Rapporto sull'Attività Scientifica 2002 - INGV Home Page
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Sezione di Roma 1 Sismologia e Tettonofisica<br />
parametrici e la simulazione di eruzioni storiche ed attuali (Neri et al., <strong>2002</strong> a,b; Clarke et al., <strong>2002</strong>, GSL in print). Si è<br />
inoltre iniziata la parallelizzazione dei codici numerici ottenendo una prima versione 2D del codice di dispersione (Esposti<br />
Ongaro et al., ParCo <strong>2002</strong>).<br />
Risalita del magma nel condotto<br />
Il modello fisico di risalita del magma è stato ulteriormente sviluppato e applicato alla ricostruzione della dinamica di<br />
ascesa del magma nel condotto e delle condizioni al cratere (Campi Flegrei, Vesuvio). Il codice è inoltre stato utilizzato<br />
per analizzare i fenomeni di frammentazione del magma, nonché l’influenza della composizione magmatica e delle<br />
equazioni costitutive dei magmi sulla dinamica di flusso. Particolare attenzione è stata posta alla dinamica dei magmi di<br />
composizione alcalina. Il modello è stato inoltre utilizzato in combinazione con il modello di dispersione per l’analisi degli<br />
effetti delle proprietà magmatiche sullo stile eruttivo (Neri et al., <strong>2002</strong>a; Todesco et al., <strong>2002</strong>).<br />
Raffreddamento e svuotamento della camera magmatica<br />
I meccanismi di raffreddamento e svuotamento delle camere magmatiche sono stati descritti tramite modelli numerici<br />
agli elementi finiti e a parametri concentrati (Longo, <strong>2002</strong>; Macedonio et al., <strong>2002</strong>). Particolare attenzione è stata rivolta<br />
allo studio del sistema di alimentazione del Vesuvio al fine di simulare il processo di raffreddamento e cristallizzazione<br />
del magma. Nel corso dell’anno è iniziato lo sviluppo di un nuovo codice ad elementi finiti in grado di tenere conto dello<br />
sviluppo di una fase gassosa nel magma e della conseguente comprimibilità.<br />
Colate di lava<br />
La simulazione delle colate di lava è stata realizzata tramite lo sviluppo di modelli probabilistici basati sul concetto di<br />
massima pendenza ed ipotizzando variazioni stocastiche e non della topografia. Tali modelli, come descritto in seguito,<br />
sono stati utilizzati nell’ambito dell’attività fornita dalla UF durante la crisi dell’Etna (Favalli et al., <strong>Rapporto</strong> Tecnico <strong>2002</strong>).<br />
Equilibri di fase<br />
Nel <strong>2002</strong> sono continuati gli studi relativi agli equilibri multicomponenti liquido-fluido. In particolare è stato formulato un<br />
modello di saturazione di specie gassose nel sistema C-H-O-S in fusi silicatici di composizione variabile (Papale, SFG <strong>2002</strong>;<br />
Moretti et al., GSL <strong>2002</strong>). Tale modello risolve la superficie di saturazione delle specie volatili, e la composizione chimica del<br />
gas all’equilibrio, in un ampio intervallo di pressione, temperatura, composizione, e condizioni redox del magma.<br />
Le ricerche relative alla stima della pericolosità vulcanica si sono rivolte alla definizione quantitativa degli scenari eruttivi,<br />
integrando studi sulla storia eruttiva e misure di laboratorio con i modelli numerici sviluppati. Gli studi si sono concentrati<br />
sui vulcani attivi italiani o esteri di particolare interesse. La UF ha inoltre contribuito alla definizione degli scenari<br />
eruttivi durante la crisi eruttiva dell’Etna <strong>2002</strong> ed ha partecipato alle operazioni internazionali nell’ambito dell’intervento<br />
coordinato dalle Nazioni Unite in seguito all’eruzione del vulcano Nyiragongo (DRC). In particolare è stata svolta la<br />
seguente attività:<br />
Vesuvio e Campi Flegrei<br />
Per quanto riguarda la pericolosità da flussi piroclastici sono state realizzate nuove simulazioni utilizzando i più recenti<br />
modelli di risalita del magma nel condotto e di dispersione piroclastica (Todesco et al., <strong>2002</strong>; Esposti Ongaro et al.<br />
<strong>2002</strong>). I risultati hanno permesso di quantificare le caratteristiche di pericolosità dei flussi generati dal collasso di colonna<br />
e di analizzare l’effetto di importanti fattori quali la composizione del magma, il flusso di massa, il profilo topografico<br />
e l’angolo di dispersione. Analogamente, mappe di pericolosità sono state realizzate per la ricaduta di ceneri integrando<br />
risultati della modellistica fisica con la mappatura delle eruzioni storiche (Cioni et al., <strong>2002</strong>).<br />
Etna<br />
Durante la recente crisi dell’Etna sono stati applicati, in tempo reale, modelli probabilistici di colata lavica (Favalli et al., <strong>Rapporto</strong><br />
Tecnico, <strong>2002</strong>). Il modello ha permesso di definire le possibili aree di invasione della colata durante la sua evoluzione,<br />
sia lungo il settore NE che S del vulcano. È inoltre stata ipotizzata una serie di possibili bocche eruttive, tenendo conto dell’attuale<br />
assetto strutturale dell’Etna, in modo da prevedere le aree potenzialmente interessate da future colate di lava.<br />
Nyiragongo<br />
Il contributo dell’UF ha riguardato la partecipazione alla prima squadra di intervento scientifico che si è recata sul posto<br />
nei giorni immediatamente successivi all’eruzione, all’attività di Resident Volcanologist presso l’Osservatorio Vulcanologico<br />
di Goma, supportata dalle UN nei mesi successivi l’eruzione, e al coordinamento dell’attività scientifica internazionale<br />
per la definizione della pericolosità del vulcano.<br />
Pubblicazioni dell’anno su riviste JCR<br />
Bertagnini et al. (<strong>2002</strong>): J. Geophys. Res.<br />
Cioni et al. (<strong>2002</strong>): J. Geophys. Res.<br />
Clarke et al. (<strong>2002</strong>): Nature.<br />
Esposti Ongaro et al. (<strong>2002</strong>): Bull. Volcanol.<br />
Neri et al. (<strong>2002</strong>a): J. Volcanol. Geoterm. Res.<br />
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