclopedia, dove viene registrato tutto quanto succede nell’Universo,<br />

quanto è successo e forse anche quanto deve ancora succedere. Ci sono due vie per farla, una neurale (tipo NLSETI) e<br />

una puramente mentale, entrambe facendo uso dell’entanglement quantistico o qualcosa di simile (e su di esso ci sono<br />

ancora molte cose che dobbiamo capire bene ed esplorare, come ad esempio la coerenza elettrodinamica quantistica e la<br />

natura del DNA). Sono più che sicuro che (per quello che riguarda il secondo caso) il segreto è nel modo di manipolare il<br />

Campo di Planck e la schiuma quantistica. E’ proprio quello l’intermediario, e cioè il server. Il problema è come arrivarci<br />

per acquisire dati registrabili e provabili e per depositarli. La via NLSETI (per quanto per noi rivoluzionaria) è più<br />

convenzionale, se vogliamo: qui possiamo effettuare fin da subito misure con gli strumenti che già abbiamo. Nell’altro<br />

caso al momento non ci sono mezzi per acquisire prove: ma chissà… chi può dirlo con certezza? Penso che le civiltà più<br />

avanzate abbiano attuato entrambi i sistemi, a seconda del loro livello evolutivo e tecnologico. E penso anche che questi<br />

siano i sistemi largamente più diffusi nell’Universo.<br />

Le onde elettromagnetiche sono un altro sistema probabilmente diffuso ma solo nelle civiltà di Tipo I: questi segnali sono<br />

potenzialmente rilevabili ma più aumenta la distanza e più deve aumentare l’apertura dei radiotelescopi e la sensibilità<br />

dei ricevitori, fino al punto che non saremmo mai in grado di costruire radiotelescopi più grandi di tanto (a parte le<br />

potenzialità della nuovissima tecnologia Square Kilometre Array – SKA), e quindi non potremmo spingerci più oltre di<br />

1000 anni luce o poco più. Ma la probabilità di trovare qualcosa aumenta (esponenzialmente) solo con la distanza.<br />

Questo problema se lo devono essere posti i nostri amici, che so, di Epsilon Eridani, fino a che un bel momento gli è<br />

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