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Rapporto sull'Attività Scientifica 2002 - INGV Home Page

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<strong>Rapporto</strong> attività scientifica <strong>2002</strong><br />

2.2. Elenco Unità Funzionali (UF) e Unità di Progetto (UP) della sezione<br />

UF<br />

UP<br />

1. Centro di Monitoraggio 1. Centro di Ingegneria Sismica e Sismologia Applicata<br />

(CISSA)<br />

2. Fisica del Vulcanismo<br />

3. Geochimica dei Fluidi<br />

4. Geodesia<br />

5. Sismologia, Sismotettonica e Struttura Crostale<br />

6. Vulcanologia e Petrologia<br />

2.3. Sinergia tra le varie UF e UP e loro partecipazione agli obiettivi<br />

Come si nota, presso l’Osservatorio Vesuviano, la struttura in Unità Funzionali e di Progetto riflette il carattere multidisciplinare<br />

delle ricerche svolte. Il raggiungimento degli obiettivi, rivolti prevalentemente allo studio della dinamica dei vulcani,<br />

implica necessariamente l’interazione tra i diversi settori specifici, che si realizza sia attraverso la condivisione dei<br />

dati di monitoraggio (prodotti dal Centro di Monitoraggio e dalle UF di Geodesia e Geochimica dei Fluidi), sia attraverso<br />

la partecipazione a progetti nazionali ed internazionali comuni.<br />

In generale, le UF che svolgono monitoraggio vulcanico producono dati che vengono utilizzati dal personale di più UF<br />

per lo svolgimento di ricerche in cooperazione. Più in particolare, esistono forti interazioni tra le UF di Fisica del Vulcanismo<br />

e Geodesia per la modellistica dei dati delle deformazioni e tra il Centro di Monitoraggio e l’UF di Sismologia,<br />

Sismologia e Sismotettonica per gli aspetti sismologici. Altre forti sinergie sono presenti tra l’UF di Fisica del Vulcanismo<br />

e le UF di Geochimica dei Fluidi e di Vulcanologia e Petrologia per la simulazione dei sistemi geotermici e delle eruzioni<br />

vulcaniche.<br />

2.4. Sintesi dei risultati più rilevanti della sezione<br />

Vengono illustrati i principali risultati ottenuti nel <strong>2002</strong>, suddivisi per tema:<br />

Reti sismiche<br />

Nel corso del <strong>2002</strong> è stato garantito il servizio di monitoraggio sismico delle aree a vulcanismo attivo della Campania,<br />

gestendo la Rete Sismica Centralizzata dell’Osservatorio Vesuviano che comprende la Sala di Monitoraggio, il sistema<br />

di acquisizione ed analisi in tempo reale dei segnali sismici ed il Laboratorio Sismico che cura l’analisi e la gestione dei<br />

dati. Sono stati apportati ulteriori miglioramenti al sistema di acquisizione e monitoraggio sismico SISMI sviluppato<br />

all’Osservatorio, introducendo un sistema di calibrazione automatica delle stazioni e perfezionando il sistema di notificazione<br />

automatico dei terremoti, basato su Web, denominato “Web Based Seismological Monitoring” (WBSM) e il sistema<br />

WinDrum, per la visualizzazione ed il controllo h24 dei segnali sismici. Il laboratorio sismico ha continuato l’immissione<br />

dati nel del nuovo sistema “GeOVes” di archiviazione dei dati sismici, basato su banca dati relazionale, che contiene<br />

informazioni sulle migliaia di eventi sismici rilevati dalla rete dell’Osservatorio Vesuviano a partire dall’anno 2000.<br />

Nell’ambito delle attività relative allo sviluppo di nuove tecniche per il monitoraggio, in collaborazione con l’Instituto<br />

Andaluz de Geofisica di Granada, è stata realizzata parte del sistema di acquisizione multicanale per il monitoraggio del<br />

microtremore (array sismico) e sviluppato un sistema di analisi multiprocessore (cluster di PC) per il calcolo in tempo<br />

reale delle proprietà cinematiche del campo d’onda. Nell’ambito delle attività di sviluppo dei sistemi di monitoraggio, in<br />

collaborazione con il Dipartimento di Fisica dell’Università di Salerno, è stato realizzato un sistema per il riconoscimento<br />

di eventi sismici e generati da scoppi artificiali, basato su reti neurali. Il sistema viene applicato con successo sui dati<br />

acquisiti ai Campi Flegrei e sono tuttora in corso test sui dati del Vesuvio.<br />

Reti geodetiche<br />

Nel <strong>2002</strong> le reti di monitoraggio geodetiche operanti nell’area napoletana sono state notevolmente migliorate in modo<br />

da incrementare le informazioni necessarie per la stima dell’attività deformativa dell’area vulcanica e la modellazione<br />

della sorgente. I dati di deformazione verticale misurati nell’area vesuviana sono stati analizzati evidenziando un peculiare<br />

pattern deformativo, che ha permesso di ipotizzare un link tra gli effetti gravitativi del vulcano ed i processi deformativi<br />

e sismici presenti nell’area. Sono state analizzate le deformazioni evidenziate nell’area flegrea nelle fasi acute con<br />

una modellazione 3D che include gli effetti della topografia e delle fratture delimitanti la caldera. Tale analisi migliora il<br />

fit dei dati rispetto ad analoghe analisi 2D e senza effetto topografico, confermando l’importanza delle strutture di collasso<br />

della caldera negli episodi di deformazione. Sono stati anche studiati gli effetti non lineari indotti da discontinuità<br />

stress/strain sul pattern deformativo in mezzi elastici omogenei. È stata evidenziata, in presenza di strutture di collasso,<br />

la diversa risposta del mezzo in funzione del segno delle variazioni di pressione nella sorgente superficiale ed è stato<br />

mostrato che questo effetto ha importanti implicazioni per le deformazioni a lungo termine. La sismicità locale flegrea<br />

nei periodi di episodi di riattivazione del fenomeno bradisismico è stata modellata in termini delle variazioni di stress di<br />

Coulomb indotte dall’aumento di pressione nella camera magmatica superficiale in presenza dello sforzo regionale. È<br />

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