Rapporto sull'Attività Scientifica 2002 - INGV Home Page
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<strong>Rapporto</strong> attività scientifica <strong>2002</strong><br />
Principali Strutture nazionali<br />
Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale, Trieste<br />
Dipartimento di Scienze della Terra, Università di Siena<br />
Istituto di Scienze del Mare, Università degli Studi di Ancona<br />
Dipartimento di Scienze della Terra, Università di Milano<br />
Dipartimento di Chimica e Fisica della Terra ed Applicazioni alle Georisorse e ai Rischi Naturali C.F.T.A., Università di<br />
Palermo<br />
Istituto di Geologia e Geofisica, Università di Catania<br />
Dipartimento di Scienze della Terra, Università di Pavia<br />
Istituto di Geologia Marina, CNR, Bologna<br />
Istituto Geomare, CNR, Napoli<br />
Dipartimento di Scienze della Terra, Università di Parma<br />
Istituto di Geologia, Università degli Studi di Urbino<br />
Descrizione attività<br />
L’UF “Laboratorio di paleomagnetismo” è composta da giovani ricercatori, che sono scientificamente cresciuti nel laboratorio<br />
ed hanno progressivamente maturato una considerevole esperienza scientifica nel campo del paleomagnetismo<br />
e del magnetismo delle rocce. Attualmente l’UF è coinvolta in numerose collaborazioni dirette o indirette con Università<br />
ed Enti italiani ed opera con un certo successo in alcuni grandi progetti internazionali. La struttura del laboratorio di<br />
paleomagnetismo dell’<strong>INGV</strong> è inoltre di supporto a molti ricercatori di altri Istituti e/o Università. Nel corso degli ultimi<br />
anni hanno infatti usufruito della strumentazione del laboratorio una ventina di ricercatori dall’Italia, da altre nazioni della<br />
Comunità Europea (Francia, Regno Unito, Germania), e da paesi extra-europei (USA, Canada, Cuba, Cina), a testimonianza<br />
del rilievo scientifico internazionale che il laboratorio ha progressivamente acquisito.<br />
Le linee di attività scientifica condotte nel laboratorio di paleomagnetismo nel corso del <strong>2002</strong> possono, tradizionalmente,<br />
essere schematicamente sintetizzate in tre punti principali:<br />
Ricerche sulla geodinamica dell’Italia e del Mediterraneo (rif. Capitolo 3.C.b del Piano triennale)<br />
Le ricerche in questo settore sono focalizzate alla comprensione dei meccanismi geodinamici in aree a deformazione<br />
complessa e diffusa e delle modalità di evoluzione e sviluppo di catene montuose arcuate tramite dati paleomagnetici<br />
e di anisotropia magnetica, con particolare riguardo alla regione Mediterranea. Nel corso del <strong>2002</strong> si sono ulteriormente<br />
sviluppati studi paleomagnetici e di anisotropia magnetica di successioni sedimentarie in diversi contesti strutturali<br />
dell’Appennino, della Sicilia, della Sardegna e della Penisola Iberica, con effettuazione di numerose missioni di campionamento.<br />
Alcuni di questi temi di ricerca hanno prodotto pubblicazioni scientifiche nel corso del 2001, in particolare<br />
a riguardo di: 1) nuovi dati paleomagnetici che forniscono nuovi vincoli per la rotazione del bacino sardo corso e l’apertura<br />
del bacino ligure-provenzale (Speranza et al. <strong>2002</strong>), 2) nuovi dati paleomagnetici relativi all’evoluzione geodinamica<br />
dell’Appennino meridionale (Gattacceca, Speranza, <strong>2002</strong>) e della Sicilia (Speranza et al. (a), in print), con implicazioni<br />
per le modalità di apertura del Tirreno, 3) l’analisi integrata di dati geologici e magnetici per la comprensione<br />
dell’assetto tettonico profondo dell’Appennino (Chiappini, Speranza, <strong>2002</strong>; Speranza, Chiappini, <strong>2002</strong>), 4) l’analisi sulla<br />
genesi di strutture arcuate negli Appennini (Speranza et al. (b), in print).<br />
Paleomagnetismo e magnetostratigrafia (rif. Capitolo 4.B del Piano triennale)<br />
Gli studi in questo campo sono focalizzati alla datazione accurata di eventi geologici, tettonici, climatici e biologici e alla<br />
stima dei tassi di evoluzione di tali eventi. Un ulteriore campo di applicazione è mirato all’analisi dei caratteri del campo<br />
magnetico terrestre su scala di tempo secolare e geologica (studio della variazione secolare e delle inversioni del campo<br />
magnetico terrestre).<br />
Nel corso del <strong>2002</strong> si sono sviluppate in particolare ricerche mirate allo studio di successioni sedimentarie nell’ambito<br />
del Mediterraneo (area romana e Colli Albani; Andalusia, Pirenei e Paesi Baschi; Canale di Sicilia), dei margini peri-<br />
Antartici (penisola Antartica e mare di Ross) e del Plateau Cinese. Questi studi si basano sulla misura ed analisi sia di<br />
campioni discreti, sia di misure effettuate in continuo su carote sedimentarie campionate tramite u-channel. Alcuni di<br />
questi temi di ricerca hanno prodotto pubblicazioni scientifiche nel corso del <strong>2002</strong>, in particolare a riguardo: 1) lo studio<br />
dettagliato delle variazioni di intensità del campo magnetico terrestre durante la parte più recente dell’ultimo Chron a<br />
polarità inversa (Matuyama) a partire dal sub-chron normale Jaramillo (Dinarès-Turell et al., <strong>2002</strong>b; Guo et al., <strong>2002</strong>), 2)<br />
la calibrazione ciclostratigrafica del limite Paleocene-Eocene (Dinarès-Turell et al., <strong>2002</strong>a), 3) la cronostratigrafia integrata<br />
e la datazione radiometrica del limite Oligocene-Miocene (Wilson et al., <strong>2002</strong>), 4) la calibrazione cronologica degli<br />
eventi biostratigrafici del Miocene medio in Sicilia (Di Stefano et al., <strong>2002</strong>).<br />
Sono stati inoltre sottomessi ed accettati per la stampa articoli sulla magnetostratigrafia di alcune sequenze peri-Antartiche<br />
(Florindo et al. (a), in print) e dell’Oceano Meridionale (Roberts et al., in print) e sulla calibrazione cronologica di eventi biostratigrafici<br />
in Sicilia (Di Stefano et al., in print). Nel corso del <strong>2002</strong> inoltre si è avviata una nuova linea di ricerca concernente<br />
lo studio paleomagnetico dei prodotti vulcanici dell’isola di Stromboli, finalizzato ad una migliore valutazione del rischio<br />
vulcanico ed alla definizione di una curva di paleovariazione secolare di riferimento per il Tirreno meridionale. A quest’ultimo<br />
proposito si riferisce inoltre l’inizio di uno studio paleomagnetico di carote sedimentarie dal Golfo di Salerno.<br />
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