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Rapporto sull'Attività Scientifica 2002 - INGV Home Page

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Sezione di Catania<br />

– Studio della sismicità dell’Etna verificatasi in occasione dell’eruzione del luglio-agosto 2001 e nel periodo tra le eruzioni<br />

del 2001 e del <strong>2002</strong>.<br />

– Relativamente alle scosse di maggiore energia verificatisi in Sicilia Orientale e Calabria Meridionale nel periodo 1999-<br />

2001, studi di dettaglio sono stati eseguiti sugli effetti causati dai terremoti sul territorio basandosi sull’analisi del campo<br />

macrosismico. Particolare attenzione è stata inoltre rivolta al terremoto di Palermo del 6 settembre <strong>2002</strong> e ai diversi terremoti<br />

che hanno accompagnato l’eruzione dell’Etna nel corso del <strong>2002</strong>.<br />

– Interessanti risultati derivano da uno studio tomografico nell’area di transizione tra il Tirreno Meridionale e la Sicilia settentrionale.<br />

– Per la prima volta è stato eseguito uno studio di dettaglio sulla micro-sismicità registrata nell’area Iblea nel periodo<br />

1994-<strong>2002</strong>, finalizzato alla definizione dei meccanismi sorgente e delle caratteristiche di anisotropia del mezzo.<br />

Inoltre, sempre in Sicilia sud-orientale interessanti risultati derivano anche da uno studio sui meccanismi di attenuazione.<br />

– Nei diversi lavori pubblicati nel <strong>2002</strong>, interessanti risultati sono stati ottenuti per l’Etna e/o per lo Stromboli:; i) sul tremore<br />

vulcanico e più in generale sui segnali sismo-vulcanici; ii) sul trattamento automatico di alcune tipologie di segnali<br />

transienti; iii) dalle misurazioni sismo-acustiche eseguite in occasione dell’eruzione del luglio-agosto 2001 dell’Etna.<br />

– Diversi progetti nazionali e europei sono ad oggi in corso e diverse collaborazioni sono attive con l’<strong>INGV</strong>-Osservatorio<br />

Vesuviano e l’<strong>INGV</strong>-Roma. In particolare nuovi studi e ricerche sono state recentemente avviate con la Sezione Roma 1,<br />

in merito alla tematica sul trasferimento degli sforzi e sull’interazione tra faglie nella regione Etnea.<br />

Nel campo degli studi di deformazioni e di geofisica:<br />

– Sono state condotte ricerche sulla dinamica dell’arco Eoliano e del basso Tirreno, studiate sulla base dei dati forniti<br />

dalle reti EDM dagli anni Settanta ad oggi.<br />

– Sono stati condotti studi sulla dinamica dell’Etna, utilizzando dati forniti dalle reti GPS durante l’ultimo decennio; in particolare<br />

sono stati proposti modelli interpretativi sulla dinamica del vulcano e delle principali strutture del fianco orientale<br />

analizzando periodi sia non-eruttivi (1994-1995) che eruttivi (1996-1998).<br />

– Sono state condotte ricerche sull’evento eruttivo del luglio-agosto 2001, utilizzando i dati forniti dalle reti clinometrica,<br />

GPS, gravimetrica e magnetica, i cui risultati hanno permesso di individuare i meccanismi di risalita e di messa in posto<br />

del dicco di alimentazione principale dell’eruzione. Inoltre, sulla base dei risultati di rilevamenti GPS specificatamente<br />

condotti sul fianco meridionale durante l’eruzione del 2001, è stata studiata nel dettaglio la dinamica di alcune strutture<br />

attivate nel corso di quest’evento eruttivo.<br />

– Sono state condotte ricerche finalizzate all’applicazione dell’interferometria differenziale nello studio delle deformazioni<br />

del suolo in aree vulcaniche (Etna, eruzioni 1998 e 2001, e Niyragongo).<br />

– Sono stati sviluppati nuovi approcci metodologici per il trattamento di dati geofisici (gravimetrici e magnetici) con procedure<br />

automatizzabili e robuste.<br />

– Sono stati sviluppati prodotti hardware e software per l’implementazione e la gestione di reti GPS permanenti.<br />

2.5. Giudizio del direttore della sezione sull’attività svolta<br />

Il giudizio del direttore riguardo l’attività svolta dalla sezione è positivo, in quanto essa ha risposto in modo encomiabile<br />

alla profonda riorganizzazione, descritta nei precedenti paragrafi, in atto dall’aprile <strong>2002</strong>. La sezione si è impegnata in<br />

un valido processo di ottimizzazione delle proprie risorse strumentali e organizzative. L’esempio concreto delle potenzialità<br />

e funzionalità della Sezione sicuramente è rappresentato dalla risposta immediata, completa ed efficace nella<br />

gestione dell’eruzione dell’Etna <strong>2002</strong>.<br />

Inoltre la Sezione ha conseguito tangibili risultati nel campo della ricerca come testimoniato dalla buona produzione<br />

scientifica registrata nel corso dell’anno.<br />

Dunque l’attuale configurazione e situazione della Sezione ed i risultati scientifici raggiunti portano ad affermare che il<br />

processo di feedback tra monitoraggio, sviluppo tecnologico e ricerca è pienamente in atto, e con l’avvento dell’<strong>INGV</strong><br />

dal <strong>2002</strong> sono state determinate le giuste premesse e condizioni per un progressivo sviluppo e consolidamento delle<br />

attività della Sezione.<br />

2.6. Prospettive di sviluppo (ricerca e risorse)<br />

Le prospettive delle attività di ricerca possono essere delineate lungo due principali linee di sviluppo: ricerca di base e<br />

metodologica, ricerca finalizzata al miglioramento dei dispositivi di osservazione.<br />

Si prevede che la ricerca di base e metodologica verrà condotta principalmente nell’ambito di progetti con finanziamenti<br />

esterni, anche se, per attività specifiche ed a breve termine, si ritiene opportuno un supporto fornito da risorse economiche<br />

interne. Invece le risorse della ricerca finalizzata al miglioramento dei sistemi di monitoraggio, o ricerca applicata,<br />

dovranno essere legate a quelle di finanziamento delle attività di monitoraggio e sorveglianza dell’<strong>INGV</strong>. La ricerca<br />

applicata è estremamente importante in quanto si configura da collante tra la ricerca di base e i sistemi di osservazione,<br />

rappresentando il cuore del processo di feed-back tra ricerca e monitoraggio.<br />

La finalità delle ricerche di base e applicate sarà quella di fornire elementi utili alla comprensione della dinamica dei vulcani<br />

e delle aree sismogenetiche su cui insistono i sistemi osservativi di ricerca e monitoraggio. Rispetto a questo tipo<br />

di ricerche, i dati forniti dalle reti durante gli ultimi decenni hanno permesso di fare notevoli approfondimenti nelle conoscenze<br />

geofisiche e vulcanologiche della Sicilia orientale, ma anche di aprire nuove prospettive di studio, ma soprat-<br />

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