Rapporto sull'Attività Scientifica 2002 - INGV Home Page
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<strong>Rapporto</strong> attività scientifica <strong>2002</strong><br />
– del flusso diffuso di CO 2 dai suoli attraverso prospezioni in 5 settori dell’edificio etneo;<br />
– dei rapporti S/Cl, S/C Cl/C nei gas del plume durante il periodo eruttivo;<br />
– del chimismo e della composizione isotopica dei gas emessi in aree periferiche e sommitali del vulcano;<br />
– di parametri chimico-fisici ed isotopici della falda attraverso la rete di monitoraggio discreto delle acque;<br />
– del flusso di CO 2 emesso dai suoli in 4 aree mediante la rete automatica di monitoraggo continuo del flusso di gas;<br />
– di alcuni parametri fisico-chimici nelle acque di falda e di sorgente mediante reti automatiche di monitoraggio continuo.<br />
Le indagini svolte durante il <strong>2002</strong> hanno messo in evidenza anomalie ben definite della composizione chimica ed isotopica<br />
dei fluidi monitorati nonché del flusso di gas diffuso dai suoli nell’area etnea. Le anomalie individuate sono state<br />
interpretate mediante modelli dinamici del degassamento di corpi magmatici e di interazione della fase gassosa con le<br />
falde presenti nell’edificio etneo, sviluppati e verificati negli anni precedenti. Attraverso i risultati di tali elaborazioni, è<br />
stato possibile individuare due fasi principali nel quadro evolutivo del sistema vulcanico etneo. La prima fase interessa<br />
gli ultimi mesi del 2001 ed i primi del <strong>2002</strong>; essa rappresenta un momento di ricarica durante la quale nuovo magma<br />
sopraggiunge nella parte profonda del sistema di alimentazione del vulcano; nella fase successiva si osserva la migrazione<br />
di parte del magma intruso verso le porzioni sommitali dell’edificio vulcanico. Tale fenomeno culmina con l’eruzione<br />
a fine ottobre <strong>2002</strong>.<br />
I mesi antecedenti l’eruzione sono stati anche caratterizzati da un trend crescente del flusso di gas diffuso in alcune<br />
delle aree monitorate. Tale andamento si è bruscamente interrotto con l’inizio dell’eruzione, confermando quanto<br />
già osservato in questo stesso sistema vulcanico durante le crisi eruttive del 2001, del 1991-93 ed in parte del<br />
1989. L’assenza di anomalie termiche di una certa entità nella falda, ha indicato che il processo di trasferimento del<br />
magma verso le porzioni sommitali del vulcano ha interessato volumi piuttosto modesti se confrontati con quelli relativi<br />
all’eruzione del 1991-93. Il complesso delle informazioni acquisite sull’apparato etneo ci ha consentito di affermare,<br />
con un consistente anticipo, che il vulcano si stava avvicinando a condizioni potenzialmente eruttive. Alcuni<br />
dei risultati del monitoraggio dell’Etna sono stati oggetto di una pubblicazione su Geophysical Research Letters<br />
inviata ben prima dell’inizio dell’eruzione.<br />
Le variazioni di chimismo del pennacchio, monitorate durante la fase eruttiva, hanno consentito di evidenziare in anticipo<br />
le variazioni di attività vulcanica riconducibili alla porzione sommitale del sistema vulcanico nonché la fase di esaurimento<br />
del fenomeno eruttivo.<br />
– Vulcano. Le anomalie principali riscontrate durante il <strong>2002</strong> consistono nella conferma di un debole trend (instauratosi<br />
nei primi mesi del 2000) riguardante le emissioni diffuse di CO 2 (Vulcano Porto) ed i tenori di cloro nelle fumarole crateriche,<br />
l’incremento delle emissioni di vapore nell’area craterica ed alcune repentine variazioni di temperatura dell’acquifero<br />
che sembrerebbero essersi manifestate in concomitanza con i principali eventi sismici avvenuti nel basso Tirreno,<br />
con l’inizio della crisi esalativa di Panarea e dell’eruzioni dello Stromboli.<br />
Riguardo il sistema Vulcano, le anomalie registrate risultano di modesta entità se confrontate con quanto osservato in<br />
periodi precedenti (’88, ’91-92, ’96, etc.). Il quadro geochimico complessivo, pertanto, risulta coerente con una fase<br />
avanzata di degassamento di un corpo magmatico. L’unica nota importante ai fini della sorveglianza proviene dalle<br />
variazioni di Zolfo e successivamente di Cloro rispetto agli anni passati, che è indice di una migrazione verso quote<br />
minori di una massa magmatica ormai ampiamente degassata.<br />
– Stromboli. L’attività di sorveglianza geochimica del vulcano Stromboli effettuata attraverso il controllo delle composizioni<br />
chimiche ed isotopiche delle falde termali presenti sull’isola, delle emissioni gassose nell’area craterica hanno dato<br />
segni evidenti di comportamento anomalo a partire da marzo-aprile <strong>2002</strong>. In particolare le acque dei pozzi campionati<br />
hanno evidenziato variazioni nel tempo per i vari parametri chimico-fisici indagati. I dati temporali delle acque campionate<br />
hanno mostrato a partire dal mese di marzo <strong>2002</strong> un cambiamento nel loro comportamento rispetto agli anni precedenti.<br />
In particolare i valori del potenziale di ossidoriduzione delle acque dei pozzi hanno mostrato una brusca variazione<br />
negativa portando i valori da circa + 200 mV a circa – 200 mV indicando un apporto di fluidi ridotti nel sistema<br />
superficiale. Sempre nello stesso periodo (aprile <strong>2002</strong>) i contenuti di CO 2 disciolta nelle acque per i pozzi di Cusolito, e<br />
Zurro sono aumentati di due ordini di grandezza raggiungendo i valori normalmente osservati nel campione di Fulco<br />
(circa 200 cc/litro STP) indicando un marcato aumento dell’interazione gas-acqua legata ad un incremento del degassamento<br />
della CO 2 dal sistema magmatico. Questo processo è confermato dai valori di pH che mostrano una diminuzione<br />
in corrispondenza dell’aumento della CO 2 disciolta.<br />
La composizione isotopica della CO 2 ha mostrato nel tempo variazioni consistenti relazionabili a processi di interazione<br />
fra i fluidi profondi ed i fluidi superficiali che in molti casi hanno determinato le ampie differenze isotopiche osservate nei<br />
vari campioni di acqua.<br />
Anche nel caso di Stromboli la sorveglianza geochimica ha permesso di evidenziare con largo anticipo l’approssimarsi<br />
del sistema vulcanico a condizioni eruttive.<br />
– Panarea. Il fenomeno di degassamento anomalo che si è verificato nella zona ad est di Panarea (Bottaro, Lisca Bianca,<br />
etc.) è noto da diverso tempo ed è stato oggetto dell’attenzione della nostra sezione che, in passato, ha prodotto<br />
anche alcune pubblicazioni sull’argomento. Il livello di degassamento prima del novembre <strong>2002</strong> era tale che la CO 2<br />
emessa, non era visibile in superficie perché il gas si discioglieva nell’acqua di mare.<br />
Il fenomeno che si è manifestato nel novembre <strong>2002</strong> è stato visibile in quanto i flussi di gas sono aumentati di almeno<br />
due ordini di grandezza e l’inizio dell’emissione è stato connesso ad un fenomeno di tipo esplosivo che ha formato sot-<br />
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