IL CARTEGGIO “GENESIS” - PROJECTUAP-ITALIA index
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<strong>IL</strong> <strong>CARTEGGIO</strong> <strong>“GENESIS”</strong> Dr. Massimo Teodorani, Ph.D. – Luglio 2012<br />
In termini di teorie fisiche la prima che mi viene in mente è la cosiddetta “sonoluminescenza”. Attraverso svariati<br />
esperimenti si è ripetutamente dimostrato che un suono (a varie frequenze) è in grado di creare piccole sfere caldissime<br />
di plasma all’interno di un liquido come l’acqua. Ma mi aspetterei che la stessa cosa possa avvenire anche nell’aria<br />
(specie se ricca di vapor acqueo), dal momento che anche in questo caso abbiamo molecole libere. La sonoluminescenza<br />
è un fatto confermato, ma non esiste ancora una teoria definitiva che spieghi questo stranissimo fenomeno. Ma non<br />
esistono pubblicazioni che mostrano come suoni a particolari frequenze possano creare plasmi nell’atmosfera. Eppure<br />
quell’ingegnere americano (che non ha pubblicato nulla, a quanto mi sembra) sostiene che certi fenomeni si sono<br />
verificati più volte. Ma non mi ha detto quali frequenze usava, quali forme d’onda (tipo: quadra, sinusoidale, dente di<br />
segna, triangolare), quali ampiezze, quale regime di suono (ADSR) per ottenere certe “risposte”.<br />
E ovviamente non manca l’ipotesi (ovviamente indimostrata) che le risposte ottenute da Gary in seguito alla sua<br />
iniezione di suoni nell’ambiente siano una manifestazione intelligente da parte di qualcosa. Secondo quell’ingegnere si<br />
trattava di risposte marcatamente intelligenti, indirizzate da quella che lui chiamava una “intelligenza che veglia sul<br />
pianeta” (non extraterrestre). Non ho elementi per giudicare questo tipo di esperimenti. So solo che possono essere<br />
tentati, manovrando in maniera razionale tutti i parametri del suono e vedendo quello che succede dopo. Per fare questo<br />
occorre utilizzare sintetizzatori portatili molto sofisticati, come ad esempio il Roland Juno Gi, connessi ad amplificatori e<br />
diffusori ad alta potenza e in configurazione quadrifonica. Ovviamente è anche possibile trasformare un suono in un<br />
segnale di luce (di vari colori e intensità) usando apposite lampade, un po’ simili a quelle delle discoteche, oppure fare<br />
viceversa.<br />
Mio parere sul fisico Fred Alan Wolf e la sua ricerca<br />
Sul Dr. Wolf la mia opinione è globalmente positiva. Ha sviluppato idee originali su argomenti legati all’entanglement e<br />
ha studiato perfino argomenti che hanno a che vedere con il meccanismo del sogno. E’ un teorico puro, molto originale.<br />
Io credo che sia anche una persona molto seria, anche se il suo nome purtroppo è stato usato dal film-documentario new<br />
age “What the Bleep Do We Know” (sponsorizzato da quella setta folle chiamata “Ramtha”). Molti degli scienziati<br />
intervistati in quel film si sono sentiti usati, strumentalizzati e manipolati dopo essersi visti nel film. Ecco perché certi<br />
temi di frontiera è bene discuterli solamente tra 4 pareti, e solamente tra scienziati.<br />
Mio parere sullo scrittore Michael Talbot<br />
Quanto allo scrittore Talbot, avrei due giudizi. Il primo è che ha scritto un libro accattivante, anche ben scritto. Il secondo<br />
è che a mio parere abbia arbitrariamente unito la teoria di Bohm a quella sullo “universo olografico” di Pribram. A mio<br />
parere questo è un paragone molto superficiale, non del tutto vero. Inoltre Talbot dà per scontate molte cose (come ad<br />
esempio i fenomeni paranormali) che scontate ancora non sono, e che aspettano ancora una vera prova scientifica. Ha<br />
voluto un po’ spettacolarizzare, ha scritto un libro globalmente attraente, ma non eccessivamente scientifico (in fondo è<br />
uno scrittore, non un fisico). Se dovessi scegliere tra Wolf e Talbot, sceglierei senza esitazioni Wolf, e non solo perché è<br />
un fisico teorico.<br />
Mio parere sull’inventore George de la Warr e la “radionica”<br />
Ho letto giusto qualcosa di De la Warr a proposito della cosiddetta “radionica”, e cioè quella specie di “tecnologia<br />
empirica” in grado di agire a distanza soprattutto sugli organismi biologici. So che De la Warr ha inventato “macchine<br />
radioniche” di vario tipo soprattutto a scopo terapeutico, e sapevo anche delle tantissime fotografie che avrebbe fatto<br />
usando questa stessa tecnica. Ma queste foto (eccetto 3 di esse, molto confuse) non sono mai riuscito a vederle, e non le<br />
trovo da nessuna parte (esattamente come nel caso di quelle di Silanov). Il concetto su cui si basa De la Warr ricorda<br />
sicuramente molto il concetto di “campo non-locale”, e tocca anche altri aspetti interessanti come il “campo di forma” su<br />
cui le sue macchine opererebbero. Il problema è che, a differenza di David Bohm, io non ho mai visto una trattazione<br />
realmente scientifica da parte di De la Warr quando si tratta di giungere a delle interpretazioni fisiche a quello che lui<br />
ottiene, semmai al contrario ho visto in lui un notevole ingegno nell’elettronica: ottimo, forse geniale ingegnere, ma<br />
pessimo fisico, questa la mia impressione. Non so esattamente in base a quale principio ha costruito le sue “macchine<br />
radioniche” (che comunque meriterebbero di essere riesaminate attentamente), in base a quale teoria. Io penso che lui<br />
abbia fatto qualcosa di empirico che potrebbe anche funzionare, ma senza nessuna solida base teorica. Prima di<br />
esprimere una opinione su di lui (sono abbastanza ignorante di radionica), e speculare teoricamente sulle asserzioni della<br />
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