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IL CARTEGGIO “GENESIS” - PROJECTUAP-ITALIA index

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<strong>IL</strong> <strong>CARTEGGIO</strong> <strong>“GENESIS”</strong> Dr. Massimo Teodorani, Ph.D. – Luglio 2012<br />

importanza da investigare, come non lo è più quello di Ontario. Il problema però resta aperto. Tanto quanto resta aperta<br />

la possibilità della apparente “mimetizzazione” di alcune cose che ci passano sopra la testa.<br />

Misure che possono essere fatte nel corso delle missioni strumentali in assenza di fenomeni luminosi anomali<br />

Se non si vedesse nulla di luminoso (nemmeno con la termocamera IR), mi aspetto invece di trovare diverse informazioni<br />

dalle misure che comunque faremo del campo elettromagnetico, che saranno scientificamente molto importanti per<br />

configurare la zona dal punto di vista geofisico. Non penso che molti abbiano effettuato questo genere di rilevamenti in<br />

quelle zone. Non sarà in nessun modo tempo perso. Per un profilo completo delle misure elettromagnetico occorrerà al<br />

massimo una settimana di misure fatte a tutte le ore e comparabili tra loro.<br />

Inoltre possiamo effettuare misure EEG di persone particolari nella zona e vedere come si comporta il loro cervello<br />

proprio là, indipendentemente dal fatto che in cielo si veda qualcosa o meno. Tutti dicono di sentire “energie particolari”<br />

al Cerro Uritorco (esattamente come a Sedona in Arizona): vediamo allora come si manifesta questa cosa nel cervello.<br />

Ce n’è comunque molto di lavoro da fare!<br />

Correlazione dei fenomeni luminosi anomali e le tempeste geomagnetiche<br />

In passato io rilevai, facendo una massiccia analisi dei dati presi da Erling Strand nel 1984, una correlazione interessante<br />

con una leggerissima discordanza di fase: scoprii infatti che effettivamente quel picco di visibilità del fenomeno a<br />

Hessdalen in quell’anno (ora è molto meno frequente) coincideva con una tempesta geomagnetica. Ne parlo in questo<br />

mio articolo con Erling di oltre 10 anni fa: http://www.itacomm.net/ph/hess_e.pdf<br />

Ma c’è stato solo quel caso, e poi altre correlazioni del genere non si sono ripetute, per cui quel caso potrebbe essere<br />

stato una coincidenza. Le mie successive analisi statistiche basate sui rilevamenti della telecamera automatica a<br />

Hessdalen (che ha funzionato senza interruzione dal 1999 al 2002) hanno infatti dimostrato che non ci sono state più<br />

correlazioni con l’attività solare e con le conseguenti tempeste geomagnetiche.<br />

Sincronicità tra un pensiero e l’improvvisa apparizione di sfere luminose in cielo<br />

Mi è accaduto almeno 3 volte in 7 minuti, mentre fumavo la sigaretta. Esattamente la stessa cosa successe molte volte in<br />

7 anni alla fine degli anni ’70 al Dr. Harley Rutledge (Fisico) mentre monitorava strumentalmente la sua zona nell’area di<br />

Piedmont in USA: una zona dove in passato si verificò per anni e in maniera frequentissima un fenomeno di luce, anche<br />

con caratteristiche strutturate. Ha scritto un validissimo libro, che ho: Project Identification:<br />

http://en.wikipedia.org/wiki/Harley_Rutledge . Ho letto attentamente il suo libro e posso assicurare che più e più volte<br />

menziona senza pudore queste strane “sincronicità mente-fenomeno”. Per quello che riguarda la *sincronicità<br />

telepatica*, questo è avvenuto molto spesso al gruppo del Dr. Rutledge. Lui pensava a queste luci e nello stesso esatto<br />

istante le vedeva in cielo che si muovevano, apparentemente simili a stelle, ma con un movimento marcato<br />

(perfettamente distinguibile dalle stelle cadenti): lui non pensava a queste luci perché aveva deciso di farlo, ma<br />

semplicemente gli era “improvvisamente venuto il pensiero delle stesse”: come se quel pensiero fosse stato indotto. E’<br />

capitato anche a me quando stavo nella mia casa di campagna: ero fuori di casa una sera, e non pensavo a nulla se non<br />

fumarmi una sigaretta, se non che per un attimo ebbi un “flash di pensiero” sulle luci di Hessdalen ed eccole lì proprio<br />

davanti a me in cielo, come una stellina che si muove in maniera non lineare ma rapida: tre volte nel giro di 1 ora, quella<br />

sera. Assolutamente impressionante. E non è finita qui per quello che riguarda me, perché la stessa “lucina” l’ho vista<br />

nello “schermo della mente” poco prima di addormentarmi, almeno 100 volte in 20 anni: solo che in questo caso la<br />

“vista” è un milione di volte migliore. A volte mi sono chiesto: “Ma quelle vivono sia dentro che fuori dalla mente?”. Non<br />

ho comunque mai escluso che si tratti di un fatto allucinatorio forse innescato da un qualche campo elettromagnetico.<br />

Ma (e riprendo il discorso più avanti): cosa è esattamente una “allucinazione”? Non lo sappiamo: ammettiamo la nostra<br />

ignoranza. Sappiamo solo come si crea.<br />

Il Project Identification fu il primo vero tentativo al mondo di monitorare scientificamente quei fenomeni usando<br />

strumenti di misura (magnetometro, spettrometro VHF, telescopi, fotocamere, reticoli di dispersione). L’ipotesi che alla<br />

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