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outsourcing - Formazione e Sicurezza

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preclude l'opportunità di trarre vantaggio dalle numerose tecnologie e dai servizi<br />

innovativi e di alta qualità offerti dalle altre aziende, senza trascurare il fatto che le<br />

capacità del fornitore possono diminuire nel corso della durata del contratto e quelle dei<br />

concorrenti viceversa di aumentare (Quinn e Hilmer, 1995). Questa dipendenza può<br />

determinare uno squilibrio della forza contrattuale a vantaggio del fornitore, e<br />

quest'ultimo può irrigidirsi nei confronti di deroghe di erogazione del servizio da parte<br />

del cliente. Per questi motivi le aziende che sono intenzionate a cedere all'esterno<br />

un'attività dovrebbero avere come obiettivo primario la massimizzazione della<br />

flessibilità, in modo da poter esercitare diverse opzioni man mano che le circostanze e<br />

conseguentemente le esigenze si evolvono. Per questo scopo è opportuno stipulare<br />

accordi di breve periodo rinnovabili a scadenza e con più fornitori molto spesso in<br />

concorrenza tra loro dove siano previsti incentivi in caso di conseguimento di risultati<br />

in termini di riduzione dei costi e/o incremento della produttività (Cross, 1996).<br />

Uno dei problemi più critici dell'<strong>outsourcing</strong> è rappresentato dalle resistenze che<br />

l'operazione incontra a quasi tutti i livelli della struttura gerarchica aziendale oltre che<br />

dalle rappresentative sindacali (Matera, 1993). A livello di top management si riscontra<br />

la consapevolezza abbastanza diffusa dei vantaggi dell'<strong>outsourcing</strong> mentre i<br />

responsabili di funzione percepiscono l'operazione come un rischio di perdita di potere<br />

all'interno dell'azienda e reagiscono molto spesso ostacolando il corretto svolgimento<br />

del rapporto con il provider.<br />

In linea generale lo scorporo di un'attività viene percepito come un atto di sfiducia<br />

da parte dell'alta direzione, soprattutto nei confronti dei dipendenti addetti ai processi<br />

che si intende esternalizzare (Lamonica, 1996; Matera, 1993). Gli stessi dipendenti<br />

possono interpretare la delega a terzi come una sottostima del lavoro operato e reagire<br />

manifestando frustrazione, rancore latente, disinteresse per le aspettative di carriera e<br />

quindi una forte demotivazione verso gli incarichi affidati. Questo malcontento può<br />

generare una fuga delle risorse più qualificate verso altre imprese, spesso concorrenti,<br />

ancor prima che la scelta di <strong>outsourcing</strong> venga presa. E' evidente che questo disagio,<br />

soprattutto se prolungato nel tempo, genera costi aggiuntivi difficilmente quantificabili<br />

e allo stesso tempo non opportunamente preventivati e che possono compromettere la<br />

convenienza economica dell'intera operazione.<br />

Per ridurre questi rischi sarebbe opportuno, nelle fase preliminari del contratto, che<br />

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