Rapporto sull'Attività Scientifica 2002 - INGV Home Page
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Sezione di Roma 1 Sismologia e Tettonofisica<br />
sullo studio dei bacini di Città di Castello e della Val d’Agri-Melandro-Pergola. Tale ricerca è stata portata avanti attraverso<br />
studi di geologia di terreno, mediante analisi di sismicità strumentale e storica e interpretazione di linee sismiche<br />
in Val d’Agri (Barchi et al., <strong>2002</strong>: Boll. Soc. Geol. It. (submitted)). In particolare sono state analizzate le sequenze sismiche<br />
avvenute nell’area (Cucci et al.: Geophys. J. Int. (submitted)). In collaborazione con l’Un. di Perugia (Barchi e Mirabella)<br />
si stanno interpretando alcune linee di sismica a riflessione fornite dall’ENI-AGIP, nella regione umbra, con lo<br />
scopo di definire la geometria delle strutture in profondità. Questi risultati sono stati integrati con i dati di sismicità (in<br />
collaborazione con CNT) fornendo un’immagine completa delle strutture sismogenetiche.<br />
Nell’ambito degli studi di tettonica, mirati alla definizione di aree attive, sono state eseguite ricerche in diverse aree del<br />
territorio italiano. In particolare le aree di studio sono:<br />
- il settore occidentale del Gargano unitamente con l’UF3 del CNT e con J.J. Young dell’Arizona State University. Si è<br />
proceduto con l’esecuzione di profili di elettroresistività ed escavazione della struttura di Apricena-Sannicandro (Cinti<br />
et al., <strong>2002</strong>). I risultati indicano una chiara attività della struttura nel Pleistocene superiore. Una prima datazione (C14)<br />
effettuata farebbe estendere l’attività al periodo olocenico.<br />
- i terrazzi marini della Piana di Sibari (CS) con studi di dettaglio geologici e geomorfologici per la valutazione del sollevamento<br />
regionale;<br />
- area di Cerda (Palermo) interessata dall’evento sismico del 6/09/<strong>2002</strong> (Ml=5.6) in cui è stato eseguito il rilievo del movimento<br />
franoso indotto dal terremoto;<br />
- area presso Bagni Albule (Tivoli) ove si è effettuato lo studio della deformazione tettonica di due canalette, di epoca<br />
romana tardo-imperiale, e delle sue implicazioni rispetto al regime tettonico recente, in collaborazione con M. Pirro<br />
(CNT) (Marra et al., 2003).<br />
Per definire lo stato di stress crostale sono stati analizzati nuovi dati di pozzi profondi e contemporaneamente si è<br />
lavorato al miglioramento del software. In particolare si sono individuate alcune strutture attive in profondità e si è<br />
determinata la stima del regime tettonico (Mariucci et al., <strong>2002</strong>; Mariucci, Muller, 2003). Tramite appositi programmi<br />
di calcolo, sono state realizzate mappe di interpolazione (smoothed maps) di dati di stress attivo nell’area italiana<br />
(Montone et al., <strong>2002</strong>).<br />
Studi mirati alla ricostruzione dell’evoluzione vulcano-tettonica recente dell’area romana e alla ridefinizione del<br />
rischio vulcanico per i Colli Albani, mediante ricerche di geocronologia, vulcanologia e geologia, sono stati effettuati<br />
in collaborazione con Freda, Taddeucci e Scarlato (Lab. di alte pressioni e alte temperature di geofisica e vulcanologia<br />
sperimentali dell’<strong>INGV</strong>) e con la Berkeley University of California, il Geochronology Center di Berkeley e l’Università<br />
La Sapienza di Roma (Marra et al., <strong>2002</strong>). In quest’ambito sono state eseguite delle nuove datazioni 40 Ar/ 39 Ar.<br />
Si è inoltre avviato uno studio, in collaborazione con W. Marzocchi (OV), sui tempi di ritorno dell’attività vulcanica e<br />
sull’apparente sincronicità delle principali fasi eruttive (Marra et al., <strong>2002</strong>: Tectonics (submitted)).<br />
Sono proseguiti gli studi sulla ciclicità climatica attraverso il forcing sulla sedimentazione in aree di costa. Sono state<br />
portate a termine datazioni di orizzonti vulcanici intercalati nelle sequenze sedimentarie del Paleotevere e dei suoi<br />
affluenti mirate a vincolare i tempi di risposta alle variazioni del livello del mare. I dati geocronologici sono stati integrati<br />
con analisi paleomagnetiche condotte da Florindo (Roma 2) e mineralogiche condotte da A. Roberts (University of<br />
Southampton, UK). Si è avviato uno studio sui depositi olocenici del fiume Tevere, in collaborazione con Bozzano e<br />
Gaeta (Università La Sapienza), mirato a definire i tempi di deposizione in rapporto alla risalita eustatica dell’ultimo interglaciale<br />
e all’identificazione di eventuali oscillazioni minori.<br />
Per quanto concerne l’interazione tra terremoti e vulcani è stato investigato il pattern di sismicità ai Colli Albani (Italia<br />
centrale) durante uno sciame sismico avvenuto nel 1989-90 ed i risultati sono stati interpretati in termini di cambiamenti<br />
di stress di Coulomb causati da processi magmatici (Feuillet et al., 2003: J. Geophys. Res. (submitted)).<br />
L’importanza e la rilevanza scientifica dei risultati ottenuti, sismologici e geologici, è senz’altro testimoniata dal numero<br />
e dalle pubblicazioni, in prevalenza riviste JCR ad alto Impact Factor, ottenute da questa UF.<br />
Pubblicazioni dell’anno su riviste JCR<br />
Cinti et al. (<strong>2002</strong>): J. Seismology.<br />
Console et al. (2003): J. Geophys. Res.<br />
Console et al. (2003b): J. Geophys. Res.<br />
Cultrera et al. (2003): J. Geophys. Res.<br />
Feuillet et al. (<strong>2002</strong>): J. Geophys. Res.<br />
Gasparini et al. (<strong>2002</strong>): Ann. Geophysics.<br />
Lombardi (2003): Ann. Geophysics.<br />
Mariucci et al. (<strong>2002</strong>): Tectonics.<br />
Mariucci, Müller (2003): Tectonophysics.<br />
Marra et al. (<strong>2002</strong>): Bull. Volcanol.<br />
Marra et al. (2003): J. Struct. Geol.<br />
Murru et al. (2003): J. Geophys. Res.<br />
Stramondo et al. (<strong>2002</strong>): Ann. Geophysics<br />
Rovelli et al. (<strong>2002</strong>): Bull. Seismol. Soc. Am.<br />
Valensise et al. (2003): Episodes.<br />
Villemant, Feuillet (2003): Earth Planet. Sci. Lett. (in print).<br />
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