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IL CARTEGGIO “GENESIS” - PROJECTUAP-ITALIA index

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<strong>IL</strong> <strong>CARTEGGIO</strong> <strong>“GENESIS”</strong> Dr. Massimo Teodorani, Ph.D. – Luglio 2012<br />

Causa delle interferenze elettromagnetiche<br />

Non ci sono dubbi che la causa sia un campo magnetico improvviso o una sovracorrente. Ma come il fenomeno si instauri<br />

non lo sappiamo. Una specie di improvviso cortocircuito. So solo che le batterie “partono” all’improvviso. Batterie nuove!<br />

Ma a me è successo solo alcune volte (soprattutto in Arizona), e quando in vista non c’era nulla (a proposito: sapremo<br />

fare buon uso della termocamera a Cerro Uritorco). Potrebbe anche trattarsi di un campo magnetico prodotto dal<br />

terreno in cui ci si trova occasionalmente e non dal fenomeno luminoso in sé. Se certe rocce sono in grado a volte di<br />

produrre piezoelettricità (e anche onde elettromagnetiche nelle bande VLF, HF, UHF), allora a questo deve associarsi per<br />

forza un campo magnetico.<br />

Invece, nei casi (prettamente ufologici) in cui è stata testimoniata la presenza nelle vicinanze di un “oggetto volante<br />

strutturato” allora è più che probabile che sia stato il suo mezzo di propulsione a creare l’interferenza elettromagnetica.<br />

Il Dr. Bruce Maccabee (fisico ottico USA, che conosco) e il Dr. Mark Rodeghier (astronomo e psicologo, che conosco)<br />

hanno in passato investigato proprio su questo aspetto della fenomenologia, cercando di ricostruire dalle testimonianze<br />

raccontate l’intensità del campo magnetico esterno e la distanza della sorgente.<br />

Nella Hummer avremo assolutamente bisogno di un modulo di continuità, per sicurezza: per evitare, ad esempio, che si<br />

spengano i computer mentre stiamo prendendo i dati.<br />

Approccio della Scienza<br />

Queste cose meritano di essere studiate in tutti i sensi scientificamente. Noi dobbiamo CAPIRE (e non solo a limitarci a<br />

vivere) anche quelli che vengono considerati “stati mistici o estatici”. Ma per fare questo occorre elaborare un criterio<br />

che ci permetta di cogliere la persona nel momento giusto, rispettando al massimo la sua spontaneità: e in questo il tuo<br />

amico Lama può sicuramente fornirci dei suggerimenti fondamentali. Dobbiamo capire come funziona il meccanismo (o il<br />

“processo”, che dir si voglia). E questo si ottiene partendo da uno studio del cervello del soggetto (ma anche delle sue<br />

pulsazioni cardiache e della conduttività della pelle), e sicuramente anche del campo magnetico del suo corpo (tutti lo<br />

emettiamo, ma a volte può mutare) e dalle caratteristiche dei suoi biofotoni (misurabili con i fotomoltiplicatori come<br />

hanno fatto il Prof. Fritz Popp e altri, certamente non con la “camera Kirlian”). Io non ho alcun dubbio che la Coscienza e<br />

il Corpo siano due entità strettamente legate e interagenti, ma il “cervello” è la prima, specie quando è capace di<br />

interrompere il contatto con il corpo.<br />

Il mistero del confinamento del plasma delle “palle di luce”<br />

Il mio ragionamento è semplice. Assieme ad altri colleghi, abbiamo pensato ad ogni genere di possibile causa fisica di<br />

confinamento del plasma. La verità è che nessuna di queste cause sembra funzionare in maniera spontanea: non si riesce<br />

a trovare un meccanismo in grado di contenere spontaneamente il plasma entro un volume molto contenuto e entro<br />

tempi-scala relativamente lunghi senza perdite di energia. Cose del genere possono avvenire spontaneamente solo nelle<br />

stelle, ma non sulle piccole scale dei fenomeni luminosi che stiamo studiando. Occorrerebbe un “meccanismo a bilancia<br />

di forze” (una forza diretta verso l’interno e una verso l’esterno) che tiene le palle di luce auto-contenute, ma per fare<br />

questo occorre una energia simile alla gravità nel nucleo: potrebbe essere un mini-buco nero, ma dovrebbe estinguersi in<br />

tempi limitati e non durare a lungo, e poi ci vorrebbe un fortissimo campo magnetico che contiene il plasma dall’esterno.<br />

Il meccanismo, se escludiamo certi effetti elettrochimici (in passato li ho studiati a fondo assieme al Dr. David Turner),<br />

deve funzionare per forza come una bilancia di forze. Ma spontaneamente in natura, a parte la formazione in sé di plasmi<br />

per effetto piezoelettrico (o per effetto corona), questo equilibrio sarebbe immediatamente rotto dall’espansione<br />

adiabatica del plasma (con effetto di raffreddamento) e dalla perdita di energia per irraggiamento dello stesso sistema<br />

radiante (in base al principio di conservazione dell’energia), come avviene nei fulmini (che durano una frazione di<br />

secondo). Non si trova in natura un sistema spontaneo convincente che regola il processo che si sospetta altamente<br />

avvenire nei fenomeni luminosi in oggetto. E questo mi spinge a pensare (anche se non sono ancora in grado di<br />

quantificare la cosa) che qualcos’altro dall’esterno intervenga in maniera mirata: prendendo quello che avviene in natura<br />

e poi manipolandolo a piacimento. Anche perché in molti casi queste palle di luce mostrano una loro “intelligenza”. Per il<br />

momento preferisco non parlare di questa causa, ne ho già menzionato precedentemente. Mi interessa adesso capire<br />

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