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IL CARTEGGIO “GENESIS” - PROJECTUAP-ITALIA index

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<strong>IL</strong> <strong>CARTEGGIO</strong> <strong>“GENESIS”</strong> Dr. Massimo Teodorani, Ph.D. – Luglio 2012<br />

http://www.narcap.org/reports/CompAnal/ONNYCT_Paper_MT_2009_REVISED.pdf<br />

Esistono però dei lavori fisici che spiegano come sia possibile il volo interstellare, ma si tratta di lavori solo teorici che al<br />

momento non hanno ancora nessun riscontro con fatti oggettivi (di cui sopra). Alcuni di questi lavori sono comunque<br />

predittivi in tal senso, come ad esempio i lavori di Alcubierre, Davis e altri (compreso il sottoscritto: ti allego qui uno di<br />

quei lavori teorici con caratteristiche predittive).<br />

Non voglio essere presuntuoso ma gli scienziati sono le figure più adatte per far capire ai militari se un dato fenomeno<br />

costituisce un pericolo o meno: prima o poi lo devono capire. Infatti, come noterai dai due volumi che qui ti allego,<br />

esistono ragioni per ritenere che una parte del fenomeno “ufo” possa costituire un pericolo sia per l’aviazione civile che<br />

per quella militare. Il modo migliore per assodare la cosa è quella di analizzare scientificamente i dati su quel residuo che<br />

non rientra nei casi che ho menzionato sopra.<br />

Una parte (piccolissima) potrebbe essere veramente dovuta a visite extraterrestri. Come si spostano nello spazio?<br />

Potrebbero usare due modi: A) grandi “arche spaziali” che impiegherebbero anche millenni per entrare nel sistema<br />

solare e poi liberando al momento opportuno delle specie di “navette” per l’esplorazione dei pianeti; B) teletrasporto di<br />

tipo quantistico oppure quanto-relativistico (con produzione di “energia negativa”, cioè al di sotto del valore medio zero<br />

del vuoto quantistico). Le navette potrebbero sostentarsi in atmosfera grazie all’utilizzo di propulsione magnetica o<br />

“elettro-gravitazionale” (come va di moda chiamarla); C) qualcosa di molto più esotico. Ci sono già svariati studi fisici su<br />

queste possibilità, e ci sono anche studi fisici che fanno delle predizioni su quello che ci aspetteremmo di vedere in cielo<br />

se usassero uno di questi sistemi. Tutto questo è possibile, ma di prove scientifiche relative a oggetti concreti al<br />

momento ce ne sono zero. Ma non è detto che non possano essere trovate. Sai a quale progetto mi riferisco: è mirato a<br />

studiare le anomalie sia che esse siano di tipo naturale sia che esse siano di tipo tecnologico.<br />

Per quello che riguarda la possibilità di scoprire la nostra presenza da lontano, ricordo che entro 10 anni (se saremo<br />

fortunati con i fondi per i progetti in corso), con i nostri sistemi telescopici spaziali di tipo interferometrico potremmo<br />

anche riuscire a distinguere particolari di 10 Km da una distanza di 10 anni-luce: si riuscirà a vedere direttamente i pianeti<br />

extrasolari grazie alla tecnica di interferometria spaziale con una linea di base di 1 milione di Km. Per riuscire a<br />

distinguere delle aree illuminate del pianeta (a causa della tecnologia) basterà una risoluzione 10 volte inferiore. E’ ovvio<br />

allora che chi ha rispetto a noi migliaia o milioni di anni di vantaggio può fare molto, molto di più per scoprire la nostra<br />

esistenza da lontano, prima di venire a trovarci direttamente. Siccome la Vita evoluta nell’universo è forse molto meno<br />

evoluta di quanto si possa pensare, è ovvio che la loro esplorazione si concentrerebbe nelle aree dove la vita è<br />

sviluppata.<br />

Aggiungo qui una mia estensiva risposta per iscritto ad una persona che ha partecipato ad una mia recente conferenza<br />

dal titolo “Le Altre Vie della Bioastronomia” e che mi ha chiesto come e in che modo anche il “fenomeno UFO” possa<br />

essere tenuto in considerazione nelle ricerche scientifiche sulla possibilità di intelligenza extraterrestre:<br />

http://digilander.libero.it/sanmattiaapostolo/conferenze/2011_2012/testosintesi/domanderispostemt.pdf<br />

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