Rapporto sull'Attività Scientifica 2002 - INGV Home Page
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<strong>Rapporto</strong> attività scientifica <strong>2002</strong><br />
United States Geological Survey, USA<br />
Università di Patrasso, Grecia<br />
Università di Roma 3<br />
University of Amburgo, Germania<br />
Università di Svezia, Stoccolma, Svezia<br />
Colorado School of Mines, Golden, Colorado, USA<br />
Università di Cluj, Cluj, Romania<br />
Principali strutture nazionali<br />
Dipartimento Scienze della Terra, Università di Chieti<br />
Istituto di Fisica dello Spazio Interplanetario, CNR, Roma<br />
Istituto Nazionale di Fisica Nucleare<br />
Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale (OGS), Trieste<br />
Istituto per le Scienze Marine (ISMAR), CNR, Venezia<br />
Tecnomare SpA<br />
Università di Bologna, Dipartimento di Fisica, Settore Geofisica<br />
Università della Calabria<br />
Università di Catania<br />
Università di Messina<br />
Università di Milano “Bicocca”<br />
Università di Palermo<br />
Istituto Centrale per la Ricerca scientifica e tecnologica Applicata al Mare (ICRAM)<br />
CoNiSMA<br />
Descrizione attività<br />
L’attività dell’Unità Funzionale si è articolata sulle seguenti tematiche:<br />
Sviluppo, test, qualificazione e utilizzo di sistemi marini di osservazione per lo studio multidisciplinare di parametri geofisici<br />
e ambientali; Studio dei processi all’interfaccia geosfera-oceano-atmosfera in aree di interesse geofisico e ambientale<br />
e Sviluppo di sensori per applicazioni marine.<br />
Queste attività ricadono nel punto 2.F del Piano Triennale 2001-2003.<br />
La maggior parte delle attività descritte sono state svolte con fondi assegnati da enti e istituzioni esterne.<br />
Sistemi sottomarini di osservazione<br />
Il progetto GEOSTAR 2 ha prodotto, un osservatorio sottomarino per la misura di parametri di carattere oceanografico,<br />
sismologico, geomagnetico e geochimico la cui gestione è a carico della partnership ed è regolato da un Exploitation<br />
Agreement concordato tra i partners.<br />
Da GEOSTAR è stato derivato l’osservatorio prevalentemente geofisico SN-1 attualmente operativo a largo delle coste<br />
della Sicilia orientale. Per la messa in opera di SN-1 è stato impiegato lo stesso sistema di deposizione utilizzato in GEO-<br />
STAR (cavo elettromeccanico di 4000 m di lunghezza e verricello). L’interfaccia per il collegamento di SN-1 con un cavo<br />
sottomarino già deposto dall’INFN dal porto di Catania all’area della scarpata di Malta (zona di deposizione) è ormai in<br />
fase conclusiva di realizzazione.<br />
Prosegue la costruzione di un altro osservatorio bentico, MABEL, prevalentemente oceanografico-ambientale, in ambito PNRA.<br />
La stazione mareografica di Augusta, un prototipo di stazione integrata di dati geofisici per la creazione di un nuovo sistema<br />
di allarme, è attualmente sottoposta a un nuovo ciclo di test a causa della sostituzione di alcune componenti. Le grandezze<br />
da monitorare in continua sono le variazioni del livello marino, quelle di pressione atmosferica ed il segnale sismico. Per il<br />
monitoraggio del livello marino è stato installato un nuovo sensore di pressione a circa 5 m di profondità. Una unità barometrica<br />
monitora le variazioni di pressione atmosferica. Per quanto concerne il segnale sismico, è stata installata la nuova terna<br />
di sensori digitali, parte della Rete sismica nazionale. Sono state effettuate prove in loco per l’installazione di uno strumento<br />
“strong motion”. La stazione è stata dotata di un nuovo acquisitore digitale a 24 bit per l’acquisizione dei segnali sismico,<br />
barometrico e mareografico. Attualmente la stazione è in grado di acquisire i tre segnali e di inviarli in tempo reale alla sede<br />
<strong>INGV</strong> di Roma per l’analisi propedeutica alla realizzazione del sistema di allarme.<br />
Studio dei processi all’interfaccia geosfera-oceano-atmosfera in aree di interesse geofisico e ambientale<br />
I dati acquisiti durante la campagna di monitoraggio sismologico dei fondali del Tirreno Meridionale svoltasi tra dicembre<br />
2000 e maggio 2001 con sismometri e idrofoni da fondo (OBS e OBH) in collaborazione con GEOMAR e l’Università di<br />
Amburgo, sono stati organizzati in data base e sono stati analizzati in modo sistematico. È stata evidenziata la presenza di<br />
attività sismica probabilmente legata a vulcanismo e idrotermalismo in siti precedentemente non conosciuti rispetto a questo.<br />
Tali evidenze sono oggetto di un articolo su EOS, AGU Transaction. Sono state applicate tecniche di analisi di tomografia<br />
telesismica che hanno prodotto alcuni primi risultati sulla struttura della litosfera. L’integrazione con dati sismologici di terra<br />
ha evidenziato l’essenziale funzione che il monitoraggio sismologico in mare può avere nel miglioramento delle localizzazioni<br />
ipocentrali nell’area del Tirreno meridionale e della Sicilia nord-orientale. È in corso una collaborazione con istituzione locali<br />
(Università della Sicilia e della Calabria) per effettuare una tomografia di dettaglio dell’area.<br />
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