Rapporto sull'Attività Scientifica 2002 - INGV Home Page
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<strong>Rapporto</strong> attività scientifica <strong>2002</strong><br />
Descrizione attività<br />
L’attività svolta nel <strong>2002</strong> dall’UF SSSL è inserita principalmente nei numerosi progetti portati avanti nell’ambito del triennale<br />
2000-2003 del Gruppo Nazionale Difesa dai Terremoti e del Gruppo Nazionale di Vulcanologia. I diversi progetti hanno permesso<br />
di fare sostanziali passi avanti nello studio della sismotettonica e geodinamica a scala nazionale e locale.<br />
Sismicità e tettonica a scala nazionale<br />
Sono stati eseguiti studi sulla sismicità italiana, creando un catalogo di sismicità per il periodo 1981-<strong>2002</strong> dall’integrazione<br />
dei dati di tutte le reti permanenti operanti sul territorio. La distribuzione della sismicità, la più completa finora<br />
disponibile, mostra i principali elementi tettonici della regione Alpina ed Apenninica.<br />
I tempi di arrivo delle fasi P e S dei terremoti del periodo 1981-<strong>2002</strong> sono stati usati per calcolare un modello tomografico<br />
della penisola italiana e zone circostanti che ha permesso di definire la geometria tridimensionale della struttura<br />
profonda della crosta e del mantello superiore.<br />
Al fine di migliorare ed omogeneizzare il data set dei tempi di arrivo, è stata portata a termine una elaborata procedura<br />
di re-picking automatico di fasi P sperimentata negli anni precedenti. Il risultato finale è un nuovo data set di arrivi di fasi<br />
P di alta qualità per le stazioni della rete sismica nazionale associato ad un data base di forme d’onda per i terremoti<br />
del periodo 1989-<strong>2002</strong>. I nuovi dati permetteranno di calcolare immagini di alta risoluzione delle velocità per la crosta e<br />
il mantello superiore, di determinare accurate localizzazioni con mezzi 3D della sismicità e il calcolo di meccanismi focali<br />
per un notevole numero di terremoti.<br />
Sono stati portati avanti gli studi sulla cinematica della regione italiana, attraverso tecniche GPS e di livellazione. Per<br />
completare la definizione dei tassi di deformazione della penisola sono state eseguite ulteriori campagne di misure GPS<br />
su capisaldi di vecchie reti dell’IGM nel sud Italia. Il processamento dei dati acquisiti negli anni precedenti ha permesso<br />
di ottenere le prime stime di velocità di deformazione per l’Appennino settentrionale e meridionale, riconoscendone<br />
i valori massimi e le direzioni principali della deformazione.<br />
L’integrazione di dati sismologici e geodetici inizia a permettere una prima modellazione della tettonica della regione Italiana.<br />
Sismologia e struttura profonda dell’Italia<br />
I dati sismologici a larga banda registrati lungo la catena appenninica hanno permesso di ottenere informazioni utili sulla<br />
struttura profonda tramite tecniche di tomografia, receiver function e anisotropia sismica. L’attività risulta divisa per due<br />
linee principali:<br />
a) Applicazioni delle metodologie sviluppate in precedenza (receiver functions e anisotropia sismica) ai dati registrati<br />
durante le campagne di acquisizione effettuate negli anni scorsi.<br />
b) Acquisizione di dati sismologici a larga banda in zone poco campionate della regione italiana.<br />
Sono stati estesi a diverse zone dell’Appennino gli studi di receiver function per la struttura della crosta e del mantello<br />
al di sotto della regione appenninica tramite l’uso di eventi telesismici registrati negli esperimenti degli anni scorsi. Le<br />
inversioni per il modello 1D al di sotto di profili che attraversano la catena apenninica hanno permesso di identificare la<br />
struttura profonda e l’andamento delle principali discontinuità (Moho,…).<br />
Le analisi di anisotropia sismica del mantello sono state eseguite a quasi tutte le stazioni larga banda disponibili per la<br />
regione Italiana e Mediterranea, ottenendo una mappatura della deformazione astenosferica in profondità.<br />
Per aumentare le conoscenze sulla struttura profonda dell’Appennino meridionale-Arco calabro è stato ulteriormente<br />
prolungato l’esperimento SapTex per lo studio del sistema litosfera-astenosfera nell’Italia meridionale. Tale esperimento,<br />
ormai in acquisizione da 2 anni, ha permesso la registrazione di dati sismologici a larga banda ad una rete temporanea<br />
di 10 strumenti, per coprire le zone non campionate dalla Rete Sismica Nazionale. Sono stati finora registrati numerosi<br />
terremoti locali, regionali e telesismici. Durante l’anno sono state spostate su nuovi siti più della metà delle 10 stazioni<br />
installate nel 2001, per estendere la copertura della regione. Una delle stazioni digitali è stata installata a Stromboli (maggio<br />
<strong>2002</strong>-gennaio 2003) per la registrazione di terremoti profondi e telesismi. Dall’inizio dell’esperimento (giugno 2001)<br />
alla fine del <strong>2002</strong> sono stati registrati circa 10 Gbytes di forme d’onda di eventi utili alle analisi sismologiche programmate.<br />
Tra gli studi previsti sono stati avviati quelli per la caratterizzazione della sismicità locale dell’Appennino lucano e<br />
zone limitrofe e l’analisi delle forme d’onda telesismiche per test di risoluzione della struttura profonda della regione. È<br />
in preparazione un manoscritto che descrive il progetto e presenta i risultati preliminari acquisiti.<br />
Sismologia e sismotettonica a scala locale<br />
A scala locale sono continuati gli studi sui principali vulcani italiani per definirne le caratteristiche sismiche, la struttura<br />
profonda e il sistema di alimentazione. Gli studi effettuati e in parte pubblicati mostrano risultati interessanti per l’Etna e<br />
i Campi Flegrei (Progetto Serapis). Per l’Etna sono stati calcolati i meccanismi focali della sismicità 1994-2001 ottenendo<br />
una immagine di dettaglio della deformazione sismica del vulcano durante il periodo di re-pressurizzazione. È stato<br />
inoltre iniziato lo studio sull’attenuazione sismica al vulcano, per identificare la presenza e geometria dei corpi magmatici.<br />
In questo anno sono stati calcolati i dati (t*) da invertire. Per quanto riguarda i Campi Flegrei sono stati portati avanti<br />
gli studi sulla struttura profonda tramite tecniche tomografiche usando sia i terremoti locali registrati durante l’ultimo<br />
sciame sismico rilevante (1983-1984) sia i dati delle campagne di scoppio a mare (Serapis).<br />
Per le zone di faglia della catena appenninica sono continuati gli studi di localizzazione dei terremoti, meccanismi focali<br />
e struttura profonda dall’analisi di dati registrati a reti locale temporanee.<br />
Attività principale in questo anno è legata all’analisi dei dati acquisiti nella zona di Città di Castello. Sono stati localizza-<br />
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