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IL CARTEGGIO “GENESIS” - PROJECTUAP-ITALIA index

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<strong>IL</strong> <strong>CARTEGGIO</strong> <strong>“GENESIS”</strong> Dr. Massimo Teodorani, Ph.D. – Luglio 2012<br />

La questione del Teletrasporto<br />

Sì, è possibile. Perché sappiamo già abbastanza bene cosa i modelli teorici predicono in tal senso: ovvero sappiamo cosa<br />

aspettarci dalle osservazioni, e quindi come interpretare queste osservazioni alla luce dei modelli teorici su warp drive e<br />

wormhole. Ovviamente in questo caso faremmo “SETV a corto raggio” + Fisica.<br />

Modelli fisici su ciò che noi chiamiamo “Coscienza”<br />

Su questo tema ci sono molti studi che vengono trattati in maniera interdisciplinare. Credo che al momento il migliore di<br />

questi modelli sia quello elaborato insieme da Roger Penrose (famosissimo fisico-matematico britannico) e da Stuart<br />

Hameroff (anestesiologo e neurofisiologo): è il modello più fisico di tutti, credo.<br />

Il valore predittivo che deve avere un modello di fisica teorica<br />

Colgo l’occasione per ricordare che tematiche come “altre dimensioni”, “altri universi”, “viaggi nel tempo”, “campo<br />

Akashico” sono tutte tematiche di enorme interesse, ovviamente. Ma nessuna di esse fornisce per ora delle predizioni<br />

sperimentali. Occorrono per ora solo modelli matematici di fisica teorica, che ci aiutino meglio a capire prima il problema<br />

e poi a risolverlo. Comunque non è forse chiedere troppo il fatto che questi modelli di fisica teorica dovranno prima o poi<br />

produrre delle predizioni sperimentali. In caso contrario lo studio diventa sterile ed astratto. Si fa piena scienza<br />

solamente quando si riesce a far combaciare teoria con osservazioni/sperimentazioni. Ma non sempre ci riusciamo (come<br />

ad esempio in cosmologia), semplicemente perché è maledettamente difficile, se non impossibile. Ma dobbiamo lo<br />

stesso tentare. Una cosa è certa: più una teoria è rigorosa, e più è chiara e semplice; più è chiara e più riusciamo a capire<br />

come passare da una trattazione matematica astratta a concrete predizioni osservative. Lo so che è maledettamente<br />

difficile, ma dobbiamo tendere a questo obiettivo, facendo ogni sforzo. Ma so che in giro ci sono dei veri geni della fisica<br />

teorica, che non si limitano solo a fare composizioni di barocca bellezza matematica.<br />

Invece, come dicevo in un mio precedente messaggio, un altro tema esotico come quello dei “wormhole” (e tu<br />

giustamente citavi Kip Thorne) potrebbe già avere delle predizioni sperimentali, che potremmo studiare direttamente sul<br />

campo se una parte dei fenomeni tipo Capilla del Monte o tipo Hessdalen fosse dovuto alla visita aliena. Ne faccio<br />

accenno nel mio progetto n. 3.<br />

Altri universi e altre dimensioni<br />

Io tendo a distinguere “altri universi” (con leggi della fisica e costanti di natura eventualmente differenti da quelle del<br />

nostro universo) da “altre dimensioni”: anche perché queste ultime potrebbero essere molto più vicine alla nostra dei<br />

primi, magari forse appena dietro lo schermo di questo computer. Nel primo caso si rientra nel modello di “multiverso”,<br />

ovvero di possibili altri universi sferici come il nostro distribuiti in uno spazio virtualmente infinito: rientrerebbe nei vari<br />

“modelli cosmologici estesi”, anche se non sappiamo se le altre “sfere” obbediscano alle stesse leggi. Nel secondo caso si<br />

rientra nel modello delle multi-dimensioni in senso lato. E mi viene da pensare a questo proposito alla “teoria dei molti<br />

mondi” di Everett per quello che riguarda una possibile interpretazione della teoria quantistica: ad esempio quando<br />

tentiamo di osservare un elettrone, prima dell’osservazione esso può trovarsi in tanti luoghi contemporaneamente<br />

all’interno di una “nuvola di probabilità”, mentre quando lo osserviamo facciamo collassare la funzione d’onda e noi lo<br />

vediamo solo in un punto preciso, il fatto è che nel momento in cui collassa la funzione d’onda lui potrebbe essere visto<br />

allo stesso tempo anche in punti precisi in altre dimensioni. Allo stesso modo se qualcuno in qualche altra dimensione,<br />

nel momento di osservare o misurare qualcosa in quella “zona”, facesse collassare la funzione d’onda da quella parte, noi<br />

potremmo improvvisamente vedere qualcosa dalla nostra parte: e questo sarebbe un osservabile cruciale.<br />

Credo che la questione della multi-dimensionalità sia decisamente interessante; so che ci sono anche altri modelli oltre a<br />

quello di Everett (o di Deutsch), ma non ho avuto tempo di studiarli. Come sperimentale-interpretativo di formazione, io<br />

non sono uno specialista della teoria sulla multi-dimensionalità, ma posso lo stesso confermarti che da sempre ne sono<br />

estremamente interessato. Prima di esprimere un parere fondato avrei però bisogno di leggere qualche pubblicazione<br />

tecnica di quello scienziato di cui mi hai appena parlato (e della sua interessantissima teoria di cui mi hai fatto un<br />

riassunto così affascinante), in maniera tale che essendo poi in grado di identificare bene i parametri fisici fondamentali<br />

che entrano nella sua teoria matematica poi dovrebbe essere possibile per me capire bene se e quali di questi parametri<br />

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