Rapporto sull'Attività Scientifica 2002 - INGV Home Page
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Sezione di Palermo Geochimica<br />
2. Relazione di sintesi del direttore di sezione<br />
Le attività di ricerca della sezione di Palermo, sezione di geochimica dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia,<br />
si articolano principalmente all’interno di quattro linee di ricerca che ne caratterizzano i settori di intervento:<br />
- Geochimica dei fluidi in aree vulcaniche<br />
- Geochimica dei fluidi in aree sismiche<br />
- Geochimica dei fluidi in aree geotermiche<br />
- Geochimica ambientale.<br />
Le attività della sezione durante il <strong>2002</strong> sono state condizionate fortemente da una serie di emergenze vulcanologiche<br />
e sismiche che hanno limitato notevolmente la possibilità attuare pienamente la programmata riorganizzazione della<br />
sezione e l’effettuazione di una serie di attività di ricerca. Stesso discorso vale per il numero di pubblicazioni che probabilmente<br />
poteva essere maggiore solo se il personale ricercatore avesse avuto più tempo da dedicare alla redazione<br />
degli articoli.<br />
L’attività di sorveglianza geochimica sull’Etna, dalla fine dell’eruzione 2001 non è di fatto tornata ad una situazione di<br />
normalità che prevedeva un monitoraggio basato su un campionamento mensile. È stato necessario, infatti, mantenere<br />
una frequenza di campionamento quindicinale per il prelievo di campioni per la misura della composizione chimica ed<br />
isotopica dei gas. Il mantenimento di tale livello di attenzione è stato determinato da tutta una serie di segnali chimici ed<br />
isotopici che indicavano l’approssimarsi del vulcano a condizioni potenzialmente eruttive.<br />
Lo stesso tipo di attenzione è stata dedicata allo Stromboli che a partire da marzo-aprile <strong>2002</strong> aveva dato segni evidenti<br />
di degassamento anomalo rispetto alle normali condizioni registrate negli anni precedenti.<br />
Del tutto imprevedibile è stato invece il fenomeno di degassamento anomalo nell’area a Est di Panarea, in quanto quest’area,<br />
anche se il fenomeno di degassamento era stato studiato nel passato, non era sottoposta ad attività di costante<br />
monitoraggio.<br />
Nonostante l’impegno supplementare derivato dalle varie situazioni di emergenza la sorveglianza geochimica dell’attività<br />
vulcanica è proseguita, in maniera aderente al progetto esecutivo <strong>2002</strong>, anche nelle altre aree controllate non interessate<br />
da particolari situazioni d’allarme (Vulcano, Vesuvio, Campi Flegrei, Ischia e Pantelleria). Il maggior numero di<br />
campioni prelevati per il monitoraggio dell’Etna e di Stromboli e la nuova attività di campionamento organizzata a Panarea,<br />
hanno determinato un appesantimento del carico analitico dei laboratori <strong>INGV</strong> che nonostante la mancanza, oramai<br />
endemica, di personale tecnico, hanno avuto un fondamentale ruolo di sostegno a tutte le attività di ricerca, monitoraggio<br />
e sorveglianza che la sezione ha svolto durante il <strong>2002</strong>. Questo carico analitico supplementare non ha limitato<br />
le analisi che i laboratori geochimici della sezione di Palermo effettuano per altre sezioni dell’<strong>INGV</strong>.<br />
Come già accennato in sede di premessa, anche se la situazione del personale nel <strong>2002</strong> è certamente migliorata rispetto<br />
al 2001, è ancora ben lontana da quella ottimale che consentirebbe di conseguire una situazione di equilibrio tra le<br />
varie attività di ricerca, monitoraggio e relative refluenze in termini di pubblicazioni e partecipazioni a congressi. Le pubblicazioni<br />
in particolare sono quelle che danno visibilità alla sezione e che poi, in ultima analisi, stanno alla base della<br />
valutazione dell’attività della sezione. In tal senso ritengo che sia indispensabile, proprio per il tipo di attività che l’<strong>INGV</strong><br />
svolge, dare un peso maggiore, nella valutazione generale delle varie sezioni, alle attività di sorveglianza e monitoraggio.<br />
Considerando quanto appena detto, resta sempre alto l’impegno del personale della sezione di cercare di coniugare<br />
al meglio il binomio sorveglianza-ricerca, requisito indispensabile per interpretare l’evoluzione di un sistema vulcanico.<br />
Infatti, non può esistere una buona sorveglianza geochimica separata dalla ricerca. Per questo motivo l’impegno<br />
dei ricercatori coinvolti nella sorveglianza è certamente maggiore rispetto a quello di altri la cui attività non necessita<br />
di campionamenti periodici e di risposte in tempi definiti. Di seguito verranno esposte, in maniera sintetica le attività<br />
di ricerca pertinenti alle quattro linee sopra menzionate.<br />
Geochimica dei fluidi in aree vulcaniche<br />
La sezione di Palermo effettua attività di ricerca e sorveglianza geochimica nelle aree vulcaniche italiane e in alcuni vulcani<br />
dell’America centrale. Durante il <strong>2002</strong> la mole di attività che il personale della sezione ha dovuto sostenere è stata notevole,<br />
basti pensare ad alcuni campionamenti su emissioni gassose, durante la crisi etnea, che sono passate da un campione al<br />
mese, durante la normale routine di sorveglianza, a due campioni la settimana durante il periodo dell’emergenza, aumentando<br />
di otto volte le missioni e il carico di laboratorio. Stesso discorso anche se in tono minore è valso per Stromboli.<br />
L’emergenza Panarea ha creato una serie di problemi logistici in quanto le emissioni gassose erano ubicate sottacqua<br />
ad una profondità che andava dai dieci ai trenta metri circa. Ciò ha comportato il campionamento attraverso l’uso di<br />
subacquei con autorespiratori e la risoluzione di tutta la problematica connessa al campionamento sottomarino. Altro<br />
problema da risolvere è stato quello di trovare un adeguato supporto di mezzi nautici.<br />
Si descrive appresso la sintesi delle attività effettuate per ogni singolo apparato vulcanico controllato.<br />
– Etna. Fin dai primi mesi dell’anno <strong>2002</strong> la sorveglianza geochimica dell’Etna, aveva evidenziato segnali di rialimentazione<br />
del sistema magmatico profondo, per tale motivo si era tenuto alto il livello di attenzione con frequenza di campionamento<br />
quindicinale in alcuni siti ubicati in aree periferiche e sommitali del vulcano. Le altre attività di monitoraggio<br />
sono state svolte in accordo con i programmi di sorveglianza previsti per l’anno <strong>2002</strong>. Durante la fase eruttiva, che ha<br />
avuto inizio il 27/10/<strong>2002</strong>, la frequenza di tutti gli interventi è stata incrementata. La sorveglianza geochimica dell’attività<br />
vulcanica è consistita nel monitoraggio:<br />
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